martedì 31 dicembre 2013

Col senno di POI - Un anno di Poi Si Risolve [edizione 2013]

Scampati alla tragedia Maya siamo giunti nel 2013 e di cose ne abbiamo viste tante, nel nostro giro attorno al sole. Innanzitutto abbiam scoperto che si può abdicare da Papa senza rischiare un girone dantesco dell'inferno. Così, tra un nuovo Pontefice qua e un nuovo governo là, siamo giunti fino alla sua fine attraversando la desolazione della crisi economica mondiale. Proprio come il nostro caro Bilbo Baggins nel suo viaggio di avvicinamento alla montagna solitaria, nel secondo episodio della saga, per l'occasione in doppia recensione.

martedì 24 dicembre 2013

Buon Natale a Tutti. Belli e Brutti

L'amministrazione di Poi Si Risolve augura un felice e sereno Natale a tutti voi... Amici e Nemici.

domenica 22 dicembre 2013

Serie A 17> Atalanta vs Juventus 1-4 - La NOVElla di Natale

Cambiando l'ordine del campo, la chiusura dell'anno non cambia. Come nel 2012 così nel 2013 la vittima sacrificale è l'Atalanta e i risultati sono gli stessi, vittoria e record nell'anno solare. 46 punti su 51, finora disponibili, 9 vittorie consecutive, Sempre vittoriosi in casa. Numeri mostruosi sbattuti in faccia della cecità dei faziosi più accaniti. Se c'è una cosa di cui la Roma dovrebbe rammaricarsi, invece di piangere inutilmente, e riconoscere che nulla ancora può contro chi è davvero di un altro pianeta. Anche con tutta la loro forza noi siamo più forti dei forti. Come Imperatori d'Italia nella valle dei re di Roma. Lo sport è anche questo.

giovedì 19 dicembre 2013

Coppa italia 1/8> Juventus vs Avellino 3-0 - Ave Juventus

Nel mese delle gare spostate allo Juventus Stadium va in onda un nuovo tutto esaurito per l'esordio in Coppa Italia dei bianconeri. Si in realtà, tutto esaurito solo tecnicamente parlando, dato che sono andati esauriti i pochi tagliandi (a prezzi bassi) messi a disposizione, per una partita che nasceva con poca storia. Difatti lo stadio era abbastanza vuoto per essere pieno stasera.

lunedì 16 dicembre 2013

Serie A 16> Juventus vs Sassuolo 4-0 - Babbo Carlitos porta ai bimbi tre regali di Natale + [le riflessioni del lunedì]

Babbo Carlitos straripante, regala ai bimbi della sud la sua prima tripletta in A e porta via il pallone nel sacco. In quella palla recuperata, sulla papera della difesa emiliana, e in quel dribling al portiere, vi è tutta la sua classe da implacabile campione. Nel secondo tempo per poco non faceva perdere il suo gol al mister, troppa la fretta di farlo nei primi secondi, con Conte che doveva ancora rientrare.  Festa anche per Peluso, che qualche mugugno l'aveva strappato con l'ennesima ammonizione stupida.

venerdì 13 dicembre 2013

LO HOBBIT (La desolazione di Smaug) – di Peter Jackson [doppia recensione]

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di Napoleone Wilson
di Snake Plissken
Il secondo capitolo della "nuova" trilogia di Jackson era attesa da tutti al varco, è sicuramente il film più rischioso in assoluto di tutta l'esalogia e quello sul quale sarebbe piombato il compito più gravoso in assoluto: non far rimpiangere la magnificenza della prima trilogia, cercare di tenere fede al libro e non scontentare i fan (già infastiditi per l'allungamento del brodo in merito alla trama) e dare la spinta decisiva a tutta l'operazione dopo un primo film si interessante ma comuque sia introduttivo.
Se "Un viaggio inaspettato" soffriva di necessarie lungaggini e di alcune scene fuori posto ma in sostanza restava abbastanza fedele allo spunto di partenza, in questo caso Jackson intinge il film di riferimenti a Appendici e Racconti incompiuti, allunga di qua e di là, inventa personaggi di sana pianta.
Il tentativo di regalarci un film ancora più dark ed epico a volte si scontra troppo nettamente con la natura da fiaba del racconto originario, ecco quindi che personaggi come l'elfo Tauriel e la sua "cotta" per il nano risultano posticce, troppo staccate dal resto, sovrapposte. Se in un film come Il signore degli Anelli tutto risultava coerente (L'amore tra Aragorn e Arwen) qui invece non appassiona, non coinvolge, non trasmette carica "drammatica". La stessa cosa si può dire ad esempio delle scene che hanno per protagonista Legolas, risultano staccate dal resto e, per quando alcune scene siano decisamente godibili, il suo surf (ormai marchio di fabbrica del personaggio reinventato dal regista) rischia di far naufragare il tutto.
Per foruna Jackson non è un novellino, il suo lavoro lo sa fare e da quella che in altri casi è una pecca riesce anche a trarre fuori alcune cose che arricchiscono invece che destabilizzare.
Attingendo a piene mani da altre fonti (le già citate Appendici) arricchisce i personaggi, gioca molto di più sulle assonanze tra  "Il signore degli anelli" e "Lo hobbit" (cosa che ovviamente Tolkien non fece avendo scritto prima l'avventura di Bilbo).
Si prenda ad esempio un personaggio come Bard, nel romanzo si personaggio "principale" (soprattutto nella parte finale) ma non caratterizzato in maniera perfetta, in questo caso invece si dona alla sua figura tutto uno sfondo e un contesto più approfondito.
Insomma nella prima parte del film c'è questo continuo scontro tra ottime reinterpretazioni del racconto originario e aggiunge che risultano fuori luogo, in un'alternanza tra momenti epici e pieni d'azione ed altri un po' più introspettivi che funzionano molto meno (non essendoci nella favola di Tolkien).
Quando il film entra nel vivo però il tutto viene spazzato via, dalle ali del terribile drago Smaug. Non c'è più tempo per l'introspezione, per le lungaggini, il tutto arriva al culmine e non potrebbe essere più riuscito. Effetti speciali magnifici, un incontro/scontro con il villain della saga che è una delle cose migliori partorite da Jackson fin dal Signore degli Anelli.
Se nel primo film avevamo un andamente simile, il tutto si concludeva con il ritorno di un personaggio a noi "caro", Gollum, che però nell'economia di questa seconda saga è pur sempre un personaggio secondario, una digressione, un qualcosa che Jackson trasformava da "semplice antagonista" (per Tolkien all'epoca Gollum valeva quanto un nemico un po' più particolare, un personaggio misterioso, ma non fondamentale) a personaggio catalizzate.
Smaug invece è il male, è lui la minaccia che rende possibile tutta l'operazione e si vede. Gli ultimi 40 minuti sono una goduria per gli occhi e per le orecchie, ci si dimentica del tutto delle lungaggini e della trama piuttosto esile, il Drago si appropria del film e ne diventa simbolo, regalandoci uno dei "cattivi" meglio riusciti degli ultimi anni.
Gli effetti speciali in questo caso "esplodono" e Jackson ci regala delle finezze che ne confermano il talento. Se infatti la fuga con i barili o le scene con i ragni sono girate magnificamente, tutta la parte dedicata allo "sputafuoco" regala momenti di Patos fino ad allora mai raggiunti.

Il finale ci lascia di sasso, increduli e stupidi, qualcuno si lamenta, ne vorremmo di più, ci toccherà aspettare mentre quell'ultima minacciosa frase continua a risuonare nelle nostre orecchie.
C'è un vecchio stregone vicino al botteghino, con una folta e lunga barba bianca, una tunica color giallo pergamena e un bastone intagliato dal legno di chissà quale remoto bosco. Ti guarda fisso mentre ti avvicini, allunga la sua mano per porgerti qualcosa, una pergamena o solo un foglio di carta... o forse è solo un tizio vestito da stregone, mandato lì per pubblicizzare un locale per n.e.r.d. Lo Hobbit è anche questo.
Torna la saga Fantasy partorita dalla geniale mente di J.R.R. Tolkien. Torna la storia di Bilbo, l'hobbit della contea e dei suoi amici nani, partiti "un anno fa" per un fantastico viaggio attraverso le terre selvagge, per riconquistare un antico e inestimabile tesoro, sorvegliato da un drago. Tornano le schiere di fan che il mondo ha generato, i n.e.r.d. e i giochi di ruolo. Torna la stessa curiosità di un anno fà: riuscirà Peter Jackson a riprodurre al meglio tale universo? Saprà gestire la passione di ognuno di noi senza rovinare l'incanto? Mai come questa volta la domanda calzava a pennello, perché dalle anteprime già si annunciava come il film che avrebbe più diviso i puristi, poiché quello meno fedele alla storia. Ed in verità, in parte lo è stato.
D'altronde, come più volte detto, era inevitabile non trasformare un libro singolo, in tre film (lunghi circa tre ore l'uno) senza allungare un po' il brodo. Diciamo che questo è il capitolo in cui, il regista neozelandese, ha voluto più mettere un'impronta personale, cosa che ad esempio non si era vista (più di tanto) né nel primo capitolo, né nella trilogia sul Signore Degli Anelli, là dove, avendo più materiale su cui lavorare, ha dovuto addirittura omettere qualcosina. Peter doveva dunque entrare per forza coi piedi nella trappola e sperare di non scontentarne molti. Ci sarà riuscito? A mio parere se le cavata più che bene.
Avevamo lasciato Bilbo, Gandalf e i sui amici nani sulla montagna delle aquile, con lo sguardo verso la montagna solitaria, alla vista così vicina e piccola eppure così lontana e grande. Nelle sue immense caverne, scavate nella roccia dall'abile piccone nanico, ricoperto dall'oro dei nani, dorme il mastodontico drago Smaug. Anche se son passati ormai molti anni dall'ultima volta che li ha aperti, pare che non debba tenere i suoi occhi chiusi ancora per molto. Per potere affrontare il drago i nostri amici dovranno però superare pericoli non meno spaventosi, fino a giungere appunto nella desolazione che si estende ai sui piedi.
Conosceremo personaggi fondamentali per la storia ed in particolare si vedrà come l'essere un prequel (a differenza del libro) influenzerà anche il risalto che verrà dato al potere dell'anello. Vedremo come gli elfi non siano poi i santi che conosciamo, intravedremo il loro lato oscuro. Capiremo quanto i nani siano "attaccati alla lira" e quanto gli uomini al potere. Oltre ad avere scene inedite ed aggiunte, in confronto a quanto presente sul libro.
Già, la parte aggiunta, guarda caso anche la parte più stonata del film. Un'interferenza di segnale su una sinfonia da capolavoro. Non è che poi, anche se fosse stata sviluppata meglio, non avrebbe fatto lo stesso storcere un po' di nasi della old school. Il regista infatti ha fatto ciò che era più ovvio fare, in una storia in cui non ve n'era traccia. Allora ti dici: ecco perché tra i nani ve ne è uno più belloccio degli altri, ora ho capito! Sto parlando della classica storia d'amore. Una sorta di Montecchi e Capuleti sui generis. Per carità nulla in contrario coi matrimoni multietnici, ma più che altro con lo sviluppo dell'elemento, che appare un po' appiccicato e frettoloso.
Comunque sia il danno pare minimo, perché il resto merita e parecchio. Fino all'incontro col drago, il momento più epico e spettacolare. Con dettagli incredibilmente realistici e un'azione mai vista, grazie al grande numero di frame utilizzati. 
La desolazione di Smaug è un crescendo visionario, più movimentato e maestoso del precedente un viaggio inaspettato, che tiene incollato alla poltrona dall'inizio alla fine senza veri momenti morti. Jackson ha trasformato il libro in un opera cinematografica pura, in cui la magnificenza delle immagini visive fa chiudere un occhio sulla parte più ammiccante e commercialotta, parte inevitabile in un film che voglia attirare un grosso quantitativo di gente.






voto 9

mercoledì 11 dicembre 2013

UCL B6> Galatasaray vs Juventus 1-0 - This is not football

Perugia, Poznan, Istanbul. Campionato, Europa League, Champions. Diluvio, Tormenta, Palude. Il risultato non cambia, vince il campo, perde il calcio. Al di là dell'antijuventinismo da quanttro soldi sarebbe stato così anche se avessimo vinto o pareggiato. Non c'è nulla da fare. Intanto aspetteremo il giorno in cui capiterà anche a voi. E capiterà non temete. Alla faccia del corriere di trigoria che già piange per la partita del 5 Gennaio, perchè si giocherà di sera. Ridicoli, oltre che fautori di violenze.

lunedì 9 dicembre 2013

3+3=75% [le riflessioni del Lunedì]

Altro turno favorevole, quello appena passato, per i colori bianconeri. Eccettuato per la vittoria della Roma contro la Fiorentina, l'unica che ci tiene testa, li dietro è tutta una pareggite e rimontite.

La Napoletana Calcio pareggia 3-3 in casa coll'Udinese, che una settimana fa per poco non ci fermava sullo 0-0. Nelle ultime tre di campionato, i partenoperi si son beccati tre gol a partita. Cicco Benitez continua a dire di essersi bloccato al 75% del download. Così a Napoli già iniziano le prime critiche, che larghezza di banda ha? quanto ci vorrà ancora?
Ma lui continua a crederci, il tempo rimane dalla sua. Intanto, contrariamente da quanto Conte ha sempre fatto, continua a donare ai sui turni di riposo. Nell'attesa, i sostenitori della squadra, possono sempre immaginare che l'averne presi tre anche da noi sia stata colpa di quel fuorigioco (inesistente).

venerdì 6 dicembre 2013

Serie A 15> Bologna vs Juventus 0-2 – Venerdi 13

Tredici come le vittorie stagionali fino ad ora. Nella sera dell’onomastico di Babbo Natale, usciamo vittoriosi dal pantano di Bologna. Una partita con la mente impallata da un solo pensiero. Un motivetto che mischia Istanbul dei Litfiba alle note della Champions. 7 vittorie consecutive, 7 partite consecutive senza subire reti. Numeri impressionati, che in molti fanno finta di ignorare. Come l’anno scorso dopo la scoppola in casa con l’Inter, questa squadra ha avuto bisogno di una sconfitta, quella pesante e a tratti immeritata di Firenze, per diventare più spietata. Come Hulk Hogan che si rialzava dal tappeto e non si fermava più.

In campo però stasera il pensiero turco si è avvertito. Turnover per Antonio Conte che lascia in panca i pezzi pregiati e dona a Quagliarella Vucinic le luci della ribalta. Solita partenza sprint e quasi subito vantaggio di Vidal, che mette il puntino sulla i (del suo cognome) su un contratto appena firmato. Il Gol, come è naturale che sia, distrae però l’attenzione della Juve dalla gara. Inizia così un gioco di gestione confuso che da coraggio al Bologna, senza che questa si renda poi più di tanto pericolosa, oltre ai calci piazzati col solito Diamanti. Un Diamanti che lo capisce subito e passa a terra, volente o nolente, tutta la partita. Alla fine abbiamo il merito di riempire gli highlights con una buona quantità di azioni pericolose, anche se non offriamo una gara stilisticamente degna. Fino alla pietra tombale di King Kong Chiellini che da calcio d’angolo la infila e sembra dire: dai tutti a letto che è tardi! Anche questo drago è sconfitto.

Vucinic non riesce a restare in campo da titolare più di 38 minuti, costretto alla sostituzione per infortunio. Di li in avanti anche Quagliarella si avvierà sulla strada che porterà anche lui alla sostituzione. Alla fine si è comunque costretti a finire con Tevez Llorente, con i quali la stitichezza da gol (relativa alla partita) non cessa, anzi le occasioni si moltiplicano ma i gol si mangiano in tavolata. Tutto mentre l’arbitro ci dispensa una quantità di gialli solamente inferiore al numero totale di maglie dello stesso colore, molti dei quali scesi dal cielo come la canzone di Natale. Ci manca persino un rigore solare.

Archiviata la pratica prima del weekend, possiamo rilassarci e vedere correre glia altri. Già li pronti per la prossima decisiva sfida, inizio a tenere in caldo il mio posto a sedere per Martedì sera.

OLD BOY 2003 [VS] OLD BOY 2013 - Park Chan-wook [VS] Spike Lee

Inauguriamo oggi una nuova rubrica che chiameremo "Versus". Contrapporrà la recensione di un film a quella del suo Remake. Il primo ad aprire le danze è un film uscito ieri, Old Boy di Spike Lee, remake del suo omonimo Coreano girato nel 2003 da Park Chan-wook. Ripescando una vecchia recensione, presente sul web, del nostro Napoleone Wilson e affiancandola alla mia di oggi.
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Dipinto da molti come un capolavoro, questo Old Boy l'ho visto con la consapevolezza di dover assistere ad un film complesso, "forte", e che soprattutto richiedeva una certa dose di elasticità mentale.

La visione però sicuramente arricchisce, in un film che ci aiuta anche a cambiare un po' la prospettiva nei confronti del nostro modo di fare cinema (quello occidentale).

Old Boy è un film sulla vendetta, la vendetta nuda e cruda, anche quella che non ha molte ragioni per esistere, anche quella più spietata e dolorosa. Una vendetta che non teme il passare del tempo e ottenebra le menti dei protagonisti fino a diventare unica ragione di vita.

Ad un inizio lento e criptico fa seguito una seconda parte che lascia sbigottiti per quanto sia piena di "eventi" e di sorprese che scompaginano completamente la trama del film.
E' questa la cosa migliore della pellicola: la prima parte non lascia affatto presagire l'escalation alla quale assisteremo in seguito.

I colpi di scena sono assolutamente originali e niente affatto telefonati, anzi il deus ex machina nel finale lascia davvero di sasso e mette angoscia.
Alla fine si rimane quasi disorientati dopo aver visto il tutto, quasi come se ci fosse arrivato un pugno dritto allo stomaco e fossimo ancora incapaci di ragionare e di metabolizzare.

Dovessi dare un voto soltanto al colpo di scena e a quanto sia inaspettato gli darei 10.
Molte le parti violente, siamo dalle parti dello splatter, ben girate anche le scene di lotta, bravi gli attori, ottima la sceneggiatura a scatole cinesi dove alla fine sembra che (quasi) tutto quadri.

Ora le note dolenti.
1)Abituati alla mentalità occidentale, ci sarà difficile giustificare certi eccessi e inverosimiglianze nello sviluppo della trama.
Il film come una storia "mitologica". I tasselli entrano al loro posto, ma si ha la sensazione che il tutto sia troppo enfatizzato e romanzato per essere credibile.
2)In tv scorre la vittoria della Corea sull'Italia ai mondiali 2002 [!:-!]
Un buon film insomma, a mio avviso non un capolavoro assoluto come dipinto da molti, ma è un film che sicuramente va visto e che affascina.
Non entrerà probabilmente tra le mie pellicole preferite in assoluto ma mi ha fatto davvero un'ottima impressione

Voto 8
Probabilmente se fossi orientale il voto sarebbe decisamente più alto.



(a cura di Napoleone Wilson)
Remake hollywoodiano di un cult coreano di dieci anni fa, ricondito e riaggiustato da Spike Lee per i palati occidentali. Old Boy è uno di quei remake che più risentono del fatto di essere un remake. Perché essendo il titolo originale un gioco ben congegnato di colpi di scena, chi ha visto prima quello troverà questo come un lungo spoiler. Oltre ad ottenere una soluzione finale più politicamente corretta.

In una intervista in cui il regista parla del perché della sua scelta, tra le altre cose afferma: «perché agli americani non piace vedere film stranieri coi sottotitoli». Buon per noi allora che abbiamo degli ottimi doppiatori. Dovrebbero iniziare anche loro ad importare un po' di più. Potrebbero magari apprezzare un film con meno filtri di sceneggiatura.

Il nuovo OB è stato molto criticato e persino stroncato, in rete, a causa della variazione conclusiva. Evitato dunque il pugno nello stomaco che l'originale lasciava sui titoli di coda, a farne le spese è stato però il suo significato più profondo. Lee ha voluto incanalare il film sui binari della soluzione più plausibile, come se vedendo il film originale si fosse chiesto cosa si sarebbe potuto fare per evitare quell'epilogo, in un film già di per se molto disturbante. Ha voluto quindi renderlo più digeribile ai suoi connazionali. e magari anche farci un po' di soldi (anche con la massiccia marchiatura Apple).
Analogia gastronomica che ben ci sta, considerato quanta fatica fa lo stesso protagonista a digerire quel cibo cinese, con cui per vent’anni il suo aguzzino lo nutre. Quasi come se anche lui ci volesse dire quanto lo disturbasse quella mentalità eccessiva, tipica del pensiero orientale più atavico.

Arduo quindi il compito di quelli, come me, a cui il film alla fine non è dispiaciuto. Parafrasando il buon vecchio Bud Spencer in “I due superpiedi quasi piatti”, Preso allo spaccio Hollywoodiano non è che poi sia una ciofeca.

Uno perché Josh Brolin si districa bene nella parte. Due per un paio di scelte di personalizzazione non male. Come il cambio d’accoppiata vendicativa, padre per fratello con Padre per Padre (chi li vede capirà) o ad esempio l’eliminazione dell’articolato artifizio che porta all’innamoramento dei due personaggi. Tre perché in tal modo il valore della versione originale resta intatta e inarrivabile.

 Diciamo che questa è soltanto la sua versione alternativa, quella più fruibile dal grande pubblico (per quando possa essere anche questa molto pulp e cruda).
In fine, insomma, un cinefilo più smaliziato che vedrà prima la versione di Lee avrà di sicuro un’opinione più nobile di quella che ne avrà uno che la vedrà prima l’originale. L’occasionale invece faticherà persino a metabolizzare questa.

Ad ogni modo Spike Lee fuori dal ghetto non è però il genio che tutti apprezzano. La 25a ora è la 25a ora! E vestire Brolin dei panni dell’indagatore non avvicina questo film a quello.

Voto 7

mercoledì 4 dicembre 2013

WATCHMEN (2009) – di Zack Snyder [recuperafilm]


Per la rubrica dedicata ai film un po’ più “vecchiotti”, recuperiamo e analizziamo insieme un film visto, colpevolmente, da poco. Colpevolmente perché appartenente a quella categoria altrimenti denominata “e tu, dove ti eri nascosto?”. Non ricordo sinceramente il perché, ma credo che all’epoca devo aver pensato che non ne valesse poi più di tanto la pena. Mi sbagliavo!

lunedì 2 dicembre 2013

Nemici di culla. [le riflessioni del lunedì]

La nuova frontiera dell’antijuventinismo italico? prendersela con i bambini delle elementari. In una domenica che doveva essere solo di festa, senza ultras e “coristi violenti”, senza elementi da moviola pro-Juve non sono mancate le critiche, pretestuose e becere, di alcuni giornalai e telegiornalai. Della serie, se tutto va bene e la partita è brutta, qualcosa bisogna inventarsi per domani.

domenica 1 dicembre 2013

Serie A 14> Juventus vs Udinese 1-0 – Prova a prendermi

Vittoria sofferta e inasperata, arrivata sul filo di lana, quando ormai non ci credeva più nemmeno il più ottimista dei bambini in curva. A decidere ancora Lui, Fernando stato-di-grazia Llorente. Altro schiaffo a chi non credeva in lui. Prima mini fuga bianconera, approfittando del pareggio di Bergamo della Roma.

In un mondo in cui gli insulti sul territorio sono più gravi degli atti di vandalismo, della violenza fisica e del vilipendio dei morti, ci apprestavamo a giocare con le curve spogliate dai “violentissimi coristi” e piene di giovanissimi aspiranti ultras. Sperando che almeno loro, un giorno, non seguano i cattivi esempi dei loro padri. Il clima natalizio creato dall’evento è sicuramente meglio delle curve vuote ma quel che mancava davvero era la bolgia.

mercoledì 27 novembre 2013

UCL B5> Juventus vs Copenaghen 3-1 – Tris di Re

Finalmente arriva la tanto attesa prima vittoria in Champions in stagione. Facciamo nostro il primo dentro o fuori grazie ad un Hat Trick di Re Arturo Vidal. Nulla ancora di definitivo ma quantomeno di molto utile, grazie alla vittoria del Real sul Galatasaray.

Con un occhio al campo e con l’altro al tabellone, in attesa di notizie da Madrid, dove i bianchi di Ancellotti partivano subito col doppio handicap contro turchi Mancini. Come se non bastasse l’assenza di Cristiano Ronaldo manco il tempo di iniziare la partita che subito restavano in inferiorità numerica. Iniziamo a capire che comunque dovevamo cavarcela da soli.

lunedì 25 novembre 2013

THE KILLER (喋血双雄) – di John Woo [recuperafilm]

Per il recuperafilm, vi volevo oggi parlare di una pellicola di John Woo del 1989. Appartenente al suo “filone di Hong Kong”, cioè prima che Woo approdasse negli States per girare film quali Face-off, Mission Impossible 2 o Paycheck. Apprezzatissimo da Quentin Tarantino, è di sicuro il primo film che avranno visto nel suo video curriculum, quelli di Hollywood.

The Killer narra la storia di John Chow, un Killer professionista (appunto) alle prese col suo ultimo assassinio, quello che gli serve al tempo stesso per ritirarsi e per l’intervento agli occhi della sua ragazza, rimasta cieca in uno dei suoi agguati ad un locale, e naturalmente (classico melodramma) ignara del fatto che sia stata colpa sua. John a quanto abbiamo capito è un killer romantico, vecchia scuola, quasi oseremmo dire con sani ideali. Disposto a proteggere gli innocenti anche a rischio della propria vita (o libertà). Insomma un Killer gentiluomo.

domenica 24 novembre 2013

Serie A 13> Livorno vs Juventus 0-2 – Songs from The Lion’s Cage


Riprendendo il titolo di un vecchio album degli Arena, la Juve esce vittoriosa della gabbia di Livorno, grazie al "canto” suo re Leone, autore e propiziatore di entrambe le marcature. Sale a quota 34, mai tanto vincente all’avvio (in punti) da quanto Conte è sulla nostra panchina, e va a letto da re per una notte.

Nella tipica giornata da dopo nazionale, ci presentiamo nella terra del cacciucco con la difesa in emergenza. Fuori Barzagli per infortunio, Bonucci e Ogbonna per squalifica, Conte si trova costretto a mettere Vidal al centro del trittico arretrato nel ruolo di “pezza a colore”. Il Livorno invece, con un modulo (solo all’apparenza) speculare ha un solo compito, che poi è lo stesso di tutte le provinciali italiane di fronte alla Juve, costruire una gabbia che imprigioni le qualità dei nostri.

venerdì 22 novembre 2013

SOLE A CATINELLE - di Gennaro Nunziante

Checco Zalone è Checco Zalone, non ci sono vie di mezzo, prendere o lasciare. La sua comicità ormai è un marchio ben consolidato: elogio dell'ignoranza dell'italiano (e in particolar modo pugliese) dei nostri tempi, che proprio in quanto ignorante può permettersi un campionario di battutacce a sfondo razzista e politically “scorrect” (per il pubblico italiano).

Questo tipo di comicità e queste battute se fossero pronunciate da qualsiasi altro comico molto meno "intelligente" (si, a differenza di Checco, Luca Medici sa perfettamente quello che fa, ed è pure molto furbo) risulterebbero becere e patetiche, Checco invece riesce a rendere, grazie alla sua "ingenuità", tutto perdonabile.

lunedì 11 novembre 2013

Serie A 12> Juventus vs Napoli 3-0 – parte la stagione di caccia al lupo

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Il lupo è col fiato sul collo, la Juve si fa sotto con tutta la sua ferocia, che solo le 10 vittorie consecutive della Roma ridimensiona. 10 vittorie, 1 pareggio e 1 sconfitta, sono una media non da poco, ma la classifica è quella che conta, ed ora noi siamo a 31 e un punto ci divide dal 32. Due numeri dall’alto valore simbolico. Siluriamo lo spauracchio Benitez che si vantava di non aver mai perso contro di noi.

Acuita dalla posizione in classifica delle due squadre e dall’ipocrita norma sulla discriminazione territoriale, torna in campo la rivalità più artificiale della storia del pallone nostrano. Creata ad arte, da loro, per sentirsi più forti, con la collaborazione di media tutti. Stamattina Il Corriere dello Sport titolava: “partita al veleno”, prendendo spunto dalla conferenza stampa della vigilia. Gli faceva eco il partenopeo Varriale, che a Stadio Sprint invitava un sedicente psicologo per fargli dire che: “nelle parole di Conte si legge disprezzo per l’avversario”. Insomma la miccia è inserita, come fa un “tifosotto di borgata” ad andare sereno allo stadio? L’odio chiama odio.

venerdì 8 novembre 2013

MACHETE KILLS – di Robert Rodríguez

In pieno sovraffollamento da Zalone, con la Citta Del Cinema dal parcheggio stracolmo, ho scelto coscientemente di vedere prima Machete Kills. Uno perché così aspetto che sfolli, due perché in fondo credevo che avesse davvero potuto darmi soddisfazione. Avendo già apprezzato (Grindhouse) Planet Terror e lo spin-off che ne è scaturito (Machete) sapevo di andare sul sicuro. 

Machete Kills è un film spassoso e schizzatissimo, uno di quei film che va visto con cognizione di causa, che va capito e anche digerito. Se siete rimasti a Zalone, dunque, evitatelo. Non è un film da grandi incassi, non è da spettatori occasionali ma neppure da snob cinefili. Ma se sai come sintonizzarti sulla sua lunghezza d’onda, stanne certo… Machete è un vero spasso. Si insomma, per farvi un esempio breve e crudo, se sapete come ridere vedendo teste che rotolano, perché avete capito l’assurdità che c’è nella scena, allora avete capito Machete. Tipo kill Bill, per intenderci, ma molto più da ridere.

mercoledì 6 novembre 2013

UCL B4> Juventus vs Real Madrid 2-2 – Gli ultimi saranno i… secondi?

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Il Real si presenta a Torino con la maglia dell’Olanda, mentre lo Stadium ha già preparato per Ronaldo un ricco menù a base di fischi. Non abbiamo ancora mandato giù, la facilità con cui il fenomeno portoghese, all’andata, si sia lasciato andare giù, e il risultato di stasera ha dimostrato, ancora una volta, che se solo ce ne fosse stata data l’opportunità, quella partita sarebbe potuta andare in maniera diversa.

Juve-Real è stata la partita dai mille volti, il cui risultato, visto con un certo distacco, ci sta tutto e non è affatto da gettare, perché sarebbe potuta andare in tanti modi differenti. Un pareggio che alla fine per motivi diversi sta bene ad entrambi.

domenica 3 novembre 2013

Steve Hackett – GENESIS REVISITED, LIVE AT HAMMERSMITH

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© 21 Ottobre 2013
Dopo l'uscita del secondo capitolo del suo personale omaggio ai Genesis (Revisited 2) Steve Hackett si è subito imbarcato in una serie di date dal vivo per celebrare davanti al suo pubblico i migliori episodi di una delle bandiere del progressive rock.

I concerti sono stati un successo e hanno dimostrato (qualora ce ne fosse bisogno) ancora una volta la grandezza, non solo di un gruppo come quello dei Genesis, ma di un chitarrista purtroppo spesso sottovalutato magari perché troppo poco appariscente.

sabato 2 novembre 2013

Serie A 11> Parma vs Juventus 0-1 – Colpo marziano


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Ottima vittoria, non tanto per la prestazione quanto per il mero materialismo da classifica. Tre punti d’oro che ormai da tempo non si riusciva più a beccare a Parma, partita solitamente da pareggio. Stasera non è andata tanto diversamente dallo scorso anno, quanto pareggiamo per un nostro errore a centrocampo, dopo il coniglio dal cilindro pescato dalla punizione di Pirlo. In partite come queste serve infatti una genialata, quella che inventa Quagliarella al rientro dall’infortunio. A lui va il la marcatura morale del gol che Pogba mette dentro in semplicità.

giovedì 31 ottobre 2013

Serie A 10> Juventus vs Catania 4-0 – Velluto scivoloso

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Dopo i due schiaffi esterni del tutto immeritati, nelle due gare interne successive la Juve non lascia ma raddoppia. da 2-0 a 4-0 in pochi giorni. Due prestazioni reattive e caparbie. Confermata la legge dello Stadium, che ci vede sino ad ora a punteggio pieno in casa. Una Juve sul velluto, che giusto all’inizio stenta a carburare, quasi fosse partita con la seconda. Il Catania ci impegna però per solo per 5 minuti di orologio, nei quali quel velluto è parso abbastanza scivoloso. Con le gomme da asciutto su un campo bagnato, continuiamo a scivolare e a proseguire con passo titubante, sotto gli occhi di un Conte che inizia ad infuriarsi non poco. Poi da lì è stata una passeggiata di salute.

domenica 27 ottobre 2013

Serie A 9> Juventus vs Genoa 2-0 – Ricominciamo

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Le scorie del blackout di Firenze e la sconfitta del tutto immeritata di Madrid (che è costato il posto in Champions all’arbitrucolo crucco) erano ancora tutte li nei nostri occhi, farcite dallo dallo scempio di Napoli all’ora di pranzo, dove il famoso De Marco (quello del quadruplo fuorigioco interista del 2008, per intenderci), prendendo alla lettera la fine dell’ora “legale” e l’inizio di quella solare, regala due rigorini al paese del sole. Ecco perché Non ci basta vedere la Juve vincere solo 2-0 senza subire nessun tiro in porta. E’ qualcosa di psicologico. Non dopo aver visto di nuovo strameritare e mangiarsi l’impossibile e dall’altra parte guardare squadre come l’Inter vincere, anche ampiamente, segnando tre gol su tre gollonzi.

venerdì 25 ottobre 2013

CANI SCIOLTI (2Guns) – di Baltasar Kormákur

Infiltrati, sparatorie, rapine, ladri d’auto, doppiogiochisti, agenti corrotti… no non sto parlando di Grand Theft Auto, ma di Cani Sciolti. Uno spassosa commedia action, con un’inedita coppia dalla doppia, doppia v (Washington-Wahlberg) che ricorda molto da vicino le avventure dei best sellers della Rockstar, ma che si ispira palesemente anche ad un’altra coppia, divenuta cult, quella di Arma Letale.

Di amicizie particolari il cinema ne ha viste tante. Da Spencer-Hill a Gibson-Glover (doppia G). Storie di tizi dello stesso sesso e di estrazioni sociali diverse, che condividono un avventura sgangherata, in cui non mancherà occasione per scambiarsi qualche sganassone e persino qualche pallottola. Ma tutto sempre in amicizia. Roba da uomini, roba da duri, nient’altro. Il Buddy Movie, appunto, un sottogenere cinematografico che ruota tutto attorno a questo fulcro fondamentale di amore e odio tra due personaggi, che molte volte si trovano assieme per caso o ne sono costretti.

giovedì 24 ottobre 2013

UCL B3> Real Madrid vs Juventus 2-1 – Abuso di potere


Kvesto essere “Crafe" abuso di poteren. L’eccesso di protagonismo di questo arbitrucolo tedesco alle prime armi, soffocato dal peso del Bernabeu (e forse, chissà, in fondo in fondo, da un risentimento anti-italiano) falsa di fatto una partita che sarebbe potuta andare in tanti modi. Da sempre squadre come Real o Barcellona incontrano arbitri casalinghi, è cosa risaputa. Stasera è accaduto più o meno questo.

domenica 20 ottobre 2013

Serie A 8> Fiorentina vs Juventus 4-2 – Un tranquillo pomeriggio di pazzia

Il calcio a volte è fatto di episodi. Cose che chi non lo conosce bene, o semplicemente non vede queste partite, non potrà mai capire. Accade allora che si subiscono le sconfitte più immeritate, così come a volte si vincono quelle più insperate. Prendete ad esempio tutte le volte che quest’anno siamo passati in svantaggio, sommatele e poi analizzate il contrappasso avuto in questa partita, dove fino a 20 minuti dalla conclusione l’avevi dominata, non vinta ma dominata. Dove avevi sprecato l‘incredibile e il 2-0 ti andava anche molto stretto e poi… Poi accade che Rizzoli voglia giocare a fare il messia e quando un viola si tuffa in area gli dice: “alzati Lazzaro”, lui cade e l’arbitro ci casca, rigore generoso a dir poco… 1-2.

venerdì 18 ottobre 2013

ESCAPE PLAN – di Mikael Håfström

A 24 anni da Sorvegliato Speciale, Stallone torna in carcere, ma stavolta è per architettare un’evasione alla Prison Break. Per farlo si è scelto un cast d’eccezione. Tutti insieme appassionatamente, Silverster Stallone, Arnold Schwarzenegger, Sam Neill, Jim Caviezel e Vincent D’Onofrio (una volta conosciuto come palla di lardo) e (un quasi irriconoscibile) 50 cent, danno vita a questo action carcerario da tipi duri, che hanno però anche molto cervello.

La storia è questa: Ray Breslin (Stallone) è un mega esperto in sicurezza, o forse dovremmo dire un mega esperto in evasioni, una sorta di “bounty hacker della gattabuia”, che per “vivere” si fa rinchiudere (sotto copertura) nei migliori penitenziari di massima sicurezza della nazione, per poi evadere ed evidenziarne le falle. Lo fa ormai da anni e sta mettendo su un bel gruzzoletto per la pensione, finche non arriva il classico lavoro che ti sistema per la vita (mai fidarsi di questo nei film).

lunedì 14 ottobre 2013

THE TREE OF LIFE (2011) – di Terrence Malick [recuperafilm]

“Ci sono due vie per affrontare la vita, la via della Natura o la via della grazia, sta a te scegliere quale prendere”

Volevo buttar giù due righe per un film di un paio di anni fa, che merita una recensione, che voglia essere un consiglio di visione ma anche una guida per chi già l’ha visto. Un film che se da una parte ho fatto bene a tenere fuori dalla barbarie delle multisale moderne, col loro chiassoso carico di ignoranza, dall’altra avrebbe davvero meritato di essere gustato al cinema quando usci (nel 2011).

venerdì 11 ottobre 2013

RUSH – di Ron Howard

Ron Howard è un regista controverso. Dopo aver smesso i panni di Richie Cunningham infatti ha firmato moltissimi film come regista, alcuni decisamente riusciti (Cocoon, Fuoco Assassino, Apollo 13) altri invece piuttosto controversi o poco fortunati(Il Grinch, Cuori ribelli, Il codice Da Vinci).

Ultimamente ha deciso di specializzarsi in film "biografici" o comunque basati su storie vere, nei quali è riuscito a raccontare storie toccanti e a farci conoscere personaggi oscuri ma importanti della storia americana (e non), prendiamo ad esempio A Beautiful Mind, o Frost/Nixon, o Cinderella man.

lunedì 7 ottobre 2013

Serie A 7> Juventus vs Milan 3-2 – Rincorrendo il diavolo

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Stasera vincere era importante per classifica e morale. Non potevamo infatti permetterci di perder punti con questo Milan rimaneggiato e dovevamo rispondere a Napoli e Roma, in vista degli scontri diretti della prossima (Roma-Napoli e Fiorentina-Juve). Dovevamo inoltre ricordare a qualcuno che siamo ancora vivi. Alla fine vittoria è stata, non senza l’eccessivo e cronico patema d’animo dettato dall’ennesimo svantaggio. Una pratica che stasera sembra aver subito una escalation pericolosa, visto che ormai sembra che non si voglia neppure più far iniziare la partita.

giovedì 3 ottobre 2013

UCL B2> Juventus vs Galatasaray 2-2 – Perseverare è juventino


In Champions siamo da sempre gli eterni immaturi. Così perseveranti negli stessi errori che potremmo iniziare ad insegnarli. Ogni anno arriviamo in Europa con la valigia di cartone e ci facciamo fregare sempre negli stessi modi. Non abbiamo quella cattiveria e quella rapidità che conviene avere in queste competizioni, dove anche i decimi di secondo di indecisione ti condannano. La timidezza con cui questa squadra affronta queste partite è stucchevole oltre che disarmante.

lunedì 30 settembre 2013

Serie A 6> Torino vs Juventus 0-1 - Francamente Me Ne Infischio, Torino è bianconera.

Toro-Juve è quasi sempre stata la partita del cuore contro il cervello, in cui la differenza di potenziale tra noi e i cugini veniva colmata (in parte o totalmente) dalla sana foga agonistica dettata dalla rivalità storica. Non a caso si è sempre detto che in un derby, la squadra che parte sfavorita fa meglio. Di cuore ieri il Toro ce ne ha messo ben poco, è alla fine della fiera non ha potuto esimersi dall'accodarsi al circo della polemica, quasi da obbligo contrattuale nei confronti dei propri tifosi. 

giovedì 26 settembre 2013

Serie A 5> Chievo Verona vs Juventus 1-2 – Come con Giulietta così con Romeo

Nostra signora delle rimonte. Inter, Copenaghen, Verona e Chievo. Ogni volta partiamo con l’handicap e ogni volta siamo costretti a patire e soffrire per rimettere su la baracca, quasi provassero gusto a torturare noi tifosi. No, davvero, a parte gli scherzi che persino il calendario si diverte a giocarci, cerchiamo di spogliarci del facile entusiasmo. Partire ogni volta in svantaggio non va affatto bene, e penso che l’abbiano capito anche loro. Soprattutto andare sotto con il primo tiro in porta subito. Soprattutto, in partite come queste, in cui ti è andata davvero bene. Tra arbitro e autogol dobbiamo ringraziare la sorte. Si, perché differentemente da quello che era accaduto domenica scorsa con Giulietta, stavolta con Romeo la ruota è girata. E anche se poi non abbiamo fatto così male da meritarlo, avremmo potuto perderla. Ci è andata di culo, insomma.

domenica 22 settembre 2013

Serie A 4> Juventus vs Hellas Verona 2-1 …e Llorente Grida PRESENTE!


Juve in dieci per novanta minuti, e non c’entrano i cartellini di Bergonzi (detto l’uomo in giallo, per tutti quelli che caccia fuori anche a sproposito) ma bensì il fatto di aver schierato in campo 10 attaccanti contro 11 difensori. Alla fine, insomma, neppure oggi Storari riesce a giocare una partita.

Alla fine il 2-1 è un insulto al calcio, anche se vale lo stesso tre punti. Come col Copenaghen Sprechiamo troppe, Troppe, TROPPE occasioni, contro un avversario davvero imbarazzante… Per gli standard esteri, si intende, perché in Italia è normale giocare tutti in porta anche con la tua squadra in svantaggio. E potrei fare copia e incolla per quante volte ho parlato di questo e quante altre la stampa non l’ha rimarcato. Avessero pareggiato, ad esempio, li avrebbero definiti stoici, quelli dell’Hellas.

sabato 21 settembre 2013

Fish - A FEAST OF CONSEQUENCES

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© 2 Settembre 2013
Sono passati 6 anni dall'ultimo album dell'ex frontman dei Marillion (13th star), un lasso di tempo che può sembrare lungo ma che invece appare incredibilmente breve se pensiamo che nel frattempo il gigante scozzese ha rischiato di abbandonare la carriera musicale. Per fortuna i problemi di salute alla fine si sono rivelati meno "importanti" di quanto apparivano e quindi eccolo qui tornato con questo Feast of concequences, 10 lavoro della sua carriera solista.

giovedì 19 settembre 2013

(A) vent'anni (D)alla (P)rima firma - Del Piero e Juve celebrano il primo gol In Serie A del Capitano



Era il 19 settembre 1993, a Torino c'era Juventus-Reggiana di campionato e Alessandro del Piero partiva dalla panchina col numero 16. All'epoca il 10 lo portava un certo Roberto Baggio e i numeri erano ancora sequenziali e senza nome. La parola Turnover non era ancora stata tradotta dall'inglese e le maglie passavano di giocatore in giocatore secondo i loro meriti. Al tempo in cui le partite si ascoltavano alla radio, Trapattoni mise in campo questo giovanotto e lui sigló il suo primo gol bianconero, oltre che il primo in serie A. La partita finì 4-0 per noi, coi gol di Ravanelli, Muller, Baggio e Del Piero.


A vent'anni dall'evento, Del Piero e Juventus ricordano quel giorno sui social network, con tanto di cronaca ora-ora (Alessandro Del Piero) come e fosse oggi, in un fanatico flashback con foto "pixelosa" (in stile tecnologia anni 90) che per l'occasione aggiunge all'hashtag #adp10 il suffisso +10

martedì 17 settembre 2013

UCL B1> Copenaghen vs Juventus 1-1 - ...e come l'anno scorso, in panne in Danimarca

Torna la Champions, con un girone (sulla carta) molto simile a quello dello scorso anno, e come l'anno scorso restiamo in panne con la "macchina" sulle nordiche strade danesi. Stavolta però dall'altra parte non c'è il Chelsea ma un carrarmato blanco vestito di blu, che asfalta i sentieri turchi con spietata feddezza. Sarà per questo che quest'anno la vedo dura. Perchè ancora una volta falliamo il match per far legna, ancora una volta snobbiamo l'impegno, e a me già girano alquanto perchè non abbiamo imparato ancora nulla in Europa.

lunedì 16 settembre 2013

Community (serie tv) – Dal 16 settembre alle 16:55 su Italia 1


Parte oggi alle 16:55 in chiaro su Italia 1 Community, una serie tv americana che non potete assolutamente perdervi, soprattutto se amate il cinema e il citazionismo legato ad esso. Già divenuta un cult in patria e all'estero, nonché vincitrice di un Emmy per l’animazione di un episodio, è considerata da pubblico è critica la serie più divertente e intelligente degli ultimi tempi.

sabato 14 settembre 2013

Serie A 3> Inter vs Juventus 1-1 - ...l'ho già detto che siamo ancora alla terza?

Torna prescrittese-Juventus e i media tornano a scatenarsi. Parte il circo delle interviste ai veterani del 1998, storia gia nota, la novità invece la gioca Mazzarò (che con l'inter ha trovato l'anima gemella) con la diatriba sterile sulla data da dispustarsi: "Campionato falsato se si gioca Venerdì". Azz manco fossimo alla terzultima e non alla terza. Al di là del pianginismo, possiamo quanto meno trovare un punto di incontro sul fastidio cronico che la nefasta nazionale gioca prima di queste partite. Tanto più prima dei match champions.

venerdì 13 settembre 2013

ELYSIUM – di Neill Blomkamp

Terra, anno 2154. Il mondo era era divenuto un posto sempre più ostile, in cui abbondavano inquinamento e criminalità. I più facoltosi avevano dunque deciso di utilizzare il proprio gruzzolo per costruirsi una base orbitante su cui vivere, appena fuori dal nostro pianeta. Elysium, un vero e proprio paradiso trans-terrestre, con un clima da favola e una tecnologia in grado di curare qualsiasi malattia. Sulla terra era invece rimasta la feccia della società, i delinquenti e quei poveri cristi che non si erano potuti permettere il lusso di partire. In un mondo sovrappopolato e malsano, i nuovi terresti sono costretti a guadagnarsi da vivere sgobbando per gli stessi ricconi, letteralmente altolocati, che ora li tengono a bada con robot armati e lontani con uno scudo di missili. Così quando Max Da Costa (Matt Damon), in un incidente sul lavoro, si prende una massiccia dose di radiazioni letali, l’unico modo che ha per sopravvivere è quello di raggiungere Elysium a qualsiasi costo…

venerdì 6 settembre 2013

RIDDICK – di David Twohy

Che fine ha fatto Riddick? Il duro per eccellenza, l’uomo che non deve chiedere mai, l’antieroe del cinema moderno? L’avevamo lasciato che si era sistemato, aveva messo la testa a posto e si godeva un posto di privilegio come capo dei Necromonger. Ma questa sorta di vita matrimoniale proprio non fa per lui, anche se può avere nel letto tutte le mogli che vuole, lui deve sentirsi vivo e selvaggio. Così un giorno “esce a comprare le sigarette”. Ecco allora l’occasione che hanno i suoi oppositori di farlo fuori. Con la promessa di lasciarlo andare gli danno un passaggio su un pianeta e provano a farlo fuori… Provano, appunto! Perché un tipo cazzuto così non è Bruce Willis ma è duro a morire.

mercoledì 4 settembre 2013

Far Cry 3 - Blood dragon

TU SEI IL MALE, IO SONO LA CURA
Non si esce vivi dagli anni '80 cantavano gli Afterhours, e chi è nato tra gli anni 70' e i primissimi anni 80' lo sa: c'è quel misto di repulsione e di nostalgia in cui si rimane invischiati e ci si ammala di citazionismo.
Ed ecco allora che se in un film nuovo troviamo qualcosa che rimanda agli anni '80 ci esaltiamo (ad esempio Drive), se un nuovo gruppo anziché tentare la via delle discoteche si da ai tastieroni non possiamo fare a meno di ascoltarlo, se un videogame cita in qualche modo quelli di almeno 25 anni fa dobbiamo giocarlo.

domenica 1 settembre 2013

Serie A 2> Juventus vs Lazio 4-1 – A chi l’incasso, a chi la gloria

Fatta una necessaria prefazione (leggi qui)… Mi meraviglio che questa partita si sia giocata a Torino! Sai, con Lotito ti puoi aspettare di tutto. Ma in fondo tra noi c'era un tacito accordo, a lui l'incasso e a noi l’onore e la gloria. Altro pokerino per il feticista delle lingue morte, dunque, alla faccia di chi diceva che questa sarebbe stata una partita diversa e che quella di Supercoppa non faceva testo. Peccato per Petkovic, che alla vigilia si era illuso di “aver trovato delle idee che avrebbe potuto usare” (parole sue). In realtà la sua idea era in sostanza una, tirare sempre e comunque da fuori. Su 11 tiri in porta della Lazio, 12 erano dalla lunga distanza. L'intento era cogliere in castagna Buffon sulle respinte, dato che con la nostra difesa l'impresa di passare in area era ardua, e in fondo sul gol ci sono pure riusciti, sfruttando un’altra indecisione del portierone che sino ad allora era stato impeccabile.

Prefazione Juve vs Lazio - Lo Sfogo Di Mercato

Juve-Lazio comincia ben prima del suo calcio d'inizio e richiede un'apposita prefazione. Inizia in sala stampa col "mal di pancia" di Conte, che sbotta clamorosamente contro le cessioni. Matri al Milan non gli è proprio andata giù e lui non le ha mandate a dire, come da suo stile, e dire che dopo la cessione di Giaccherini a stento si era trattenuto. Per alcuni la sua è stata forse una reazione eccessiva, quasi ingrata, che si sarebbe potuto risparmiare almeno in pubblico, aspettando il momento adatto per farla con la società in separata sede, perché ha avuto l'effetto di gettare l'osso al cane (stampa e avversari) che naturalmente c'è andato a nozze coi titoloni da "rivolta nella Juve". Come dagli torto, però, se il nocciolo della questione è che a conti fatti la Juve (intesa come proprietà economica) non ha investito un euro per questo mercato?

giovedì 29 agosto 2013

KICK-ASS 2 - di Jeff Wadlow

Ci sono film che per un motivo o per l'altro in Italia non escono, o escono direttamente in Home video, o escono con ritardo abissale rispetto alla proiezione Usa. 
Kick-Ass rientrò nell'ultimo caso: distribuito nel 2010 negli Usa, in Italia faticò parecchio ad arrivare, sia perché non era stato intuito il suo potenziale, sia perché era un film "difficile" da distribuire a causa di scene parecchio violente e splatter che riguardavano minori e in particolar modo una bambina (si era pensato di affibbiargli un v.m. 18 anni).
Alla fine, circa un anno dopo, e sulla spinta delle recensioni positive provenienti dall'estero alla fine uscì anche da noi, in sordina, per pochissimo tempo. Il passaparola però è difficile da combattere e così piano piano, zitto zitto, anche da noi divenne un piccolo cult.

domenica 25 agosto 2013

Serie A, 1> Sampdoria vs Juventus 0-1 - La Signora In Giallo

C'eravamo lasciati con la Sampdoria a Genova, nostra "bestia nera" dello scorso anno, ci ritroviamo a Genoa sempre con la Samp per metter sin da subito le cose in chiaro. Quella che avete incontrato qualche mese fa, cari blucerchiati, non era la vera Juve, ma solo qualcuno che avete avuto la fortuna di incontrare al momento giusto, quando cioè (in entrambe le gare) la tensione era ai minimi stagionali. Ieri sera la signora in giallo e l'assassinio erano invece la stessa persona e il caso è stato risolto con un solo colpo di pistola, quello di Tevez. Gol facile ma che fa tanto morale, per l'apache, che si è mosso abbastanza bene, anche se il suo gioco è ancora grezzo, gol servito su un piatto d'argento dal fenomeno Pogba, sempre più il vero top Player di questa Juve.

Dopo la vittoria dilagante in supercoppa contro la Lazio di Lotito - quando più che la coppa ci siam potuti gustare la sua faccia da pesce lesso, mentre col telefono più che guardare il secondo tempo cercava di contattare i suoi amici della lega per chiedere se gli avessero accreditato il bonifico dell'intero incasso - ieri abbiam dovuto affrontare il fortino di Delio Rossi, che al nostro cospetto ha dovuto ancora una volta rinnegare gli insegnamenti del suo maestro della Boemia e sacrificarsi al Dio catenaccio. Stavolta però non gli dice bene. Abbiam dovuto fare un po' di manovre ma alla fine siam riusciti a parcheggiare nel posto auto del vincitore. Alla fine non c'è stata storia, vittoria stretta ma ampiamente meritata

Buona la prima dunque, di un campionato che si presenta scorbutico sin da subito, con una serie consecutiva di Big match intervallati da gare di Champions. Ma non c'è nessuna "merda" e nessun motorino per noi li fuori. Accettiamo la sfida è andiamo avanti, consci che poi i conti si fanno alla fine.

venerdì 9 agosto 2013

LA NOTTE DEL GIUDIZIO (The Purge)- James DeMonaco

USA, 2022, Scenario fantapolitico post rivoluzionario. La crescente criminalità ha determinato uno stato di polizia che, se da un lato, ha portato benessere, sicurezza e sconfitto la disoccupazione, dall'altro, ha riempito le carceri in maniera allarmante. Per poter sopperire a questa anomalia da maxi rigore si è deciso di bilanciare il sistema con 12 ore all'anno di immunità totale da ogni crimine. Una valvola di "sfogo" della società, altrimenti destinata ad esplodere sotto la pressione dello zio Sam trasformatosi in Grande Fratello.

Una notte di lecito "fuoco e fiamme" dunque, un macabro Halloween criminale che non solo viene depenalizzato ma viene addirittura promosso con una sorta di rito che pare più una pratica di qualche setta satanica. Un'occasione semi-celata di epurazione (Purge. Titolo originale) civile, che ha lo scopo di combattere la povertà eliminando il problema alla radice... i poveri.

sabato 3 agosto 2013

PAIN AND GAIN (muscoli e denaro) – Michael Bay

Tratto da una storia vera, grottesca critica al sogno americano, o meglio, all'interpretazione distorta che in molti ne hanno. Questi criminali impacciati e principianti, che suscitano simpatia anziché disprezzo, sono tre palestrati classici, cresciuti col mito del corpo a discapito di quello del cervello. Una sorta di stereotipo da steroidi, in chi tra cultura e culturismo non si è avuto dubbi su cosa scegliere. Attorniati da falsi miti e falsi ideali i nostri tre ragazzoni non possono che non continuare a scegliere sempre la strada più breve per ogni cosa. La loro filosofia è ispirata alla prima norma di Finagle: "Prima tracciate le curve che vi servono, poi trovate i punti che corrispondono". L'importante non è il piano d'azione, ma il punto di arrivo e per poter arrivare il più presto allo scopo non si può perdere tempo prezioso in lunghe pianificazioni. Il delitto perfetto deve richiedere poco tempo, la vita va vissuta in fretta e al massimo. L'altare del "tutto è subito" richiede però a volte sacrifici umani.

Il piano, che sta nella trama, è in sostanza questo: rapire un riccone e farsi intestare tutto sotto tortura, meglio ancora se poi questo riccone è un tipo odiato da tutti, chi avrà mai compassione per lui? Dovrà essere quasi un atto eroico nei confronti dell’umanità, o quanto meno dell’America. Piano che a dirlo così può apparire semplice, soprattutto agli occhi dei nostri tre "sempliciotti", ma la vita è altro dal “copione di un film” e come lo stesso Finagle afferma nella sua quarta legge, che anticipa la norma sopra enunciata, in realtà “Una volta che si è pasticciato qualcosa, qualsiasi intervento teso a migliorare la situazione non farà altro che peggiorarla”.

Pain and Gain è un film spassoso e cruento al tempo stesso, in stile "quei bravi ragazzi" in salsa "Burn After Reading". Il titolo originale, come sempre violentato da quello italiano, che per fortuna qui rimane solo in sottotitolo, è il motto del Fitness “no pain no gain” (nessun dolore nessun guadagno), cioè in sostanza il nostro: “chi bello vuole apparire un po’ deve soffrire”. Con questo film di “denuncia” dunque Michael Bay, si spoglia da regista di film su eroi patinati (Armageddon) e macchine antropomorfe (saga Trasformers) e ci da una visione del sogno americano visto in uno specchio deformato. In cui l’autorealizzazione personale è l’unico scopo di vita di un uomo che pretende la cima della piramide di Maslow. Gli attori sembrano adattarsi bene nella parte che dovrebbe di fatto ridicolizzarli, tipo quella di The Rock, la montagna di muscoli senza cervello pieno di droghe e steroidi, poco sembra importare loro se qualcuno potrebbe accomunarli coi personaggi che interpretano. In gergo tutto questo io lo chiamerei non prendersi troppo sul serio e il risultato ne guadagna. Vinta la diffidenza iniziale della locandina il film è davvero ben fatto e per nulla stupido e caciarone, anzi ridicolizza anche il genere in alcuni tratti. La commistione di generi poi è davvero azzeccata. Da non perdere.

voto 7,5

giovedì 25 luglio 2013

WORLD WAR Z - Marc Forster


Ennesimo film sugli zombi? Si, ma con qualche variante davvero interessante. La prima è l’interpretazione inedita nel genere di Brad Pitt, la seconda è la nuova veste di spettacolarità con cui i nuovi zombi si presentano. Sempre più affamati di carne umana, non solo corrono come maratoneti ma si arrampicano e scavalcano muri divenendo un’unica massa informe come un immenso blob di putrefazione, a dispetto dell’antica teoria romeriana che li voleva goffi e lenti per via dei loro muscoli decomposti. Zombi dunque molto più rinforzati e agguerriti, pronti ad affinare le armi per la guerra contro l’umanità. Con tali premesse però, World War Z non poteva essere un film puramente horror, quello che cioè richiede suspense e claustrofobia psicologica, ma, dato anche il richiamo del titolo alla guerra, doveva divenire un action movie. Il risultato è un buon ibrido dei due generi. Non mancano quindi anche scene di interni alla Resident Evil  e lotte corpo a corpo.

giovedì 18 luglio 2013

NOW YOU SEE ME - Louis Leterrier

L'estate è il periodo dell'anno dove un po' tutti si prendono una pausa, lo fa anche il cinema proponendoci di solito film di puro disimpegno o di nicchia e quindi poco appetibili per il grande pubblico. Tutto quello che si chiede allora è un film che faccia passare due ore spensierate e lo faccia senza essere troppo banale.

Now you see me è in fondo un film appartenente a questa categoria: inserendosi nell filone di pellicole come Ocean's eleven aggiunge una spruzzata di mistero e di thriller ma lo fa senza esagerare.
Quello che stupisce è il cast, laddove a fianco di un sempre bravo Morgan Freeman abbiamo il vecchio Michael Caine e il gigionesco (ma forse qui un po' sottoutilizzato) Woody Harrelson. Purtroppo questo popo' di nomi viene utilizzato col contagiocce, preferendo lasciare spazio ad altri attori, pur bravi, ma privi di grandissima caratterizzazione, che non offrono spunti memorabili (in particolare i personaggi interpretati da Jesse Eisenberg e Isla Fisher o della stessa  Mélanie Laurent).

Anche Mark Ruffalo (Zodiac, Shutter Island, Collateral), appare un po' svogliato, per quanto riesca a dare una caratterizzazione più spiccata al suo personaggio di certo verrà ricordato per ben altre interpretazioni.
La sceneggiatura invece appare abbastanza solida, non eccezionale, ma funzionale. La trama è interessante e il finale è abbastanza riuscito, non sconvolgente o eccezionale, ma ben congegnato (magari si poteva renderlo un po' meno affrettato e sbrigativo) e abbastanza diverso da quello che di solito si vede nel genere. Il film non annoia insomma e incuriosisce.

In definitiva questo Now you see me è un film ideale per una serata di puro disimpegno, ne troppo complicato o intricato, ne banale e stupido, come si conviene ad una pellicola estiva che si rispetti.

Voto 7

venerdì 28 giugno 2013

L’UOMO D’ACCIAIO (Man of Steel) – di Zack Snyder

Reboot, l’ennesimo, dopo il mezzo flop del remake. Non un superuomo dunque ma più un uomo d’acciaio, spogliato di quella spavalderia che lo caratterizzava, un alieno sperduto in una terra aliena, in cui la differenza dai comuni mortali lo porta ad essere naturalmente temuto, tipo X-Man. Un Superman di sicuro più oscuro e silenzioso, senza la tipica tromba trionfale che lo introduce. Senza la sua tipica ironia che partiva già dalla sua scelta di indossare le “mutande” rosse sul costume. Un super eroe che dovrà quindi far un po' di pressione sul mondo per guadagnarsi la stima e la simpatia che il vecchio Superman si guadagnava già dalla prima inquadratura. Un eroe alla Amazing Spiderman, che dovrà prendere coscienza e familiarità dei suoi poteri e affrontare gli aspetti psicologici della sua diversità.

Gli effetti speciali poi sono molto più mastodontici e colossali, affrontare infatti colossi del genere, praticamente indistruttibili, deve dare una qualche risposta all’antico paradosso sulle masse indistruttibili che si scontrano e per farlo non può limitarsi a qualche camper rovesciato o qualche vetro rotto, ma deve comportare un notevole dispendio di risorse materiali e umane. della serie “non si può fare una frittata senza rompere qualche uova”. Una colonna sonora epica e, nel contesto, una confezione estremamente spettacolare, quasi da cartone animato.

Non ci si aspetti dunque il solito Superman, non sarebbe stato intelligente riproporci un reboot pedissequo, ma come si è già fatto con notevole successo con il cavaliere oscuro, si prova a dare una visione diversa della storia, un’interpretazione che anche qui viene anticipata dalla scelta di cambiare il titolo. Un’interpretazione del mito che espone in maniera più esplicita il suo riferimento a Cristo, adottato dagli uomini per salvare il mondo ma che dovrà vincere la diffidenza di colui che dovrà salvare, non con la forza ma con la fiducia.

Per fare questo si è voluto poi ricorrere ad un cast d’eccezione che comprende le partecipazioni di Kevin Costner e Russel Crowe, nel ruolo dei due padri del superuomo.
Non a livello del capolavoro di Nolan su Batman, dunque, ma comunque un film ben fatto

voto 7,5

sabato 15 giugno 2013

AFTER EARTH - M. Night Shyamalan

La paura non esiste, La paura non esiste, la paura non esiste...la paura esiste!"

No, non si tratta della recensione de "L'esorciccio" ma del nuovo film di “Sciamallà” "After Earth".
Il regista indiano oramai definibile come eterna promessa dopo gli exploit con "Il senso senso" e "The Unbreakable" si è ficcato (a parte l'interessante e poco capito The Village) in un vero e proprio vicolo cieco: il particolare ma irrisolto "Lady in the water", il noioso e malriuscito "E venne il giorno", il disastroso "L'ultimo dominatore dell'aria" (che non ho avuto il coraggio di vedere).

In questo caso si limita a dirigere (quindi abbiamo scansato il solito finale a sorpresa ultimamente sempre più inutile) Willy Smith e suo figlio in un film praticamente recitato solo da questi ultimi due.

domenica 9 giugno 2013

Sirens Blood Curse–Sony

Tempo fa su questo stesso blog pubblicammo la recensione di un titolo per ps2, Forbidden Siren, titolo molto amato da un certo tipo di videogiocatori e odiato da molti altri (io lo trovai a tratti detestabile e lo inserii in una particolare classifica dei videogiochi che più avevo odiato in assoluto).
Forbidden siren era un survival horror/stealth estremamente difficile, impegnativo, che metteva a dura prova i nervi, pieno di punti in cui andava calcolato al millimetro ogni movimento, dove bisognava studiare attentamente i movimenti del nemico, a volte stare ad osservarlo per molto tempo prima di muoversi perché una volta scelta questa opzione il rischio di essere scoperto significava rifare tutto da capo.
Se ci mettiamo che non adoro gli stealth, che la grafica (anche per una ps2) era abbastanza penosa, che i dialoghi in italiano sembravano usciti da un film di Fulci o di D'Amato, che la storia era molto interessante ma raccontata in uno stile "particolare" e assolutamente non canonico (con sbalzi temporali tra un capitolo e l'altro), che il sight-jacking (la possibilità di vedere con gli occhi dei nemici, ma senza la possibilità di capire dove erano, bisognava andare ad intuito) era un'idea interessante ma mi aveva innervosito non poco...
Tempo dopo fu pubblicato su ps3 il remake di quel capitolo, Siren Blood curse, titolo snobbato dai fan della saga, perché ritenuto "troppo facile" (la mania del gioco difficilissimo=bellissimo non l'ho mai capita, a me piacciono i giochi mediamente difficili ma non quelli frustranti e punitivi e Forbidden Siren lo era). Ma davvero è così, davvero il solo fatto che sia più facile di un gioco difficilissimo basta a definirlo come un capitolo minore della saga? Vediamo le principali differenza tra i due titoli
1) La difficoltà.
Il tasto dolente. Siren è più facile di Forbidden Siren, indubbiamente, ma questo è un male? E' vero che abbiamo in questo caso anche delle armi e dei mezzi per "ammazzare" (si fa per dire, non muoiono mai e rinvengono dopo un po') ma i nemici saranno comunque molto ostici nei tratti avanzati dell'avventura, negli ultimi capitoli i checkpoint scarseggeranno, sarà sempre più difficile capire cose fare e come raggiungere determinati punti, come superare silenziosamente i nemici, spesso questi saranno armati di fucile e noi di una semplice mazza.
Insomma magari per chi è riuscito nell'impresa di finire il primo capitolo della saga questo titolo sarà una sciocchezzuola (io non ci riuscii, ad un certo punto abbandonai), ma per chi non lo ha giocato sarà comuqnue un titolo godibile e abbastanza impegnativo: al confronto un Dead Space, per dire, si gioca da solo.
2) Il sight-jacking.
La sua importanza diminuisce, quasi sempre se ne può fare a meno e quando lo si usa è molto più utile: potremo vedere in split screen sia il nostro personaggio che il nemico e quindi renderci conto di dove più o meno si trova. Ciò porta indubbiamente una diminuzione della difficoltà ma anche a molti mal di testa di meno (vedere con il sight-jacking in Forbidden siren era una tortura).
3) il doppiaggio.
Per foruna l'italiano è stato fatto fuori per un inglese sottotitolato molto più gradevole
4) La grafica.
Non che sia una cosa importantissima in un gioco, ma la grafica di Forbidden Siren faceva pena. Questa di Blood curse è funzionale: non certo meravigliosa, il solito effetto granuloso alla Silent hill, ambientazioni molto buie per mascherare le pecche, ma non ci si può lamentare, su ps3 ho visto di peggio.
5) La storia.
Simile, ma non del tutto, è raccontata qui in maniera sequenziale (che schifo, gnè gnè), si ma anche così sfido a capirci qualcosa senza leggere tutti gli archivi (e trovarli tutti sarà estremamente arduo) e anche con l'ausilio di questi resteranno molti punti oscuri. La trama è raccontata in modo canonico ma è allo stesso modo appassionante e complicata, tanto che alcune cose riusciranno a sorprendere anche un videogiocatore cresciuto a pane e Silent Hill.
Il tutto poi è diviso in 12 capitoli (non comodissimi da scaricare e installare) con tanto di "nelle puntate precedenti" e di "nella prossima puntata" come un telefilm.
Insomma per quanto mi riguarda questo Siren blood curse è superiore all'originale (si, sono una brutta persona) in quasi tutto, magari lo si poteva rendere leggermente più ostico negli enigmi, i personaggi a tratti sono ingestibili, ci sono le classiche parti (rompipalle) in cui devi stare attento ad un personaggio non giocante (parti che odio in un videogame), ma fa il suo dovere.
Siren Blood Curse mette tensione, come i bei giochi di una volta (i primi Resident evil o i primi Silent Hill), ansia, a tratti risulta disturbante, ha una trama davvero interessante, insomma pur avendo parecchie pecche è forse l'unico vero survival horror vecchia maniera di questa generazione.
Peccato che lo abbiano giocato in pochi.
Voto 8--