sabato 28 febbraio 2009

Carta, Povia, Vinci... Tre buoni motivi per non amar Sanremo.

Ad una settimana da Sanremo, mi trovo ad analizzare cosa è stato questo festival per un’amante della musica come me. E’ servito a convincermi sempre più del fatto che i veri amanti della musica fanno bene a non amarlo. Leggo Carta, Povia, Vinci, ma so che non è il celebre gioco con i gesti, bensì il podio del 49° Festival della pseudo-canzone italiana, ogni anno sempre più patetico e prevedibile, tenuto in piedi soltanto dallo spessore dei suoi ospiti (io stesso riesco a sintonizzarmici solo per questo), dalle polemiche e dalle trasmissioni terze fatte sulle sue polemiche. Checché ne dica Bonolis col suo: “la musica al centro” frase ormai usurata quanto quelle dei politici. Inizia la Zanicchi che alla sua età, in sprezzo al suo pubblico di benpensanti e apologhi del nazional-popolarismo, presenta "ti voglio senza amore", salvo poi risentirsi se un grande comico come Benigni la tira in mezzo perché diventa un pretesto comico troppo appetitoso.

Che la Zanicchi lasci che sia il suo Imperatore Silvius a difendersi dalle battute di questo gran giullare! D'altronde mi sembra che abbia le spalle più larghe della sua altezza. E non ci venga a dire che non è per questo che si è arrabbiata, non può reggere la filastrocca della sua eliminazione causata dal comico. Proprio lei che poi da Giletti la domenica successiva, col la scusa di difendersi dalle accuse (?) inizia la sua campagna elettorale per le prossime elezioni europee, che la vedono candidata in forza al PDL. Accetti la sua eliminazione col fatto che il suo pezzo era brutto anche perché, come si è saputo in seguito, suddetta canzone era stata già presentata qualche anno fa da Fiordaliso e già scartata da Baudo. Allora come si spiega Povia? Massacrato molto di più di lei dalla critica e dallo stesso Benigni, ma che arriva secondo? Sono stanco di ascoltare questi berlusconiani discutere su: “questa è satira e questa non lo è”, si trovino un buon comico di destra e si costruiscano in casa la propria par condicio teatrale.

Marco Carta… Fosse stato il figlio del dj foggiano Lello Carta avrebbe vinto Sanremo? Marco Travaglio parla di combine. Analizziamo gli indizi:

1. Nasce televisivamente ad Amici e già lì pare sia stato tanto osteggiato dai maestri quanto difeso dal pubblico. Persino un “nemico” come me (un appartenete alla categoria di chi odia Amici) ha dovuto assistere ad una puntata di Striscia in cui suddetto Carta veniva nella fattispecie difeso dagli inviati sardi, suoi conterranei.

2. Si presenta a Sanremo dopo una gavetta inesistente e partecipa come Big, mentre lo stesso anno una sua collega di Amici partecipa solo tra i giovani.

3. Con tutti i super ospiti che Bonolis poteva invitare nella serata finale chiama invece Maria De Filippi, proprio la serata decisiva del televoto. Nel calcio si sarebbe parlato di sudditanza psicologica.

4. Televoto: strumento di valutazione dall’attendibilità del tutto discutibile, che l’ingenua testimonianza resa dall’agente dei V.I.P. Lele Mora a Striscia colloca nelle mani del potere economico, sancisce la vittoria di un beniamino dei televotanti (categoria di telespettatori, per lo più giovani, che usano il televoto quasi quanto gli sms)

I quattro indizi descritti non faranno una prova, ma servono a ribadire quanto Sanremo sia da anni lo specchio della società italica, quella più becera, e quanto la musica a Sanremo sia come una radio accesa in una sala d’aspetto.

mercoledì 25 febbraio 2009

Chelsea-Juventus 1-0 (non prendiamoci in giro…)

12’ Drogba
Non prendiamoci in giro. La superiorità dimostrata dalle squadre inglesi in questa tornata di ottavi di finale, e in generale in questi ultimi anni, è talmente evidente che attaccarsi a questo 1-0, così come si farà e come qualcuno ha già iniziato a fare, è pura fede. Solo fa fortuna dell’Inter e il fatto di poter contare su due risultati su tre potrà fare la differenza nel ritorno delle italiane. Non può questa Juve, a mio parere, infatti superare questo Chelsea con due gol di scarto.
La differenza tra le due squadre stasera era evidente, sia dal punto di vista tecnico che fisico. Troppo statici i nostri, costantemente costretti ad operare in spazi stretti e troppo timidi in attacco. Più mobili e reattivi loro soprattutto a palla ferma ed in particolare nel portar via l’uomo, di conseguenza hanno potuto giocare su spazi più larghi. Le punte continuano ad essere spuntate, e dobbiamo continuare a vedere azioni pericolose costruite da centrocampisti o difensori. Amauri ancora una volta stitico e timoroso soprattutto sui colpi di testa, Del Piero in stand-by. D'altronde però forse la Juve di quest’anno non poteva fare di più, anzi nel secondo tempo il Chelsea è arretrato nettamente, forse a difesa del risultato, lasciando il pallino al cuore dei bianconeri. Siamo saltati dalla sedia con quel tiro all’ultimo secondo di Nedved, deviato di poco a lato e possiamo arrabbiarci per un gol subito da un errore difensivo di mancata applicazione del fuorigioco su Drogba. A conti però fatti anche il Chelsea non ha fatto granché per legittimare questa vittoria. In altri tempi le cose sarebbero andate diversamente. Speranze della fede? Poche. Tra queste le statistiche che vedono le inglesi meno “cattive” in trasferta, voler credere in un impegno di orgoglio maggiore in stile Juve-Real e in una gara perfetta (come ammette Del Piero).

domenica 22 febbraio 2009

Palermo-Juventus 0-2 (il ritorno di David)

27’ pt Sissoko, 34’ st Trezeguet
E’ Una Juve ancora grezza quella vista col Palermo, per molti tratti timorosa e chiusa sugli scudi anche dopo il vantaggio. La traversa e poi Buffon ci graziano su quel tiro di Miccoli e sul successivo colpo di testa Simplicio, ma considerando come ci era andata con la Samp la sorte ce lo doveva… Poi come sotto a un paio di schiaffi sembravamo esserci svegliati, reagendo con aggressività e attaccando con maggior livore, ma dopo il gol siamo tornati a rintanaci. La scarsa stima di se stessi porta forse i Nostri a non osare più di tanto e la difesa è ancora lontana dall’essere definita rocciosa.
Celebriamo due grandi gol e un ritorno: Sissoko, dopo il gol col Cagliari, ci regala col Palermo un’autentica perla, travestendosi dal miglior Vierà (quello di qualche anno fa) e penetrando l’intera difesa avversaria. Poi il ritorno di Trezeguet al suo vecchio verbo (quello del gol) serve da stimolo a tutti per il futuro e per la partita di Londra di mercoledì. Non è che il Palermo abbia fatto granché dopo la foga iniziale, proprio colui che lo scorso anno di condannò in zona Cesarini con un tiro “assurdo” da fuori area (Cavani) sembrava non esser sceso affatto in campo. Peccato per Iaquinta che non decolla, egoista verso David, lo manda su tutte le furie per non avergli offerto quell’assist d’oro che poteva anticipare la sua marcatura e poi sfortunato nel suo assist di scuse al francese del secondo tempo. Amauri (l’ex) invece, tenuto in serbo per mercoledì assieme al capitano, è parso più pimpante, battezzando nel modo migliore l’inedita (causa infortunio) coppia con Trezeguet, quasi a voler dimostrare la sua diversità con il rivale sostituito e per contendersi simpatie dei tifosi e posto in squadra, d’altronde mai in discussione.
Nella serata di Sanremo nulla da imputare al cantante, che per l’ostacolo pre-Chelsea ha schierato la formazione che poteva. I tre punti esterni vendicano quelli persi all’andata in casa e ci permettono di dedicarci anima e cuore alla Champions.

giovedì 19 febbraio 2009

IL CURIOSO CASO DI BENJAMIN BUTTON – David Fincher

Dopo Seven e Fight Club ritorna l’accoppiata Bitt/Fincher con un film totalmente al di fuori dal loro “schema”. Un viaggio alla Forest Gump nella vita di un moderno Dorian Gray. Benjamin Button incarna infatti uno dei più classici sogni dell’umanità, quello di ringiovanire anziché invecchiare, ripercorrendo la propria vita al contrario andando verso “l'età più bella” anziché allontanarsi da essa. Ma come tutti i sogni che si scontrano con la realtà non proprio tutto è semplice come si può immaginare.

Sua madre muore dopo averlo messo al mondo, Suo padre, sconvolto dalla questa morte e terrorizzato dal suo aspetto, lo abbandona sui gradini di una casa di cura. Benjamin difatti nasce già vecchio, un piccolo neonato con un corpo da ottantenne. Pelle piena di rughe, cateratte agli occhi e un piede nella fossa. Ma la donna che lo accoglie vede in lui un miracolo e non uno scherzo della natura. Accade infatti qualcosa che ha dell’eccezionale in lui. Nel crescere Benjamin non invecchia ma ringiovanisce trovandosi così a percorrere una vita al contrario. Una sorta di Highlander che vede man mano gli altri invecchiare e morire mentre lui diventa invece sempre più giovane.

Come Forest Gump appunto (film dello stesso sceneggiatore) Benjamin viaggia e vive nel mito dell’amore vero, quello che si incontra una sola volta nella vita e che sopravvive alla vita stessa. Un amore che materialmente, prima troppo vecchio e poi troppo giovane, Benjamin non può concretizzare se non a metà strada della sua vita. E quando “nel mezzo del cammin” i due si incontrano già sanno che questo momento, magico e perfetto, non è fatto per durare, come tutte le cose bella della vita.

Candidato a 13 premi oscar il curioso caso di Benjamin Button è un film forse destinato a divenire una classico della storia del cinema. Nel suo messaggio filosofico c’è si l’immortalità dell’amore universale, che nel corso degli anni assume varie forme che vanno dall’amicizia (lui vecchio lei piccola), all’amore classico (entrambi quasi cinquantenni), all’amore materno (lui bimbo lei anziana), ma c’è anche la presa di coscienza del fatto che morire non è altro che un “nascere al contrario” e che per questo la morte fa parte della vita. Vita che in tutte le sue forme è lo specchio di qualcosa di più grande in cui la questa si evolverà.

Quell’orologio della stazione che gira in senso antiorario, inaugurato il giorno della nascita Button e sostituito da uno digitale (normale) il giorno della sua morte, scandisce l’esistenza di quest’uomo che rispecchia la solitudine di ognuno di noi, ognuno col suo viaggio ognuno diverso come diceva Vasco, ognuno con una piccola grande storia da raccontare. Come un marinaio che salpa su questo mondo da solo, che scende la scaletta con il suo carico d’amore e di sogni, e che da solo poi riparte, come un alieno in una terra aliena.

mercoledì 18 febbraio 2009

DOOMSDAY - Neil Marshall

Premetto che sono uno che i film controversi se li va a cercare, quelli che metà giudica un capolavoro, e l'altra metà ritiene spazzatura (alla "La casa dei 1000 corpi" per intenderci). Doomsday è un film che ha diviso il pubblico, ma ho deciso di dargli uno sguardo convinto dalle molte persone che lo hanno associato a Fuga da New York, Mad Max ecc.. Mica pizza e fichi insomma.

Considerazioni
1) Dunque, la protagonista è un'antieroina pessimista con una benda sull'occhio. (Mhhhh, mi ricorda qualcosa, ma andiamo avanti).
2) La Scozia a causa di un virus è stata isolata ed è diventata luogo di perdizione e crimine.
(Qualche sospetto comincio ad averlo).
3) Bisogna mandare qualcuno oltre il muro a recuperare qualcosa di primaria importanza
(Sento puzza di bruciato)
4) Uno dei protagonisti si chiama Carpenter
(ma cos'è uno scherzo?)
5) Nel luogo "contaminato" c'è un leader che si diverte torturando le vittime inscenando show sadici e mortali
(No, non è uno scherzo, purtroppo).
6) La protagonista ripete continuamente:"Hai una sigaretta" oppure "Hai da fumare"?
7) La protagonista viene catturata e la si fa combattere in un'arena con un bestione
(Si, ma qui siamo alla parodia pura).
8) La protagonista uccide il bestione con un colpo mazza ferrata in fronte
(Ormai so prevedere il film ad occhi chiusi)
9) Finale controcorrente
(...).
Se alla fine del film diceva: "Chiamami Jena" spaccavo il televisore

Allora, a me piacciono le citazioni, ma fare un film senza un briciolo di idea scopiazzando tutta la trama di un altro film è assurdo (tra l'altro ci sono anche scene prese di sana pianta da Mad Max, e 28 giorni dopo). Fosse stata una parodia, un film comico o un remake lo avrei capito, ma cercare di fare un film con una certa dignità artistica non vuol dire fare un minestrone per creare una pacchianata piena di scene assurde. Ovviamente evito di citare tutte le cose insensate che accadono nel film, perché altrimenti facciamo notte (una su tutte: un auto trancia in due un autobus e non si fa manco un graffio). E poi mi si definisce Fuga da New York un film di serie B, tse...

Pessimo, voto 4,5 (per le ambizioni)


domenica 15 febbraio 2009

Juventus-Sampdoria 1-1 (fermi al palo)

10’ Pazzini (S); 62’ Amauri (J)
Di partite come questa quest’anno se ne sono viste tante… troppe. Ormai pare che gli allenatori avversari non visionino nemmeno più le cassette della Juve, ma si dice esista in internet un manuale in pdf dal titolo: Battere la Juve? Si può. basta un buon contropiede. In tempi non sospetti e in un altro pareggio giunto in modo molto simile a questo dissi più o meno: non mi si venga a parlare di sfortuna perché quando una squadra non riesce a segnare la causa è da ricercarsi prima in se stessi. Se poi ci aggiungiamo il fatto che questo capita ormai sempre più spesso si deve capire che la sfortuna incide per una minima parte su questi match. E un altro lume si spegne… qualora ci fosse ancora lì qualcuno a sperare nei miracoli. Qualche juventino già si morde le mani per quell’impegno che magari ha disdetto (forse anche accampando scuse) per seguire il derby di stasera. Qualora il Milan riuscisse a vincere non sarebbe infatti un punto guadagnato sull’Inter ma piuttosto due persi su entrambe. Ma d'altronde se non vinci oggi con questa Samp, peraltro dominando la partita con 4 pali in 3 tiri diversi ditemi voi quando si deve vincere. Queste sono le classiche partite da tre punti che se non prendi puoi dir ciao alla stagione. Ma rincaro la dose, checché ne dica quel mediocre di un cantante, io vedo che dall’inizio del 2009 abbiamo vinto una sola partita (a Catania) peraltro nel modo in cui sappiamo e che non può far testo.
Sotto gli occhi del sornione Hidding, allenatore del Chelsea, evidenziamo tutti i buchi di una difesa facilmente penetrabile in contropiede. Regaliamo a Pazzini un gol che per la sua partita non meritava, non dimenticando che invece siamo stati graziati da un gran Cassano, che dopo il suo assist gol pecca ancora di generosità quando lasciato solo da una difesa di brocchi non spara in porta ma passa al centro. L’attacco è spuntato e il gol di Amauri e solo un bagliore in un buio pesto. Molinaro è sempre più stucchevole con i suoi cross sballati. Che dire? Se dobbiamo continuare a dire che abbiamo meritato un punto perché abbiamo giocato bene (Ranieri in tv) signori meglio non prendere in giro i tifosi. Io dico, prendetevi il tempo che vi occorre, parlando chiaramente di “incapacità tricolore”, e ripresentatevi tra qualche anno con una squadra dignitosa e competitiva. Molti di noi l’apprezzerebbe moltissimo.

domenica 8 febbraio 2009

Catania-JUVENTUS 1-2 (Incredibile al “Cibali”)

10’ Iaquinta (J), 51’ Morimoto (C), 91’ Poulsen (J)
La frase di Sandro Ciotti, entrata ormai da 40 anni nel dizionario calcistico, riadattata oggi nella stessa citta a questa partita che ha dell’incredibile.
Sembrava un discesa invece era una cunetta. Pareva che finalmente la Juventus avesse cambiato direzione e la grinta di inizio gara aveva prodotto il vantaggio di Iaquinta, poi d’improvviso il caos. Iaquinta si toglie la maglia nell’esultanza e si fa ammonire banalmente, poco dopo compie un fallo a centrocampo e sembra che Morganti gli dica in ascolano: “Dagghië, dagghië..., la cëpolla dëventa agghië” Secondo giallo ed espulsione. Passi che per me la seconda ammonizione è alquanto esagerata rapportata all’intervento, la partita per forza di cose ha assunto una direzione ben definita. In dieci la Juventus lascia avanti un Amauri che soffre di solitudine. L’impotenza offensiva che ne consegue abbatte il morale dei nostri che tornano nella loro depressione sportiva, fatta di passaggi sbagliati e azioni pasticciate. Il Catania allora ci crede e grazie ad una papera difensiva a cui contribuisce anche Buffon ecco la frittata, 1-1 ed equilibrio spostato. Così gli attacchi degli etnei assumono quasi i toni di un assedio che, si per l’arbitro (con un rigore non concesso) ma soprattutto per loro incapacità, non producono il vantaggio. Poi accade che con un contropiede di Amauri che quasi segna la Juve si dica: Cavolo proviamo un pò a vedere se ce la facciamo. E dopo una densità di azioni offensive e calci d’angolo ecco che un uomo, uno strano uomo, la sponda di centro campo Poulsen si fa trovare nel posto giusto (davanti al portiere) al momento giusto (su un errore della difesa catanese) ed è vittoria in zona cesarini.
L’esame anticrisi naturalmente è di nuovo rimandato. In undici la partita poteva andare in modo diverso e il processo alle intenzioni è inutile. Un’altro sospiro di sollievo dopo quello di Juve-Napoli.

venerdì 6 febbraio 2009

PENDRAGON “Pure” le traduzioni –1-

INDIGO
Never felt too good about my life
looked like i'd ended up scraphead
with the other dogs of the night.
Insecure and dangerous
never had the chances or the breaks that the other kids had
so you drag your life through the dust.
But in you there was that glow and a coat of indigo
problems will come and go in my coat of indigo In the dark i wear my coat of many colours
in some ways it covers where i'm from
so you drag your life through the dust
across the red and gold sunset skies
my wishes always lead me
beyond the confines of this life
so much to give.
If i had the chances i would have burnt this place down
why did the spectre of no hope choose our town But in you there was that glow and a coat of indigo
problems will come and go in my coat of indigo I've been trapped for most of my life
in this airtight box
if i could get just one arm free
the the world will notice me
If i could get just one arm free
i could swim to surface where i can breathe Everyday the alarm bells ring
and i face another murder of a day
and i look out of my window
and the sky is deadly grey.
All the darkness and the industry of the world
groans as it starts another day
it's masters demand their pound of flesh
i cannot take this way
So i look into the safety of my soubconscious
where i wash away all my fear
and i will dive into a deep blue lagoon
and swim away from here.
Indaco
Non ho mai tenuto in buona considerazione la mia vita
Parevo un cane che si fosse accapigliato
con altri cani notturni
insicuro e pericoloso
non avendo mai avuto le possibilità o le occasioni degli altri ragazzi.
Così ti trascini nella polvere
Anche se in te c’era ancora quel bagliore e un cappotto color indaco.
I problemi vanno e vengono e io sempre col mio cappotto color indaco.
Nell’oscurità indosso il mio cappotto di mille colori
che in qualche modo nasconde le mie origini
Così trascini la tua vita nella polvere
tra i tramonti rossi e dorati
i miei desideri mi conducono sempre oltre i confini di questa vita
c’è tanto da dare
Se ne avessi avuto la possibilità avrei raso al suolo questo posto
Perché lo spettro della sconforto ha scelto proprio la nostra città?
Ma in te c’era quel bagliore e un cappotto color indaco.
I problemi vanno e vengono e io sempre col mio cappotto color indaco.
Per gran parte della mia vita sono rimasto intrappolato in questa scatola ermetica
Se avessi anche solo un braccio libero
allora si che il mondo mi noterebbe
Se avessi anche solo un braccio libero
sarei in grado di risalire in superfice per tirare il fiato
Ogni giorno scatta l’allarme
ed io affronto il mio crimine giornaliero
guardo fuori dalla finestra
ed il cielo è di un grigio tetro
Tutta l’oscurità e gli ingegni del mondo
gemono all’alba di ogni un nuovo giorno
i suoi maestri reclamano la loro libbra di carne
ed io non posso sopportarlo
Così mi affido alla sanità del mio subconscio
dove lavo via tutte le mie paure
poi mi tuffo in una profonda laguna blu
e nuoto lontano da qui.

Pendragon – “Pure” le traduzioni –2-

ERASEDHEAD
Behind the iron curtain secret doors
lie broken and twisted ideals that litter from my floor.
It's not that i don't hear you shouting in my head
it's just a noise that deadens me
compounding my indifference. I need you now like i need a hole in the head
I'd give you my simphaty
but the space behind these eyes is dead.
It's not that i don't hear you screaming in my face
it's just a noise that deadens me
compounding my indifference. Lay your head down, lay your beautiful head down
Can the worm turn inside me like a wheel
and shut the door of my sensitivity to the way you feel?
I hate your country, i hate this new religion
i hate your politics
i hate your like of kindness
i hate what you've become
and so it seems that green has become the new red
void of human empathy My head tilts in mock fascination.
As I pull the legs off this poor squirming creature
but I will grow and take my filth into an unsuspecting world.
You can't tell me what to do, the school's no longer in control.
The parents twitch like a wrimp wristed puppets
You and your liberal ideas- what fools-
just a rebel without a clue.
Testa Vuota
Ho bisogno di te ora come un buco in testa
potrei offriti la mia comprensione
ma lo spazio dietro agli occhi è morto
Non è che non me lo senta urlare in faccia
è solo un rumore che mi stordisce
e accresce la mia indifferenza
abbassa la testa, abbassa la tua bella testa
Possibile che questo verme mi giri dentro come una ruota
tanto da chiudere la porta della mia sensibilità nel modo in cui voi lo percepite
Odio il vostro paese, odio questa nuova religione
odio le vostre politiche
odio i vostri modi gentili
odio ciò in cui siete diventati
è come se il verde si fosse mutato in una nuova tonalità di rosso
privo di empatia umana
Muovo la testa in finto compiacimento
appena mi disfo di questa povera creatura che si dimena
Ma ce la farò e nasconderò questo marciume in un mondo insospettabile
non potete dirmi cosa fare, la scuola non ha più alcuna influenza su di me
I genitori ti muovono come una marionetta
voi e i vostri ideali liberali – che sciocchi -
siete solo dei ribelli senza uno scopo
COMATOSE (1 - View from the seashore) They say the hand that rocks the cradle rules the world
the rusty keys unlock my mind to let the child go. He took the old path to the windmill
towards the seashore
to cast his net for the big fish in the big wide sea
Where is the boy who used to write is name in the sand
Where is the boy who used to smile and wave to all the passing strangers The only call to say hello, the golden sands
their precious words
the clear blues skies become the dark skies Lightspeed and wasted in new york city
wracked up with nerves and skizophrenia
stacked up on ritalin and is grotesque anesthesia
Stato Comatoso (1. Vista sul mare) Si dice che la mano che muove la culla governi il mondo
Le chiavi arrugginite sbloccano la mia mente lasciando fuggire il fanciullino
Questi ha preso ormai la vecchia strada per il mulino a vento sulla via per la spiaggia
per gettare la sua rete ai grandi pesci nel vasto mare
Dov’è finito il ragazzo che scriveva il suo nome sulla sabbia?
Dov’è finito il ragazzo che sorrideva e salutava ogni passante?
Il telefonate solo per dirsi ciao, la sabbia dorata, le parole importanti
Il cielo azzurro e sereno è divenuto tetro
perso in lampo a New York City
dilaniato dai nervi e dalla schizofrenia
tenuto su dal Ritalin e la sua grottesca anestesia

PENDRAGON “Pure” le traduzioni –3-

COMATOSE (2 - Space cadet)
You're blue with a hint of green
Sky blue but green with envy
you're happy stupid lucky
you're young and you've got the world at your feet Sky blue with a streak of bleak
you hate your friends but you alway take them back
you're happy stupid lucky
your head's in the clouds with your random thoughts
you lie but you are stupid lucky
but still you lie like a cheap watch This is the day it all went wrong
started to feel so isolated from all the people I knew so well
that Colonel Kurtz you know
that’s pure jenius i really think so
but it's school on monday and i don't want to go.
I felt sometime that they're all been against me
i felt they're all trying to stop my bit of fun.
But i've got a surprise for them
'cos on monday i'm taking in a gun
Stato Comatoso (2. cadetto spaziale)
Sei blu con un accenno di verde
blu come il cielo ma verde d'invidia
sei felice sciocco e fortunato
sei giovane e hai il mondo ai tuoi piedi cielo blu con una striscia di desolazione
odi gli amici ma li vuoi sempre con te
sei felice stupido e fortunato
con la testa tra le nuvole e i pensieri confusi
Non lo ammetti ma sei stato fortunato
Ma sei falso come un orologio da quattro soldi questo è il giorno in cui tutto andò storto
iniziai a sentirmi isolato da tutti coloro
che credevo di conoscere
Hai presente il colonnello Kurtz
Che genio, lo penso davvero
è lunedì di scuola ma io non voglio andarci
A volte mi sentivo come se che tutti mi remassero contro
Come se gli altri cercassero di togliermi quel po' di divertimento
Ma ho in serbo una sorpresa per loro
perché lunedì porto una pistola
COMATOSE (3 - Home and dry) you are the path, you are the sun
you are the light that shines the way
you are the honey that drips on open lips
from every word you say
you are the warmth, you are the seed that's sown to grow and reach the stars Then in some ways this messianic tombstone falls
and I start to fell why you feel so fucking dangerous They only call to say hello
they cannot waste their precious words
the only fools that fool you know
might make you never come back to us.
If God should want us to survive
he'd reach out with him magic words
and bring you back to us alive
bring you back home and dry They only stop to say hello
they follow all the footprints
in the golden sands that clear blue skies
which road to take they ask not why You are the voice that steals my choice
and lead me helpless through the fire.
You are the acid that drips that burns my thoughts
ensure my foothold slips
Then one day, while allucinating in red and gold
the Hendrix posters yellow and old
it's time for me to head back home
Stato Comatoso (3. Sano e salvo) Tu sei il sentiero, tu sei il sole
tu sei la luce che illumina la via
tu sei il miele che gocciola sulle labbra aperte da ogni parola che dici
Sei il calore, sei il seme lasciato a germogliare per raggiungere le stelle
Ma ecco che in qualche modo questa messianica lapide cadde e cominciai a la discesa. perché sembri così fottutamente pericoloso Le telefonate fatte solo per salutarsi
Non si possono sprecare le parole preziose
si sa che gli stupidi possono metterti in ridicolo
Potresti anche non fare più ritorno tra noi
Se Dio ci darà vità
ci raggiunga con le sue magiche parole
e ti riporterà da noi salvo
ti riporterà sano e salvo Il fermarsi solo per un saluto
Inseguire tutte le orme
nella sabbia dorata che rischiara il cielo azzurro
ovunque portino senza chiedersi il perchè Sei la voce che inibisce la mia volontà
e mi conduce inerme attraverso il fuoco.
Sei l'acido che gocciola bruciando i miei pensieri
Rendi sicuri i miei punti di appoggio
poi un giorno, tra le allucinazioni in rosso e oro e i poster di Hendrix ingialliti
fu il tempo per me di far ritorno a casa

PENDRAGON “Pure” le traduzioni –4-

THE FREAK SHOW
I was flicking through my Bowie LP’s thinking Ziggy saved my life
Than i touched my hand and started to think about my california wife
I wanna live in some imaginary bubble
Stay in bed all day Avoiding any trouble
Don’t want people to see the freak show going on inside on me
Don’t want people to see the freak show going on inside on me
I was Throwing stones at the waves that day
Surf music blows through my hair
Than I started to think about getting a job
and how much that I really didn’t care
It’s not as if I deserve a free ride
Quite the opposite in fact
It’s just that I want to be true to myself
And keep my dream intact
Don’t want people to see the freak show going on inside on me
Don’t want people to see the freak show going on inside on me
Spettacolo da circo 
Spulciavo I miei album di Bowie pensando che Ziggie avrebbe salvato la mia vita
Così mi fregai le mani e iniziai a pensare ad una mia moglie californiana
Voglio vivere in un sorta di bolla immaginaria
Restare a letto tutto il giorno scansando ogni noia
Non voglio che la gente assista allo spettacolo da circo che sono
Non voglio che la gente veda questo fenomeno da baraccone
Quel giorno ero li a gettare pietre contro le onde
Con la musica del serf che mi soffiava tra i capelli
Allora iniziai a pensare di cercarmi un lavoro
E tutto quello di cui non mi è mai importato
Non è che tutto mi deve spettare di diritto
Anzi, al contrario
Non voglio che gli altri assistano al mio spettacolo da circo
Non voglio che gli altri vedano lo strambo in azione

IT’S ONLY ME
I stood upon that bridge and i defied them all
while they hurled abuse and patetic little stone
always in my childish mind exist that other world
dignified and kind so hard to find.
I heard somebody say, we're not ready for that day.
We are a band of brothers
we are a spark of what can be
We are the blades of grass in the breeze
It's only me. You barely spoke a word of english
as you stood on those steps
sometimes i try to see life through you eyes.
The haze and maze of how adulthood as blinded me
as you stood there in that funny old coat
with your scuffed shoes and your cuffs a little chewed
and it breaks my heart to see how hard your life as been
God knows you're more powerfull than them
'cos you've got time
dignified and kind
We are a band of brothers
we are a spark of what can be
We are the blades of grass in the breeze
It's only me.
We are a band of brothers
we are a spark of what can be
we are the cogs in the machine.
Questo sono io 
Rimasi su quel ponte sprezzante verso tutti
mentre gli altri continuavano a gettare su di me le loro frecciatine maligne e patetiche
da sempre nella mia mente infantile esisteva un mondo alternativo
dignitoso e perfetto ma difficile da trovare
Una volta un tizio mi disse che non siamo ancora pronti per quel giorno
Noi siamo un gruppo di fratelli
Noi siamo la scintilla del divenire
Siamo ciuffi d’erba nella brezza
Questo sono io
Pronunciavi ancora poche parole
quando iniziasti a cavartela da solo
A volte cerco di mettermi nei tuoi panni
La foschia e il labirinto dell’età adulta mi accecano
Mentre te ne stavi li avvolto nel tuo vecchio e strano cappotto
con le tue scarpe consumate e gli orli dei pantaloni rosicchiati
e mi si spezza il cuore nel vedere quanto ardua sia diventata la tua vita
Dio solo sa quanto tu sia più forte di quello che dai a vedere
perché hai ancora tanto tempo davanti a te
dignitoso e buono
Noi siamo un gruppo di fratelli
Noi siamo la scintilla del divenire
Siamo ciuffi d’erba nella brezza
Questo sono io
Noi siamo un gruppo di fratelli
Noi siamo la scintilla del divenire
Siamo la rotella di un ingranaggio più grande



traduzione a cura di Snake e Napoleone.

giovedì 5 febbraio 2009

Juventus-Napoli 4-3* ai rigori (Avanti!)

IL mio avanti di stasera è più un’esclamazione di sollievo che la cronaca sintetica di una qualificazione alle semifinali. Le coronarie messe a dura prova fino all’ultimo rigore, questo è stato i suo finale.
Partita che metteva di fronte due squadre che attraversano un periodo davvero spento, logico era quindi pensare fin dall’inizio al pareggio. Nel mio pronostico da bar vedevo un pareggio e la qualificazione del Napoli ai rigori, e devo dire che non ci sono andato poi tanto lontano, e poi quel Sissoko che calcia quel rigore nel mio déjà-vu…
Le due squadre scendono in campo timorose, la paura di perdere è nell’aria come la nebbia di Toto e Peppino (c’è ma non si vede) la si può però identificare dagli spazi risicati e dal pressing asfissianti di entrambe. Però i partenopei conoscono il nostro punto debole, i contropiede. Così dopo un match italianissimo all’insegna delle barricate quando la stanchezza inizia a fare il suo lavoro eccoli sgroppare sulle fasce. Meno male però che il punto debole del Napoli di questo periodo è proprio la sua scarsa vena realizzativa. Ne sa qualcosa Zalayeta tra tutti a cui so che, aldilà delle sue dichiarazioni settimanali, quel gol ciccato è rimasto in gola. Poi ecco re David, come suo solito non è mai li per fare l’Amauri di turno, il suo viaggiare sul filo del fuorigioco primo o poi premia sempre. In realtà anche stasera l’aveva fatto e poteva significare un attacco di cuore in meno perché sarebbe stato il gol della qualificazione in extremis. Gol peraltro regolare ma pare che di questi tempi si abbai solo quando ci va bene con gli arbitri (vedi Reia e i suoi, i soliti vittimisti da bordocampo, oggi sempre addosso ai pantaloncini gialli di Ayroldi, e poi quel Lavezzi che deve sempre tentare il tuffaccio). Solo un buono sprazzo nel finale della Juve limita il disastro.
Non si è notato però alcun accenno a una reazione alla crisi e giocare ogni tre giorni non aiuta. Con tutti gli infortuni anche oggi siamo stati costretti a schierare i nostri carichi e perlopiù per 120 minuti. Giovinco non convince ma è fuori ruolo, Iaquinta forse perde un’altra occasione, Marchionni non gira e Sissoko lo fa solo a intermittenza.
Penso che in attesa che passi a nuttata dobbiamo sperare ancora in queste lotterie della fortuna e prendere anche le vittorie strappate coi denti.

domenica 1 febbraio 2009

Juventus-Cagliari 2-3 (Cacciate il cantante 2… L’alba dei morti viventi)

Quello a cui si è assistito ieri è stato come il sequel del famoso horror “la notte dei morti viventi” del grande George A. Romero. Quando infatti sembrava che si fossero eliminati tutti gli zombie d’ottobre ecco che te li ritrovi a circolare per il campo in balia di una squadra di medio classifica.
Palermo, Napoli, Udinese, Cagliari… Se il vecchio detto calcistico recita: “lo scudetto si vince sui campi delle medio-piccole” ecco spiegato in sintesi perché questa squadra dice definitivamente addio al tricolore. Certo nel corso di un intero girone di ritorno non ci saranno solo periodi di nera crisi (o almeno voglio sperarlo) e assisteremo (forse) più volte a riavvicinamenti e riallontanamenti “fisarmonicali”, come sempre accade, ma i 9 punti di distanza dall’Inter, che sono 10 alla luce della sconfitta nello scontro diretto, a mio parere bastano a farci salutare il treno 2008/2009.
Il caro vecchio cantante attaccato duramente e poi difeso a spada tratta, anche dagli stessi soggetti, continua nel corso degli anni ad allenare nella continua voglia di migliorarsi non rendendosi però conto che solo ai mediocri spetta questa eterna ricerca. Per molto meno Lippi, in una sua celebre sfuriata, dopo aver perso in casa col Parma prese le distanze dalla squadra dimettendosi. Qui oggi un uomo resta, essendosi sobbarcato la responsabilità di una campagna acquisti fallimentare (vera causa di tutti i mali) continuando a schierare formazioni amorfe che come in quest’ultima occasione si fanno rimontare sul 2-1 col la classica tattica del contropiede (cosa che spetterebbe a chi è in vantaggio) e con una gestione infortuni ridicola e dannosa. Schierare Buffon nella sconfitta col Palermo ed esporlo alla ricaduta dell’infortunio e schierare Zanetti titolare fisso in partite ogni tre giorni per riconsegnarlo all’infermeria denota l’incapacità di imparare dai propri errori. I dati dicono che la Juve ha fatto meglio quando la sorte a privato Ranieri del libero arbitrio di sbagliare formazione.
Ma tutto poi davvero è imputabile solo al cantante? Deschamps lasciò la Juve perché capì di non poter avere una squadra competitiva per la A, col senno di poi bisogna dargli ragione. I giocatori? Non dimostrano alcun senso di responsabilità e poco professionismo. Commettono errori da oratorio. Sissoko l’elemento principe dell’incoerenza di questa squadra ieri segna due gol, uno suo l’altro con delega per il Cagliari con quella palla persa a centrocampo. L’attacco spuntato aspetta ormai che siano i difensori e i centrocampisti a preoccuparsi del gol. Cosa volete che vi dica, parafrasando il loro stesso spot… saranno “appena tornati”.