lunedì 15 aprile 2019

#SERIEA1819 32> #SpalJuve 2-1 - L'attesa del piacere che fa incazzare gli antiju

 

Antoine la sapeva lunga (Il cantante francese anni '60 che cantava Pietre). Vinci "e ti tirano le pietre", perdi "e ti tirano le pietre", sei in coppa e i tirano... i piedi. "Qualunque cosa fai. ovunque tu andrai", ti chiami Juve? "e sempre pietre in faccia prenderai". L'unica cosa che puoi fare e sorridere e fregatene, meglio ancora goderne, poiché non c'è ormai più cura per la loro depressione. "Nell'arco di un mese abbiamo falsato il campionato perdendo col Genoa, vincendo col Milan e perdendo con la Spal" scrive Zampini descrivendo i fantastici anni in cui viviamo. Anni in cui qualsiasi cosa fai non sta bene a nessuno. Il perché lo sanno persino le... pietre: smitizza, polemizza e colpisci tutto quello che fa la Juve. Tutto quello che è... Juve. Usa tutta la retorica della tradizione filosofica antica e moderna, non sarà mai abbastanza.

Così, mentre sui giornali (in special modo sul Corsport) già si celebrava il funerale di questo campionato, e del calcio italiano in generale, con titoli tipo: "SerieA Killer", la Juve rimanda il piacere giocando con l'attesa del piacere e li fa incazzare ancora di più. La Juve non stacca la spina di questo loro lungo e sofferto campionato, ormai da mesi in stato vegetativo, talmente tragico che gli antiju non hanno potuto festeggiare neppure le due (sinora) uniche sconfitte bianconere.

La Spal riesce a cogliere una di quelle occasioni d'oro che ti capitano poche volte nella vita, lì dove invece aveva fallito il Milan, fattosi trascinare da pianti preventivi e vecchi alibi. La festa è rimandata, forse solo di una settimana. Non so quanto bravi e quanto fortunati sono stati i ferraresi ad aver incontrato la "Juve giusta" al momento giusto. Tra la loro lotta per la salvezza, e la voglia dei nostri giovani di mettersi in mostra, la differenza (come sempre) l'ha fatta la motivazione e l'esperienza.
Divide et impera. Come lo scorso anno la Spal ha il "merito" di riuscire a spezzettare la gara e prendersi una marea di fallettini poco europei (nel senso che in Europa te li sogni) e di cogliere l'inerzia della gara. Tra silent check e sostituzioni, Sky pronosticava non meno di cinque minuti di recupero, ma cannava di brutto allorquando Doveri ne accorda solo quattro. Ma alla fine cambia poco, giusto qualche sofismo. L'impressione era che qualunque cosa avesse deciso l'arbitro (anche durante la partita) le proteste si sarebbero chiuse nell'arco di trenta secondi netti

Non basta Kean a guidare una Juve giovane e rivoluzionaria che a -1 dall'ottavo scudetto consecutivo, a sette partite dalla fine e col pensiero di coppa, poteva ampiamente permettersi di andare a fare la scampagnata del sabato pomeriggio in Romagna.
Una ferita indolore come la fastidiosa puntura di una zanzara notturna per noi, ma evidentemente molto più grave per gli "altri", tipo quelli che si giocano la permanenza in A con la Spal e che hanno avuto la sventura di incontrarci prima. E detto francamente se può dare un dispiacere a qualche antiju tra quelle fila (vedi il Bologna di Miha.) che ben venga. Non tutti i (piccoli) mali vengono per nuocere.

Non c'era infatti la fretta di festeggiare, anzi alcuni la consideravano deleteria prima dell'impegno con l'Ajax. Per quanto un professionista possa non farsi distrarre dall'ennesimo scudetto, a tre giorni da un match decisivo un piccolo rischio c'è sempre. Magari gli stessi che oggi criticano Allegri per il turn-over di Ferrara sono gli stessi che criticavano Conte, che inseguendo il 102 aveva sacrificato la la finale in casa di Coppa Uefa. Ora non importa se sia davvero questa la spiegazione o la scusante per quella eliminazione, fatto sta che appena abbiamo avuto l'esempio opposto ecco che lo critichiamo comunque.

Una partita tipicamente da pareggio (come si dice in gergo) che si perde, così come si poteva anche vincere, a causa dell'inesperienza e la differenza di motivazioni. Punto. Non c'è bisogno ne di retropensieri, né di sovrastrutture, né di ipocrisie spicciole.

Occasione che serve ai nostri giovani per avere l'opportunità di respirare il campo, di misurarsi col massimo professionismo e sentirsi parte della famiglia. Tra questi spicca Nicolussi, che già aveva avuto una piccolissima occasione in precedenza, fra quelli che han fatto vedere le cose migliori. Spal-Juve segna anche l'esordio del 2001 Gozzi, di nome Paolo, nato a Torino italiano e di colore, simbolo di un futuro che ci piace e ci accomuna, soprattutto dopo i lupi nei recinti visti a Cagliari. Parte timido, poi si scrolla di dosso l'emozione. 

Spal-Juve è la concretizzazione di una superiorità. La superiorità che porta una squadra a fare un turn-over "estremo" nella partita che può dargli lo scudetto. Riuscite ad immaginare cosa deve significare per l'antipopolo non poter festeggiare neppure le uniche due sconfitte della Juve? A Genova come a Ferrara due sconfitte che invece di portargli un attimo di sollievo e persino un giorno di giubilo li fanno addirittura incazzare. In altre occasioni avrebbero fatto partire i fuochi artificiali... ops, non diteglielo sennò si incazzano e mi accusano di razzismo. Eppure basterebbe recuperarsi un cult del cinema partenopeo del genio Luciano De Crescenzo: "32 dicembre" (che consiglio ai cinefili che non l'hanno ancora visto), per aver la migliore fotografia dell'amore che il popolo napoletano ha per i fuochi pirotecnici. "Sì ma quel film è una critica a quella cultura", ma non si critica forse qualcosa che c'è ma che si vuole cambiare? Quindi se ammetterete che c'è, tanto da criticarla, allora perchè volete cacciare la D'Amico per una "cirazione". Se invece a voi piace la tradizione dei "botti" e dei "palloni di maradona"... di nuovo... perché volete cacciare la D'Amico da Sky?

Sono allora davvero gli anni più belli del nostro tifo. Pensiamo a martedì, per lo scudetto c'è tempo e modo.

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