domenica 24 febbraio 2013

Serie A 26>Juventus vs Siena 3-0 – Anche le formiche nel loro piccolo si incazzano

Vincere oggi era paradossalmente più importante che vincere col Napoli, perché bisognava mettere pressione ai partenopei che giocano domani ad Udine, non proprio un campetto, avendo così due risultati su tre per la sfida di venerdì. Missione compiuta, non senza qualche piccolissimo mugugno derivante dalla scarsa concentrazione, soprattutto di alcuni.

Conte per l’occasione aveva chiesto la solita bolgia, il Siena invece aveva giurato di venire a Torino per fare risultato, analizzate le due dichiarazioni diciamo che vince di misura la richiesta di Conte, visto che se anche son rimasti una decina di spazi vuoti stiamo comunque parlando di uno Juve Siena, Il Siena invece è stata quella squadra che sull’1-0 per noi perdeva tempo e giocava come se stesse vincendo lei e solo dopo il 2-0, causa calo di concentrazione della nostra difesa, riesce ad uscire dall’anonimato totale cogliendo un paio di pali. Sullo 0-0 invece il nostro impegno non è stato poi così eccezionale. Su tutti Vucinic è parso ancora una volta giocare col pigiama, lui è Giovinco li davanti sembravano parlare due lingue diverse, mai in sintonia tattica. Non a caso il primo ha lasciato il campo sotto i fischi e il secondo ha salvato la faccia con un gol (per altro un gran gol) che rimanda l’esame del campo. La formica atomica infatti oggi era più che mai sotto osservazione, pressato dal partito dei suoi oppositori che cresce di giorno in giorno. Schiacciato dal nervosismo dopo la rete non esulta, anche le formiche nel loro piccolo si incazzano, come direbbero Gino e Michele, anche se poco ci importa alla fine, perché per conquistare il cuore della tifoseria serve costanza di prestazioni, per cui ti ringraziamo ma non abbassare la guardia perché questo è un mondo crudele. Sul finale poi il sigillo di Pogba, con un gol dei suoi, prima di andare a sfoggiare in televisione i progressi col suo italiano.

In fine non è male riconoscere che un po' di fortuna ci ha aiutato, sul primo gol, quando Lich coglie un il rimpallo sull’uscita del portiere e mima il gesto universale della buona sorte, il che ci ha permesso di sbloccare una situazione che si stava facendo pesante. Una situazione per altro già vista, con noi che snobbiamo l’avversario e lui che si chiuse ottenendo punti. L’importante però, come detto, era portare a casa i tre punti in a tutti costi e tutto sommato analizzata tutta la partita lo si è fatto in maniera accademica, evitando anche squalifiche dei diffidati.

Ora la mano passa a loro, con un interrogativo: giocheremo venerdì o riusciranno a spostarla a sabato, magari ancora per “sole”? No perché siccome ogni volta per loro è sempre un gran casino nelle vigilie, tra la scelta del campo dove giocare (supercoppa) e la solita pressione per ottenere un arbitro a loro più congeniale, stavolta vorrebbero addirittura farci sacrificare un giorno di riposo, perché a loro dire in Champions ci siamo già qualificati. Mercoledì 6 invece dobbiamo comunque affrontare un ottavo di finale e ottenere una qualificazione che deve ancora arrivare. Tutto questo a favore di chi poi? Di una squadra che l’impegno europeo l’ha già vergognosamente snobbato. Ecco perché bisogna ripetersi quest’anno anche contro questi avversari e contro questa mentalità provinciale, persino peggiore di quella della prescrittese.

domenica 17 febbraio 2013

Serie A 25> Roma vs Juventus 1-0 – Vacanze Romane

Tutto sport l’ha titolata la doccia scozzese e davvero lo è stata, per gli strascichi che lascerà inevitabilmente e perché viene dopo gli elogi di Glasgow. Filtrando i facili umori di chi in pochi giorni ti giudica prima un grande e poi un barbone, perché in sostanza è uno scribacchino, ormai tutti gli indizi costruiscono la prova lampante.  Sono sempre più incontenibili infatti coloro che hanno sempre sostenuto che la Champions ci avrebbe tolto punti. Pur di dare adito al suo punto di vista sui calendari anche Conte lo ammette, questa squadra non può sostenere 3 partite in 7 giorni. A questo punto noi Marottoscettici della prima ora facciamo un balzo dalla sedia, memori di quante volte gli abbiamo rimproverato di costruire squadre buone ma mai  sufficientemente forti per affrontare tutte le competizioni. Perché la differenza tra un tifoso juventino e un sedicente sportivo (per non parlare dei gufi) è quello di volere una squadra che salti il fosso e che non si accontenti di tornare forte ma di tornare Juve, quella squadra che ha fatto la storia del calcio italiano sia in Italia che all’estero.

Ecco che, alla luce di quanto detto, i dati statistici assumono una dimensione più significativa. 3-0 col Chelsea? sconfitta 1-0 a Milano col Milan! 3-0 col Celtic? 1-0 a Roma coi giallorossi! Ancora una volta una squadra sull’orlo del baratro ci attende per rilanciarsi e noi gli facciamo un regalo gigantesco. E’ successo con l’Inter, che non è riuscita a beneficiarne per propria incapacità di base, con la Samp e il Genoa, subito dopo gli esoneri dei due ex e ieri con la Roma, neo mondata dal mago Zeman. Non mi stupirei se questa fosse una tattica dirigenziale denominata vuoi far risultato coi bianconeri? caccia il tuo vecchio allenatore alla vigilia della sfida. Siamo il film che avrebbero sempre voluto scrivere, ieri una Roma non proprio irresistibile e con ancora un piede nella fossa, ci affossa con l’uomo simbolo, colui che fu spodestato dal rigorino di Osvaldo. D’altronde l’avevo ampiamente pronosticato cacciare Zeman avrebbe alzato il loro livello.

Chiaro però che quella vista ieri non era la solita Juve, quella che l’avrebbe stracciata come all’andata. Quella vista ieri sembrava più una Udinese qualsiasi. Senza cuore, senza testa e senza gambe, non siamo mai davvero scesi in campo. Nessuno che si fosse impegnato seppur lontanamente per la causa, giusto qualche pallone mandato avanti per inerzia e manovre lentissime.

Chiaro che in situazioni del genere il diavolo ci mette la coda. Se il pupone, dopo quello scellerato fallo su Pirlo, foste stato messo alla porta, come avrebbe meritato, voglio vedere se dagli spogliatoi lo faceva quel gol. Aspettiamoci poi sempre più calendari del genere ora che nei fatti e nelle parole abbiamo detto loro che bisogna far così per equilibrare il campionato. Cosa le spostate a fare ste partite se fate giocare noi Sabato-Martedì-Sabato e (uno a caso) il Milan Venerdi-Mercoledi-Domenica? non c’è bisogno di un ragionamento complicato per capire che è una logica davvero maligna. Checchè ne dica l’abbaiante Mazzarri, colui per competere solo in campionato ne prende tre in casa dallo squadrone Vittoria Plzen, in un modo tanto vergognoso e finto che dovrebbe solo tacere e autodenunciarsi alla Uefa. A questo punto anzi, dato che il fattaccio è stato sdoganato, dovremmo anche noi gettare alle ortiche una Champions sempre più deleteria e irraggiungibile, visto la differenza degli organici delle altre ottavo finaliste. Poichè l’unico obbiettivo realmente alla nostra portatata è sempre stato il campionato. Se poi il prossimo anno la Marmotta vollesse degnarsi di comportarsi da Juve, non sentire i finti elogi che ci vogliono già arrivati e costruire una squadra competitiva sui due fronti allora potremo parlare anche di vincere sta’ Champions. Sempre che non voglia favorirci togliendo il disturbo.

sabato 16 febbraio 2013

Sleeping dogs - Square Enix

(ovvero meno armi e più mazzate)
GTA è un brand ormai famosissimo, che ha fatto la storia dei videogiochi, lo è anche perché ha creato una serie di cloni e di giochi ad esso ispirati, più o meno riusciti. Una delle saghe clone più "decenti" fu True Crime, che ebbe discreta fortuna ai tempi della PS2 per poi finire nel dimenticatoio con l'arrivo della next gen.
All'improvviso però dal nulla (dopo che il progetto True crime: Hong Kong era stato bocciato da Activision) spunta questo Sleeping dogs, in pratica il terzo True Crime con un nome diverso.
Hai fatto bene, Activision, a non credere nel progetto? No, col senno di poi ci hai rimediato una bella dose di prese in giro.
Sleeping dogs assomiglia molto, moltissimo a GTA, inutile girarci intorno: ruba l'auto, vai al punto designato e comincia la missione, vai nei locali, gioca a i minigame, investi i passanti, prendi il taxi ecc.
Ma allora è un clone clonissimo di GTA? No.
Innanzitutto in Sleeping dogs si menano mazzate, le armi le cominci ad usare nella seconda metà del gioco e anche allora il fulcro del gioco e mazzuolare criminali che manco Bud Spencer.  La crescita dell'esperienza che si ottiene risolvendo le missioni si può utilizzare per potenziare il personaggio e anche gli stessi collezionabili servono a qualcosa (ad aumentare l'energia a farci conoscere nuove tecniche di combattimento ecc).
Il gioco poi ha un'altra componente interessante: facendoci impersonare un poliziotto infiltrato si completeranno missioni per la polizia ed altre per la triade, in questo modo accresceremo due barre dell'esperienza che ci forniranno vantaggi di vario tipo.
La storia com'è? E' bella, nulla di nuovo o di originalissimo,  ma si respira più volte un aria da film alla John Woo: prima parte introduttiva, ci si affeziona ai personaggi, poi pian piano una serie di eventi portano ad un'apoteosi finale di violenza e il tutto viene risolto nel sangue. Un crescendo ben congeniato, che aiuta a non perdersi troppo tra le missioni secondarie, che invita anzi a giocare quasi solo quelle (e purtroppo la longevità non è altissima).
Certo magari i sottotitoli fateli più grandi ogni tanto, che sembrano le indicazioni degli effetti collaterali in fondo al foglio dei medicinali.
E' meglio di GTA? No. Per una serie di motivi.
La tanto vituperata grafica non infastidisce, nulla per cui esaltarsi ma manco una schifezza inenarrabile. Lo stesso vale per la longevità: bassina ma che può essere aumentata con le missioni secondarie (piuttosto piatte e noiose però) e gli extra.
I minigiochi non sono interessanti, il karaoke francamente è noioso e troppo facile, così come le lotte tra galli (1 minuto a guardare polli che si menano).
Il taxi c'è pure qui ma è di una inutilità imbarazzante. Per cosa lo si prende un taxi? per arrivare dove vogliamo arrivare in breve tempo. Ecco, qui è il contrario: il taxi non lo trovi, se lo trovi non puoi fischiare per farlo fermare, se ci sali su quello non ti porta dove vuoi andare (ma in un posto "vicino" che il più delle volte è vicino quanto può essere vicino Berlusconi a Travaglio). Dice e allora a che serve? A nulla, fai prima a fartela a piedi correndo.
Un altro problema (non un difetto, anzi dona una bella caratterizzazione al mondo di gioco) è la guida sulla sinistra: nelle prime ore di gioco non riuscirete a trovare la strada e finirete per causare tamponamenti a catena.
Aiuta sicuramente l''idea di posizionare a schermo una freccia che ci indica le svolte (non saremo quindi costretti a guardare continuamente la minimappa)
Un bel gioco insomma, non solo un clone di GTA, vale la pena svegliare i cani che dormono.

mercoledì 13 febbraio 2013

Champions League, 1/8 A>Celtic vs Juventus 0-3–Gli spietati

Tre tiri tre gol, in questa sintesi c’è tutto il cinismo, la malizia e differenza tecnica tra le due squadre, il pallino del gioco è stato quasi totalmente in mano loro, sempre col cuore oltre l’ostatolo e sempre con marcia in più, sospinti dal loro dodicesimo uomo ci mettono tutto l’impegno di questo mondo ma il calcio non è solo cuore, così li abbiamo colpiti facendoci beffe dei loro svarioni difensivi ed in particolare della disastrosa serata di Ambrose, appena rientrato dalla coppa d’Africa, che propizia il primo e il terzo gol oltre a divorarsi un gol di testa a due passi da Buffon.

Non è quindi la solita Juve di campionato, quella che domina e sciupa ma il suo lato nascosto (non a caso indossava la maglia nera) quella che colpisce e alla fine il risultato finale è tutto grasso che cola, bisogna essere onesti. Una vera manna considerata la prestazione tutt’altro che grintosa. Un’altra botta per i cattolicissimi di Glasgow dopo l’abdicazione del Papa, battuti per la prima volta in casa in questa edizione della Champions.

Focosi e confusionari i nostri avversari sembravano più adatti al gioco del Rugby, provocatori fino al limite della simulazione, epiche rimarranno le schermaglie nella nostra area di rigore sui numerosissimi calci d’angolo che gli abbiamo concesso che alla fine ci sono costati anche un paio di ammonizioni. Ecco uno dei meriti di stasera è stato anche quello di aver saputo disinnescare un ordigno programmato ad esplodere sui calci da fermo, più della metà dei loro gol erano venuti da queste situazioni e tutti ci ricordiamo come è andata l’avventura della corazzata Barcellona.

Continua la striscia positiva di Matri, quarto gol alla quarta uscita, al primo gol in Champions, un gol che deve vederselo assegnare d’ufficio dalla Uefa visto che lui dentro l’aveva già messa, anche se l’arbitro non l’aveva notato, buon per noi che Marchisio, per non saper ne leggere e ne scrivere, la deposita nella zona di competenza. Nel finale arriva addirittura l’esordio di Anelka, giusto per aggiungere due righe al tabellino della gara.

Il vantaggio per il ritorno lo abbiamo accumulato, ora andiamoci a prendere questo quarto di finale, non prima di esserci rituffati in un paio di partitelle di campionato non da poco, magari portando da questa esperienza almeno un po' di quel cinismo che tanto può farci comodo.

domenica 10 febbraio 2013

Serie A 24> Juventus vs Fiorentina 2-0 – Lasciate ogne speranza voi ch’intrate

E’ stata la settimana della polemica sul video di presentazione, quello che ogni pre-partita il sito ufficiale presenta e che ogni volta chiosa con un in bocca al lupo goliardico, secondo voi la società violacea poteva esimersi dal emettere comunicati pretestuosi? loro che nel dopo partita, dopo averne preso 2 (e gli è anche andata bene), cercano di difendere l’indifendibile portiere Ultras Viviano che scaglia a terra la maglietta di Pirlo e la guarda con disprezzo, dopo averla levata dalla spalle di Borja Valero, con cui il centrocampista bresciano aveva operato il tradizionale scambio. Si sciacquano la bocca col l’acqua stagnante e ci vengono a parlare di stile, oggi che tutti pretendono di avere uno stile, persino i massi.

Ma che sarà stata mai poi questa violenta provocazione che tange il sommo poeta? Un benvenuti all’inverno detto più per citarlo che per schernirli? Non s’era detto che il calcio si prende troppo sul serio e che si tratta solo di un gioco? Proprio loro che sono tra i più importanti testimonial del carnevale, ieri che era Sabato Grasso. Ah già! ma dimenticavo i calzolai sono marchigiani. In fondo dall’inferno (quello vissuto l’anno scorso con quel 5-0 al Franchi) li abbiamo addirittura graziati, permettendoli di limitare i danni con un classico 2-0.

Nella fredda serata torinese ci si accorge di essere a Febbraio anche perché si torna a vincere e segnare in maniera netta uscendo dal nefasto Gennaio. Matri sembra essersi ridestato dal suo torpore, mettendoci quell’impegno che sembrava aver perso, segna un gol e perde la scarpa come cenerentola, i media invece di cogliere l’aspetto romantico o i rimandi con i Della Valle, corrono a consultare il regolamento per vedere se si può. A voler malignare si sarebbe potuto anche dire: “ma se l’avesse tirato con la scarpa avrebbe segnato comunque”'? Ma questo è solo un gioco tra noi tifosi. Vidal ancora una volta uno dei più grandi, altro che scambio con Verratti del PSG, se lo comprano a meno di 40 milioni è un furto, visto che ne hanno buttati 45 per Pastore (uno dei tanti), secondo assist vincente al compagno Matri, tra i due sembra essere nato un feeling. Pirlo sembra quasi divertirsi a giochicchiare con l’avversario, deve aver piazzato una camera verso gli spalti per rivedere le facce che i tifosi fanno quando temono che possa perdere il pallone in zone tanto pericolose. In curva sud a cantare e saltare c’era Bonucci, sempre più nel cuore dei tifosi. Non va dimenticato Buffon che sullo 0-0 compie un paio di interventi degni della sua fama, galvanizzato dalla prestazione già espressa in nazionale.

Tre punti che danno respiro anche alla luce del pareggio di Lazio e Napoli e in ottica Champions. Il cammino è ancora lungo ma va ad accorciarsi, le insidie sono tutte dietro l’angolo, il vero carattere di una grande squadra impone però di accettare la sfida a viso aperto, da Juve!

domenica 3 febbraio 2013

Serie A 23> Chievo Verona vs Juventus 1-2 – l’appetito vien vincendo

Vittoria importante ma ancora di convalescenza. Sofferta come può essere una partita nella quale subisci un solo tiro in porta, il che per la Juve di questo periodo equivale a sofferenza massima, visto che puntualmente con quell’unico tiro in porta si trasforma in gol. Nostro merito odierno è stato quello di segnare due gol, a differenza delle altre partite in cui non siamo andati oltre al golletto singolo. Chiaro però che si tratta di una vittoria importante ma non simbolica, che dovrebbe far parte del preventivo e che sarà presto dimenticata per far spazio agli impegni più pressanti che ci attendono in questo e nel prossimo mese, già a cominciare dalla prossima in casa con i violacei.

Il Lunch match non ci ha mai particolarmente arriso, anzi, storicamente questa è sempre stata l’ora in cui la pasta asciutta ci andava di traverso. In più c’era la pressione di tutti i gufi d’Italia dopo che il Napoli ieri ne conquistava un’altra. Gufi dagli occhi di pipistrello quanto si tratta di notare complotti facili da vedere, come gli aiutini di ieri ai partenopei, di aquila invece quando capita che la fortuna e l’incapacità degli arbitri girerano a nostro vantaggio.

In campo troviamo un Chievo non proprio irresistibile ed una Juve che muove i primi passi verso la luce. Torna il possesso palla e le manovre, buona la prova del trenino Lichsteiner che va anche a segno e la grinta di Matri che torna al gol pesante, impegnato e combattivo. Opaca la prova di Quagliarella, a tratti impalpabile, è lui quello dei due che ha forse risentito di più della scarsa fiducia di una squadra che voleva sbolognarli sul mercato di Gennaio. Giovinco invece fa bene solo il tacco per il primo gol dello svizzero,  ma continua la sua odissea tra gli improperi di chi non lo giudica da Juve. C’è stata anche la passerella per Anelka, quella avuta a bordo campo durante il riscaldamento. In panchina un deja vù, quello del ritorno di Alessio, dopo la squalifica di Conte.

Bene facciamo quindi a prendere coi pugni e coi denti tutto quello che possiamo e dar fiducia al tempo, in attesa del ritorno dei figliol prodighi rimasti fuori.

venerdì 1 febbraio 2013

LOOPER - di Rian Johnson

La tematica dei viaggi nel tempo e dei paradossi temporali è sempre interessante e la cinematografia fantascientifica è piena di film cult che hanno saputo giocare al meglio con questo argomento: prendiamo l'Esercito delle 12 scimmie, o Terminator o Ritorno al futuro.

I viaggi nel tempo però sono allo stesso tempo una bella gatta da pelare: difficile costruire un film basato sul paradosso ma che rimanga coerente a se stesso, con le sue regole, che permetta la cosiddetta "sospensione dell'incredulità".

Essendo un appassionato di questo sottogenere della fantascienza devo dire che attendevo Looper con un certo interesse. Interesse ripagato? Si e no.
In un futuro non troppo lontano gli omicidi sono più "complicati" da commettere, per questo un organizzazione criminale (i viaggi nel tempo sono illegali) rispedisce indietro di 30 anni le persone che vuole eliminare, laddove un killer affiliato all'organizzazione si prende in carico di commettere l'omicidio.
In questo modo non c'è nessun cadavere e allo stesso tempo non è possibile risalire all'assassino, il crimine perfetto.

Il problema però nasce quando la vittima e il carnefice sono la stessa persona: l'assassino prende una lauta paga e chiude il suo loop, sapendo che potrà godersi una lauta pensione per 30 anni fino a che...
Il protagonista del film è uno dei killer che si prendono in carico di ammazzare coloro che vengono spediti dal futuro e allo stesso tempo è il se stesso del futuro che non ci sta ad essere ammazzato da se stesso nel passato, perché dopo tanti anni di vita sprecata ha finalmente trovato in sua moglie un motivo per vivere.
Premessa ambiziosetta e allo stesso tempo complicata anche se non troppo, che riesce bene a trasmettere su pellicola le classiche situazioni paradossali da viaggio nel tempo: riusciremmo a uccidere Hitler se lo incontrassimo da bambino? Se incontrassimo noi stessi nel futuro (o nel passato) come reagiremmo? Il vecchio vedrebbe nel giovane se stesso una specie di vecchio amico e vorrebbe dargli dei consigli, quasi paterni, per migliorare la situazione, ma il giovane vedrebbe davanti a se solo un vecchio che vuole intromettersi nella sua vita, un estraneo che vuole condizionarlo e fargli fare qualcosa che lui non vuole fare.
Tutte riflessioni e domande interessanti che mantengono la tensione ed aiutano a riflettere. 

Il problema però nasce dopo, quando si devono tirare le fila, quando bisogna costruirci su una conclusione se non priva di difetti o paradossi, quantomeno coerente. E' qui che purtroppo Looper fallisce: per buona parte della seconda metà il film, tiene il piede in due scarpe, non spiegando il perché di certe scelte, poi però nel finale non solo cerca di "spiegare tutto" ma lo fa male, oltre a farlo con un deux ex machina lo fa con un deus ex machina che nasce da premesse sbagliate e incoerenti: quante linee temporali ci sono nel film? Una si potrebbe dire (le scelte del passato influenzano irrimediabilmente sul futuro) ma allo stesso tempo potrebbero essercene di più (ci sono dei "cambiamenti", degli stravolgimenti rispetto alla linea temporale "standard").
Il finale quindi oltre ad essere un paradosso è incoerente con le regole del film, è incoerente oltre che paradossale. A questo errore di fondo ha contribuito anche il regista che interpellato sulle molte incongruenze ha risposto nicchiando, trincerandosi dietro il caro vecchio "perché è così, è un film sui viaggi nel tempo, ci devono essere dei paradossi inspiegabili". Eh no, caro Rian Johnson, la sospensione di incredulità è possibile solo se mi metti dei paletti, delle regole che funzionano nel mondo creato all'interno del film, non puoi dire "non tutto deve essere coerente" se è proprio la premessa principale a non esserlo, non puoi cercare di fare un film fantascientifico "complesso" e poi venire al dunque con un "in fondo è un film d'azione, non prendetelo sul serio".

Looper insomma sarebbe un bel film, un quasi cult che si perde alla fine in un bicchiere d'acqua risultando un progetto ambizioso più sulla carta che nel risultato finale.
E' un film complesso che però complesso non è, un film d'azione fantascientifica o di fantascienza con una buona dose di action, affascina e incuriosisce salvo poi dirti che in fondo voleva solo intrattenerti e ti chiede di fregartene della coerenza.
Un paradosso insomma.

Voto 7