lunedì 30 agosto 2010

Serie A 1> Bari vs Juventus 1-0 – il rientro dalle vacanze… mentali.

Dove eravamo rimasti? Niente paura la nostra cara Juve è qui a farci un riassunto delle puntate precedenti. Finite le illusioni che molti, ma non io, si son fatte sul precampionato e sul mercato, tutto fumo e niente arrosto, si torna a sbattere il muso sulla dura realtà.

Come si è evinto dai post (mancati), mi è parso superfluo commentare partite fatue come quelle dei preliminari di UEFA League. Squadre modeste che in tempi migliori si sarebbero affrontate in sonnacchiose amichevoli d’agosto ce le siam trovate di fronte in partite ufficiali, non hanno evitato facili gridolini di entusiasmo perlopiù esagerati. Giornali come Tuttosport, che per questioni di marketing e opportunità hanno pompato tifosi con effetti speciali ed elogiato il mercato senza per nulla ragionare su fatti oggettivi, rappresentano ancora un male per questa squadra che come al solito si è sentita “arrivata”.

L’analisi del mercato: va affrontata con cognizione di causa, iniziando dalla dittatura tattica di un senatore capitano, tale Alex Del Piero che nel corso degli anni è entrato nella storia della Juventus regalando a questa squadra tantissime vittorie ma chiedendo in cambio “sacrifici umani”: Miccoli, Bojinov, Giovinco, Diego, sacrificati per conservagli il ruolo. Sacrifici che alla sua età (quasi 36 anni) iniziano a diventare pesanti da sostenere, visto che è ormai oggettivo che il capitano stesso non può reggere 90 minuti (e forse nemmeno 60). Per il resto soltanto facili entusiasmi, sicuramente anche dettati dalla voglia di illudersi che il giorno del riscatto arrivi presto. Ma oggettivamente Marotta non è affatto un genio.

Del Neri: Un ottimo allenatore… per il Chievo o la Samp! Ma per il resto alla sua età cosa ha vinto?
Martinez gioca si e no una decina di partite a Catania, e non Madrid, per infortuni vari ebbene potevamo privarcene? No! Difatti dopo la prima con noi è già infortunato (1 mese e mezzo).
Quagliarella: il Napoli lo liquida perchè scommette su Cavani, Cavani segna e noi ci prendiamo Quagliarella (una da massimo 6-7 gol a stagione).
Pepe: ottimo giocatore-operaio con un tiro pessimo.
De Ceglie: un giocatore non da Juve, come ha dimostrato lo scorso anno, che come alternativa ha ancora e soltanto Grosso (in eterna partenza)

Questa campagna acquisti sarebbe stata miracolosa per la Samp, per l’udinese, per il Palermo, ma non per noi. Via Diego, Giovinco, Camoranesi, Trezeguet, mosse giuste e meno giuste che di fatto, con l’infortunio di Amauri, Martinez, Marchisio, renderanno molto ardue le prime giornate. A poche ore dalla chiusura del mercato dobbiamo ridurci a sperare che arrivino almeno un terzino sinistro e un attaccante di peso, che di sicuro difficilmente saranno anche campioni. Scusatemi se insisto, questa non è Juve… Juvinese o al massimo Juvedoria… ma non ancora Juventus.

martedì 17 agosto 2010

Red dead redemption - Rockstar colpisce ancora (con una colt) Parte 2


John Marston: eroe o anti-eroe?

Il protagonista della vicenda è perfettamente delineato, e suo malgrado sarà costretto ad intraprendere un viaggio verso la redenzione, un viaggio pieno di personaggi e situazioni che vanno dal bizzarro al drammatico (nella seconda parte).
John Marston non è un eroe, non il classico paladino fedele alla giustizia, anzi le sue azioni saranno dettate sempre dalla volontà di raggiungere un fine molto personale, ecco quindi che le vicende dei personaggi e le loro battaglie non saranno altro che un mezzo per avere nuove informazioni sul prossimo obiettivo.
Starà inoltre a noi decidere se abbracciare la via della giustizia o della criminalità, con una barra che mostrerà di volta in volta i nostri progressi in una o nell'altra direzione.

John avrà modo di mostrare sia la sua parte più buona nei momenti in cui sarà richiesto il suo aiuto, sia di farci ricordare che il suo background è pur sempre quello di ex-criminale che vuole cambiare vita, insomma non si parla certo di un personaggio senza macchia e senza paura.

John Wayne o Clint Eastwood?

Il genere western si è sempre diviso in due grandi filoni: quello americano contraddistinto dai suoi peronaggi eroici e dai suoi assedi, e quello denominato spaghetti western, dove i personaggi spesso non sono ne buoni ne cattivi, ma tutti approfittatori e dove la giustizai molto spesso è del tutto assente.

Red ded redemption prende alcune caratteristiche dall'uno e altre dall'altro, mantenendo un perfetto bilanciamento: la prima parte è sicuramente più vicina al primo filone, la seconda invece sarà più sbilanciata verso una storia dove nessuno può dirsi davvero un Santo, e dove la fine del vecchio west è ormai alle porte (i personaggi e le loro battaglie lasceranno spazio ad altre: la prima guerra mondiale ad esempio).
Anche la trama nel suo dipanarsi avrà modo di appassionare il videogiocatore, soprattutto la seconda parte sarà ricca di momenti epici e da ricordare.

Insomma Red dead redemption è un gioco che VA giocato, soprattutto epr coloro che amano il genere wester in particolare: la storia narrata è ottima e il divertimento è assicurato, l'ennesimo centro di Rockstar

Voto 9

Red dead redemption - Rockstar colpisce ancora (con una colt) Parte 1



Il Western ed i videogames

Il mondo dei videogiochi negli ultimi anni ha allargato di parecchio il suo raggio d'azione ai generi più disparati: anche grazie alla potenza delle nuove console non è più improbabile trovare videogames che affrontano temi quasi impossibili da trattare in passato.

Il genere western però è sempre stato piuttosto comoplicato da trasporre in versione videoludica: vuoi per la difficoltà di "costruire" la fisica dei cavalli, vuoi per la necessità di dover bilanciare i vari elementi che devono caratterizzare il gioco (sparatorie a cavallo e a piedi, ricreare un ambiente realistico spoglio, ma allo stesso tempo vivo, dare al tutto un atmosfera complicata da replicare con personaggi ed ambienti virtuali).

Ci sono già stati dei tentativi in passato di entrare nel mondo del vecchio west da parte del mondo videoludico: Gun, Call of Juarez, lo stesso Red dead Revolver della Rockstar (primo capitolo della saga, anche se di fatto del tutto slegato dalle vicende del seguito), e in parte ci sono state delle ottime intuizioni, tuttavia i giochi si rivelavano troppo propensi allo sparatutto, quando non decisamente noiosetti e privi d'atmosfera, atmosfera che invece dimostrava di avere un gioco lontanissimo dal genere western, ma con una bellissima rappresentazione del rapporto tra il destriero e del suo "cavaliere": Shadow of the Colossus.
Ecco quindi che Red dead redemption era atteso al varco perchè le aspettative erano altissime.


Varietà e libertà

Red dead redemption è un capolavoro: lo si capisce già dai primi dialoghi, dalla cura con la quale vengono ricreate le situazioni (nelle città o meno) e gli obiettivi (le sottomissioni sono tantissime, ma rispetto a Gta IV sono meglio amalgamate nel contesto, e spesso inserite nella stessa trama), dalle ottime mini-storie riguardanti gli "sconosciuti" che incontreremo nel cammino (più "rifinite rispetto a GTA IV, e più "simpatiche), dall'ottima realizzazione del personaggio principale (magari i personaggi di contorno invece sono molto meno memorabili, in quanto meno approfonditi)...
Ovviamente il gioco resta un free roaming, per questo "non per tutti", vista la sua classica serie di missioni principali alternate ad una massiccia dose di ore perse in giro cercando un obiettivo, o semplicemente godendosi il panorama, mantiene però la classica dispersività dei giochi appartenenti al genere (anche se molto più sfumata rispetto ai giochi precedenti).

La principale difficoltà da superare era conciliare la vastità del territorio (addirittura superiore a quella di San Andreas), con la necessità di non annoiare il giocatore con viaggi infiniti a cavallo (visto che, come per GTA si è costretti a vagare in lungo e in largo per la mappa di gioco, ma con "mezzi" decisamente più lenti), e il rimedio è decisamente riuscito: diligenze sparse nelle varie cittadine, o se proprio non vogliamo perdere tempo c'è sempre un opzione per essere trasportati immeditamente nel posto che desideriamo grazie ad un provvidenzile accampamento (che ci permetterà anche di salvare).
Inoltre anche nel bel mezzo del deserto potremmo trovare compagnia: animali assetati di sangue ci inseguiranno senza tregua (quando non saremo noi stessi ad andarli a cercare per stanarli), o potremo incontrare degli sconosciuti che attiveranno le sottomissioni, o ancoraaltri epronaggi in cerca del nostro aiuto (non sempre però si riveleranno santarellini).

Insomma la varietà e la vastità non sarà sinonimo di noia (a parte alcuni casi), ma ci darà modo si avere sempre qualcosa da fare in ogni momento.