domenica 20 dicembre 2009

Serie A 17> Juventus vs Catania 1-2 – Al bar dello sport

E’ l’inferno del nostro scontento, disse “uno”, una volta. Nella domenica in cui la realtà supera la fantasia, si assiste oggi al remake di un altro film comico, quello con Lino Banfi e Jerry Calà. Noi siamo quel tifoso, che nel film, torna a casa con la bandiera ammainata, prima che Banfi sbatta contro il palo. Gelo in campo gelo nel cuore, dunque. Si continua ad assistere passibilmente ad uno sfacelo, ormai denunciato da troppo tempo. A questo punto l’unica è sperare che l’immobilismo continui, visto che son saltate alternative serie del calibro di Spalletti e Mancini, mentre non meritiamo di spendere altri 5 milioni all’anno per Hidding, che forse potrebbe valerli tutti, ma che in realtà sarebbe non far pagare i conti a chi davvero dovrebbe farlo: l’attuale dirigenza. Così spero che Ferrara rimanga e che la Juve quest’anno arrivi ottava, tanto da non entrare in Europa neppure dalla porta di servizio. Muoia Sansone con tutti i Filistei e voglio vedere se qualcosa cambia. 60 milioni di commissari tecnici, trovatemi una alternativa a tutto ciò, ed è per questo che lancio la mia campagna: Salviamo Ferrara.
Il cantante è a due punti dal suo usurpatore, cacciato per molto molto meno, nel nuovo “stile” Juve. Ad una domanda delle tv: “la Juve e a due punti da voi ma ad inizio campionato il vostro distacco era abissale…” verrebbe da suggerirgli: “Beh… noi ci siamo migliorati mentre loro sono peggiorati. E’ questa la verità dei fatti E’ Corvino che sghignazza, è il progetto costruito con la paglia e spazzato via da un uragano, è l’assoluta mancanza di dignità di una squadra, che non ha neppure l’umiltà di non presentarsi davanti ai microfoni per le dichiarazioni di rito. Anzi, con assoluta sfacciatagine, vengono qui oggi a snocciolare frasi di circostanza, più vecchie del gioco del calcio.
Ma, del resto, se sbatti fuori Melo nel primo tempo (che pur lo merita sempre più sovente) invece di buttar fuori Tiago dopo l’ennesima stronzata (vedi rigore) dimostri quanto inefficaci siano, non solo i tuoi dettami tattici, ma anche le sue “punizioni” ai singoli. Ma la Juve è sempre troppo buona. Poteva licenziare qualcuno la vigilia di natale? Nelle commedie natalizie, queste son cose che fanno solo i cattivi.
Se dunque per Natale facciamo un simile regalo al Catania, che non meriterebbe, nel senso che la salvezza dovrà cercarsela negli scontri diretti, mentre così rischia di montarsi la testa, mi chiedo allora se per la befana non si possa fare un regalo anche al Parma. A chi dice di non voler più guardare le partite, ne allo stadio ne in tv, io rispondo che sarebbe inutile. I vostri soldi l’anno già intascati indipendentemente da quello che decidete. Allora non ci resta che piangere?  Io una cosa la faro il giorno della Befana mi siedo davanti alla tv, magari con una birra in mano e grido… FORZA PARMA !!!

SCHEDA TECNICA

Serie A 2009/10 – 17ª giornata d’andata
Torino, stadio Olimpico
Domenica 20 dicembre 2009
JUVENTUS-CATANIA 1-2 (0-1)
RETI: 23’ pt rig. Martinez, 20’ st Salihamidzic. 41’ st Izco.
JUVENTUS: Manninger; Caceres, Legrottaglie, Cannavaro, Grosso; Marchisio, Felipe Melo (32’ pt Salihamidzic), Tiago (21’ st Giovinco); Diego; Amauri (25’ st Del Piero), Trezeguet. A disposizione: Chimenti, Grygera, Molinaro, De Ceglie. All. Ferrara.
CATANIA: Andujar; Alvarez, Silvestre, Spolli, Capuano; Ledesma (15’ st Izco), Biagianti, Carboni, Llama (33’ st Bellusci); Morimoto (24’ st Plasmati), Martinez. A disposizione: Campagnolo, Augustyn, Moretti, Ricchiuti. All. Mihajlovic.
ARBITRO: Pierpaoli di Firenze.
AMMONITI: 22’ pt Tiago, 42’ pt Morimoto, 45’ pt Diego, 9’ st Cannavaro, 12’ st Marchisio.

giovedì 17 dicembre 2009

A SERIOUS MAN – J. & E. Coen

Se oggi non ti va tutto per il meglio, sorridi… domani andrà peggio. Poiché se conduci una vita mediocre e speri nel cambiamento, non è detto che tutto possa cambiare in meglio. E’ questo il lite motive che i Fratelli Coen usano in ogni loro film. C’è sempre infatti chi, nel tentativo di cambiare l’andamento della propria vita, prende scorciatoie che lo porteranno presto sull’orlo del baratro. La figura è quella retorica del peccato originale, mangi la mela o ti annoi in paradiso? I film dei Coen sono dunque, in questo senso, film entropici, con trame usate a pretesto, per porre all’attenzione del pubblico una feroce critica verso la società e la condizione della vita umana. In verità, in questo modo si sono attirati negli anni molti “nemici”. E Così dopo essersi inimicati i conservatori con “Non è un paese per vecchi” e aver ridicolizzato i servizi segreti in “Burn after reading”, con A serious man i Coen scendono al nocciolo della questione, la loro fede. Siamo certi quindi che con questo film molti ebrei storceranno il naso.

Larry Gopnik, Il protagonista del loro ultimo film, è un professore di matematica che sembra uscito da un romanzo di Kafka. Tutto gli capita senza che lui faccia nulla, e più non fa nulla e più gli capita. Sua moglie decide di lasciarlo per un altro, suo fratello gli si aggrappa addosso come un parassita, con tutto il suo carico di problemi, i suoi figli sono sempre più apatici e persino la sua carriera è a rischio a causa di uno studente che tenta di corromperlo. Sballottato di qua e di la, dalla routine degli altri, tenta di rientrare nel flusso delle cose, ma viene sempre più spinto ai margini dalla corrente della vita borghese. Proprio come ne “il processo” di Kafka, Larry si sente sotto accusa e continua a ripetersi: “non ho fatto nulla”, ma, in verità, non sembra opporre alcuna seria resistenza a tutto questo, quasi che le cose dovessero tornare a posto da sole, per una certa giustizia divina. “Una realtà che dispone di noi, usandoci e lasciandoci senza certezze”… appunto. Lui però no si da pace, ed inizia voler cercare risposte nella fede rivolgendosi a vari rabbini. Ma questi, invece di fornirgli le risposte che vorrebbe, sembrano scoraggiarlo a farsi delle domande, convincendolo che il problema, in realtà, è solo nella sua testa.

Ed è qui che etra in gioco la critica dei Coen. Dalla fede, nulla gli è dovuto. Insomma, per semplificare grossolanamente, mentre in qualsiasi altra fede esiste un paradiso e quindi una salvezza (pensiamo ai cristiani salvati dal sacrificio di Cristo, o ai Musulmani nel loro paradiso-harem, o piuttosto ai Buddisti e le loro seconde opportunità) in quella ebraica si vive sapendo di dover attendere una salvezza, ben lungi dall’arrivare. In questa perenne attesa i suoi protagonisti si trascinano in un’esistenza stanca e disincantata, in cui la ribellione emotiva di Larry e solo un’anomalia di un sistema ben rodato. Larry è un matematico, e come tale si aggrappa alla solidità della matematica, la quale ci dice che 2+2=4 e non si scappa. Non comprende e non accetta che possa esserci, anche in scienza, un principio di indeterminazione (Heisenberg). Nella sua testa vorrebbe dare una risposta razionale al paradosso del gatto di Schrödinger, ma sa che questo non è possibile e non sa che fare. Non ama la moglie, ma il pensiero di perderla lo devasta perché perderebbe la normalità della propria vita.

Aldilà di quanto detto A seriuos man è soprattutto un film comico. Si tratta, però, di una comicità sottile, quella comicità grottesca (quasi fantozziana) che si annida nella vita di tutti i giorni. non è però un film per tutti. Oltre al fatto che solo chi conosce la cultura ebraica potrà coglierne l’ironia, lo si apprezza a pieno soltanto se si conosce il pensiero dei Coen. Prendiamo il finale, ad un occhio distratto e superficiale può non dir nulla, ma è la risposta è proprio nel principio di indeterminazione poco fa citato. Il protagonista (e qui torniamo all’inizio del nostro discorso) compie il canonico “peccato originale”. Corregge il voto divenendo corrotto e gli arriva la telefonata del suo dottore. Larry sente che non sarà una buana notizia, nel frattempo arriva un uragano. Tutto allora si sospende e non sapremo mai se il gatto nella scatola e morto o è vivo. Tutto nella vita e nella morte può essere ricondotto a questo pensiero. Insomma, volendo fare un autocitazione si potrebbe italianizzare il titolo in: poi si risolve.

martedì 15 dicembre 2009

Processo a calciopoli: Condannato Giraudo… e un certo Dondarini.

E così, il processo a Calciopoli miete le prime vittime. Premetto che le sentenze dalla giustizia ordinaria vanno rispettate e che prendo atto della condanna di Giraudo, ma ne contempo faccio tre riflessioni:
  1. La scelta del rito abbreviato è stata (che in appello la sentenza sia confermata o no) sbagliata. Il rito abbreviato non ha permesso di sentire i testimoni che Moggi ha voluto sentire, o di acquisire nuove prove. Rispetto all'altro "filone" di fatto il processo non si è basato su quello che si diceva in aula, ma basato sulle prove già acquisite. Era scontato che andasse così. In parole povere Moggi si sta difendendo molto meglio di Giraudo.
  2. Giraudo è stato condannato anche per il fatto di far parte di un'associazione a delinquere della quale non era il "pomotore" (in pratica non ne era il capo).
    Prevedendo che presumibilmente questo "promotore" possa essere Moggi si aprono 2 scenari:
    • Il processo a Moggi è già scritto, indirizzato, visto che se Giraudo faceva parte di quell'organizzazione ed il capo si suppone sia Moggi, alla fine si farà in modo di condannare Moggi (anche se fino ad ora al processo sono emerse cose ben diverse). Inoltre  mi risulta difficile credere che se Giraudo fosse uno degli "affiliati" non ne fosse il "promotore" assieme a Moggi: Moggi e Giraudo hanno condiviso assieme tanti anni di vita sportiva, le decisioni le prendevano assieme... Insomma era più plausibile una condanna piena o un'assoluzione piena
    • Il processo scagionerà Moggi, e allora ci sarebbe un bel paradosso (ovviamente sempre che l'appello dica le stesse cose): Giraudo "affiliato" di un'associazione a delinquere della quale non c'è un capo.
  3. Tra i condannati c'è anche l'arbitro Dondarini, famoso per aver arbitrato (dopo calciopoli) una delle partite più scandalose a livello arbitrale degli ultimi anni: Reggina-Juve 2-1 del febbraio 2008. Riuscì nella stessa partita a negare 3 rigori netti ai bianconeri, a darne uno al 90' alla Reggina del tutto inventato, e a sbattere fuori Zanetti. Difficile credere che un arbitro implicato in calciopoli avrebbe diretto la gara diversamente.
Ora qualsiasi persona dotata di intelletto potrebbe chiedersi: se Collina era al corrente dei fatti precedenti al 2006, sapeva che Dondarini era un arbitro "condizionabile" o diciamo così poteva arbitrare in modo accomodante (le sentenze per ora questo dicono), perchè lo ha mandato a dirigere una partita della Juve ben sapendo che avrebbe palesemente sfavorito i bianconeri (è un dato di fatto, basta farsi un giro su internet per leggere cosa si disse a proposito di quell'arbitraggio)?
A questo punto emerge un arbitraggio non superpartes non solo prima del 2006 ma anche dopo, in pratica anche il campionato 2007-2008 risulterebbe falsato (ricordiamoci che il primo campionato in serie A della Juve post calciopoli fu pieno di partite come Reggina-Juve, basta ricordare il Bergonzi capace di regalare due rigori al Napoli contro i bianconeri). In pratica calciopoli esiste ancora e Collina con le sue designazioni ha fatto si che molte partite siano risultate falsate.
Detto questo aspetto le motivazioni della sentenza, dell'appello e l'esito del processo a Moggi per farmi un idea più precisa.

domenica 13 dicembre 2009

Serie A 16> Bari vs Juventus 3-1 – Loro galletti, noi polli.

Se, ad un banco di poker, ti guardi attorno e non riesci a trovare il pollo, vuol dire che il pollo sei tu. Ieri sera in verità, a quel banco da poker verde, pensavamo di aver trovato un pollo, contro cui giocarci il nostro ultimo asso di bastoni, invece erano solo i galletti del Bari che, a differenza nostra, giocano a calcio (e detto da un foggiano vale di più).
Anestetizzati, è la parola. Contro questa squadra non ci si incazza nemmeno più. L’immobilismo della dirigenza demanda ad una stasi quasi innaturale. Ferrara resta al suo posto e si presenta in conferenza stampa con le solite frasi di circostanza, come se proseguire un passo avanti e due dietro fosse una cosa naturale. Perché date addosso a questa squadra? (quante volte ce lo siam sentiti dire e, ahimè, continueremo a sentircelo dire). Siamo un progetto e… bla bla bla (si, la cattedrale nel deserto). Ma, scusate la domanda, un progetto non prevede un miglioramento nel tempo? Della serie, si stava meglio quando si stava peggio, abbiamo mandato a casa Ranieri per Ferrara. Abbiamo avuto pazienza nell’aspettare inutilmente “bradipo” Tiago, che ieri si è mangiato il mangiabile, ma abbiam dato via Almiron, che nell’emblematica serata di ieri segna e chiede scusa, quasi a voler dire: la colpa non è vostra se questa dirigenza è incompetente. Stessa dirigenza che da via il giovane Iago per farlo giocare nella primavera del Bari… assurdo! Ma perchè la Juve no c’è la una primavera? nemmeno li c’è posto per i talenti? L’inverno della Juve, più che altro.
Non vi lamentate, ci diranno sghignazzando. Nel calcio si vince e si perde, oggi a voi domani a un altro. Questo è quello che dobbiam subire nel prossimo avvenire. Questo accade nel calcio quando ci si rivolge all’avversario. Ma coloro che parlano così, fingono di ignorare che nel calcio moderno, con tutti i soldi che gli addetti ai lavori guadagnano, mandare a casa gente per i propri cattivi risultati non solo e giusto ma è anche doveroso. Molti come me si sono ormai rassegnati. L’inverno è ancora lungo e la neve ancora dietro l’angolo. Continueremo a viaggiare per l’Italia, alternando vittorie a sconfitte, elogi a critiche e alla fine, urrà, ci salveremo. Criticare modulo e giocatori, oggi come oggi, è quanto di più inutile se l’uno e trino continuerà a sedere in tribuna.
Ed ora sotto con l’inutile rap del primo rigore contro (realizzato) e il primo a favore (sbagliato). Del laser su Diego che si accinge a battere il rigore sbagliato. E della pessima prova di Cannavaro, che procura rigore e per poco non segna un clamoroso autogol degno di mai dire gol… Commentare il gioco in campo è ormai diventato superfluo.

SCHEDA TECNICA

Serie A 2009/10 – 16ª giornata d’andata
Bari, stadio San Nicola
Sabato 12 dicembre 2009
BARI-JUVENTUS 3-1 (2-1)
RETI
: 7’ pt Meggiorini, 23’ pt Trezeguet, 44’ pt rig. Barreto, 36’ st Almiron.
BARI: Gillet; Andrea Masiello, Diamoutene, Bonucci, Stellini; Alvarez, Almiron, Donati, Rivas (18’ st Kamata); Barreto (15’ st Greco), Meggiorini (25’ st Gazzi). A disposizione: Padelli, Belmonte, Allegretti, Koman. All. Ventura.
JUVENTUS: Buffon; Caceres, Legrottaglie, Cannavaro, Molinaro (21’ st Grosso); Tiago (30’ st Camoranesi)(41’ st Giovinco), Poulsen, Marchisio; Diego; Amauri, Trezeguet. A disposizione: Manninger, Grygera, Salihamidzic, Del Piero. All. Ferrara.
ARBITRO: Tagliavento di Terni.
NOTE: al 23’ st Diego sbaglia un calcio di rigore.
AMMONITI: 7’ pt Meggiorini, 22’ pt Tiago, 43’ pt Cannavaro, 23’ st Almiron.

mercoledì 9 dicembre 2009

CL Juventus vs Bayern Monaco 1-4 – Ciro, Ranieri è meglio di te



<< Leggi l’andata
Adesso è ufficiale e senza più tema di smentita. Ferrara non è un allenatore di calcio… o almeno non ancora, e di sicuro ha già fatto peggio di Ranieri, che almeno arrivo agli ottavi. Ma più che altro, da tutti noi tifosi, bisogna che si alzi, grande e indistinguibile, un solo coro di imprecazioni: DIMETTETEVI !!!
Se ha un po' di orgoglio, si dimetta Ferrara, il giornalista incompetente chiamato a sostituire un cantante mediocre. Che parte con il rombo sapendo che si poteva anche pareggiare, passa al 4-4-2 quando invece doveva rimontare lo svantaggio e schiera Giovinco a 10 dalla fine. Se non è un uomo in confusione questo, chi lo è? Altro che camaleonte solido. Un squadra immobile e senza idee, che punta tutto sugli spunti dei singoli, è una squadra che scende in campo senza un allenatore in panchina. Ciro, Ahimè per lui, è rimasto un allenatore in seconda, raccomandato da Lippi alla Juve, nella più classica della pastetta italiana. Mi spiace esser così duro con lui ma a tutto c’è un limite. Bandiera di una Juventus con la J maiuscola che ormai non esiste più, e da cui, quest’ultima arrivata, ha preso un nome che non merita affatto. Una juve con la j minuscola che ne usurpa il trono.
Poi vorrei rivolgermi a quel Tuttosport, che tanto bersagliò (a ragione) Ranieri, voglio vedere come vi comportate ora. Siate coerenti e meno faziosi per una volta e discostatevi da quel malcostume, tutto italiano, di avere redazioni di giornali come membri di partito o ultras di curva. Spendete una parola per Ferrara.
Ma più che altro, si dimetta la dirigenza, che non capisce una “c” di calcio! Cosa si poteva pretendere da Ferrara? Siete voi che dovreste dimettervi più di lui. 50 milioni per persone che devono accomodarsi in panchina perchè non sono altro che brocchi, che meritano la sostituzione. La Fiorentina è li che ride. Ci ha rifilato Melo, che gioca peggio di Poulsen (roba da pazzi!). Meglio che Diego inizi a comperare una bella coperta per quella panchina, in vista dell’inverno, perchè non può essere più considerato un titolare inamovibile. Almeno finché non si darà una svegliata. Fuori il barbiere di Siviglia Blanc. come si può affidare una squadra, come questa, interamente a lui? Non si deve far molto, mandi via uno e cambi tutti.
Sono questi i giocatori che dovevano farsi la B, non quegli altri. Anche se qualcuno c’era anche stasera, gli altri non meritano ne l’Europa, ne il campionato di serie A, ne questi tifosi. Nessun orgoglio personale, nessun attaccamento alla maglia. Perdere 4-1 in casa, una partita così importante, non può passare con una dichiarazione di routine. Adesso, invece di presentarvi tutti a dire ipocrisie, come state facendo, fermatevi, riflettete e “aderite al silenzio”… come dissero i Depeche Mode.
La lunga strada che ci conduce al termine di questa stagione sarà costellata di figuracce. Venite a noi, perchè nessuno avrà il coraggio di dimettersi. Non in quest’Italia delle poltrone e dei vittimisti.

SCHEDA TECNICA

Champions League 2009/10 - Fase a Gironi
Girone A – 6ª giornata
Torino, stadio Olimpico
Martedì 12 dicembre
JUVENTUS-BAYERN MONACO 1-4 (1-1)
RETI: 18’ pt Trezeguet, 29’ pt rig. Butt, 7’ st Olic, 37’ st Gomez, 46’ st Tymoshchuk.
JUVENTUS: Buffon; Caceres, Legrottaglie, Cannavaro, Grosso; Camoranesi, Felipe Melo (35’ st Giovinco), Marchisio; Diego (19’ st Amauri); Del Piero (1’ st Poulsen), Trezeguet. A disposizione: Manninger, Grygera, Salihamidzic, Tiago. All. Ferrara.
BAYERN MONACO: Butt; Lahm, Van Buyten, Demichelis, Badstuber; Muller, Van Bommel, Schweinsteiger, Pranjic (26’ st Robben); Olic (33’ st Tymoshchuk), Gomez. A disposizione: Kraft, Braafheid, Breno, Altintop, Klose. All. Van Gaal.
ARBITRO: Busacca (Svizzera).
AMMONIZIONI: 7’ pt Prannjc, 13’ st Schweinsteiger, 26’ st Demichelis.
NOTE: spettatori 25.507 per un incasso di € 939.816,52.

domenica 6 dicembre 2009

serie A 15> Juventus vs Inter 2-1 – Marca Marchisio, Più neri che azzurri.

E’ nostra, la partita più importante (per l’orgoglio) è nostra. Certo poteva essere più decisiva, invece si è trattata della solita nemichevole. Chi voleva calcio champagne era pregato di cercarlo altrove. C’è stato Milan-Sampdoria apposta per questo, alle 18. Non Juve-Inter, ormai la battaglia per eccellenza, e chi lo ignora è soltanto un’ipocrita con i paraocchi. E proprio una battaglia è stata. Maschia e muscolare. Con una Juve che veniva da due sconfitte consecutive e con la consapevolezza di doversi giocare tutto per non soccombere. Con quel cuore, e con quell’orgoglio, che ancora ci restava ci siamo subito buttati a capofitto nell’incontro. Bellissima partenza, veemente e aggressiva, coi nostri che gli mordevano le caviglie e non gli si scrollavano di dosso. E poi quel gol di Chiellini… Forse Melo… no Chiellini… ma c’è una deviazione, fa esplodere l’olimpico. Lo stadio è una bolgia e la gioia è incontenibile. Mugugnho a questo punto perde le staffe e Saccani lo manda dietro la lavagna. Ma la gioia non dura granché e il pareggio è dietro l’angolo. Ma poi, quando tutto sembrava avviato verso questo destino eccolo li… la perla di Labuan (come qualcuno malignamente lo chiama), partito da un’imbeccata di Diego si fionda sulla respinta di Cesar, al tiro di Momo, dribbla Samuel e la infila Julio Cesar. E qui vien giù lo stadio. Il portierone nerazzurro dopo stasera scenda da quell’o scranno da usurpatore, Buffon è sempre il numero uno… d’altro canto lui ha già scelto il 12.
Possiamo dirlo, Caceres c’è. Il pelato coi capelli lunghi fa una signora partita. Tutti però mettono in campo il loro impegno, e persino Buffon, mai visto così grintoso, partecipa alla rissa finale. Il peggiore in campo, non può che essere l’arbitro. Ma d’altronde ce lo si aspettava. Lui il vero mediocre, più che la partita stessa. Inutile parlare dell’ennesima partita senza un penalty a favore, o di Muntari e Samuel graziati, come a Lourdes, dal giallo. ma del resto ha sbagliato anche qualcosa a loro sfavore. Il tentativo di mandare in campo Balotelli per buttarla in caciara è riuscita, invece, soltanto in parte. Se è vero che ha causato l’espulsione di uno sciocco Melo, che rischia la doppietta di squalifica, gioca invece indecentemente. Non si capisce come si continui a difendere un simulatore del genere, che di sicuro ha alle sue spalle ottimi maestri.

SCHEDA TECNICA

Serie A 2009/10 – 15ª giornata d’andata
Torino, stadio Olimpico
Sabato 5 dicembre 2009
JUVENTUS-INTER 2-1 (1-1)
RETI: 20’pt Chiellini, 26’ pt Eto’o, 13’ st Marchisio.
JUVENTUS: Buffon; Caceres, Cannavaro, Chiellini, Grosso; Sissoko, Felipe Melo, Marchisio (35’ st Poulsen), Diego; Del Piero (26’ st Camoranesi), Amauri. A disposizione: Manninger, Grygera, Legrottaglie, Giovinco, Trezeguet. All. Ferrara.
INTER: Julio Cesar; Zanetti, Lucio, Samuel (44’ st Materazzi), Chivu; Muntari (15’ st Balotelli), Cambiasso (33’ st Mancini), Thiago Motta; Stankovic; Eto’o, Milito. A disposizione: Toldo, Cordoba, Khrin, Vieira. All. Mourinho.
ARBITRO: Saccani di Mantova.
ESPULSIONI: 42’ st Felipe Melo
AMMONITI: 25’ pt Felipe Melo, 27’ pt Samuel, 16’ st Grosso, 35’ st Amauri, 42’ st Balotelli, 48’ st Caceres.