domenica 19 maggio 2019

5 videogiochi da sala memorabili

Un tempo luogo delle meraviglie (e a volte di pericoli), oggi le sale giochi sono assimilabili a tecno reperti archeologici appartenenti ad ere geologiche lontanissime. A sentire la parola "Sala giochi" oggi quasi tutti pensano immediatamente alle sale scommesse o a quelle piene di slot machines mangiasoldi a tradimento. Non che i videogiochi dell'epoca non assolvessero allo stesso scopo (quanti soldi buttati in quel coso) ma regalavano felicità vera, soddisfazione, a volte aiutavano a socializzare. I più bravi erano una sorta di supereroi del Paese ("Lui è quello che ha finito Ghost and goblins") che tutti provavano a raggiungere con tanta dedizione e moltissimi gettoni. Non che non si giocasse già all'epoca su pc o console, solo che erano (costosissima) roba di secondo piano, impossibile rivaleggiare con la forza bruta del cabinato. A pensarci ora fa quasi sorridere ma era così.
Ecco 5 giochi che anche a distanza di anni non riusciamo a dimenticare.


Vendetta


Il gioco dei poliziotti slinguazzoni. Ma come cavolo facevano a toglierti l'energia solo slinguazzandoti? Mistero. Fatto sta che (sebbene per un ragazzino dell'epoca era  davvero singolare vedere qualcosa del genere in un videogame) Vendetta era anche molto altro. Una grafica (per l'epoca) di gran livello, tante armi e particolari sfiziosi ("Se tiri un calcio fatto bene a quel secchio puoi farglielo finire in testa") e chicche (quanto era divertente sbattere i cattivoni con il muso sulle vetrine dei negozi, frantumandole?). I boss poi erano qualcosa di unico, ognuno con sue caratteristiche riconoscibilissime. Un videogioco insomma dall'iconografia totalmente politically scorrect che però aveva dalla sua un cast di protagonisti variegato e variopinto, io ad esempio non potevo fare a meno di scegliere il pugile di colore, con gli altri (una pseudocaricatura di Hulk Hogan, un Mr T bianco, un biondino piuttosto leggerino) morivo dopo pochissimo tempo.

The Punisher


Di giochi memorabili dell'epoca Capcom ne ha sfornati a bizzeffe, basti pensare al re dei picchiaduro (presente anch'esso in questa classifica), a Final Fight, Cadillacs and Dinosaurs, ma anche Ghost and Goblins e tanti altri. Prima ancora di Resident Evil e affini, Capcom era sinonimo di Cabinato. The Punisher arrivò piuttosto tardi nelle "salette", fu uno degli ultimi grandi successi di questo genere per la casa giapponese, ma aveva dalla sua tante caratteristiche che lo rendevano unico nel suo genere. Innanzitutto era una trasposizione di un fanoso fumetto (più o meno fedele, tanto tu all'epoca ne sapevi pochissimo) della Marvel, in secundis aveva dei livelli coloratissimi e velocissimi, dove spesso era possibile utilizzare armi da fuoco e tanti altri arnesi. Perfino delle granate. Aggiungiamoci jun set di mosse particolarmente vario e abbiamo la perfetta maturazione di un genere che nel passato Capcom abveva sempre più afinato e perfezionato.

Liquid Kids


Ma che animale era il protagonista? Boh, non si è mai capito (almeno fino a quando non lo cercai in rete), resta il fatto che più che lui erano memorabili le bolle d'acqua che era capace di lanciare. Un gioco che utilizzava in modo stupendo (per l'epoca) la fisica dei liquidi. Una evoluzione del precedente (e ugualmente riuscito) Bubble Bobble, qui i livelli erano molto molto vari (così come i boss totalmente folli) e coloratisimi. Un misto tra The New Zealand Story e Snow Bros, pieno di segreti e (per un ragazzino dell' epoca) molto longevo

Cadillacs and Dinosaurs


Già il fatto che ci fossero i dinosauri lo rendeva a suo modo unico e meraviglioso (siamo nel 1993, in piena epoca Jurassic Park), con questa caratteristica che picchiarli gli cambiava l'umore (se li picchiavano i cattivoni si incazzavano, se li picchiavi tu dopo un po' diventavano mansueti), ma soprattutto le cadillac, o meglio La cadillac. In un livello improvvisamente il gioco diventava un gioco di guida, dove però poter investire i cattivoni e danneggiare (si sperava) irrimediabilmente un boss prima che la macchina si distruggesse definitivamente. Si abbandonavano i classici vicoli delle città malfamate e ci si tuffava in ambientazioni più selvagge ed esotiche, con un cast di protagonisti ancora più variegato (si poteva scegliere pure una donna) e un background affascinante, tanto che all'epoca ci si produsse pure un cartone animato.

Street Fighter 2


"Il" picchiaduro. Un genere che sinceramente non ti ha mai affascianto e al quale hai giocato pochissimo (troppo poco vario, troppa necessità di essere un esperto per poterci giocare decentemente) a parte una sola eccezione: Street Fighter 2. Difficile da padroneggiare al meglio ma accessibile a tutti, velocissimo, con una grafica da paura, personaggi indimenticabili e mosse che sono entrate nell'immaginario collettivo (si, le mosse, quasi come se fossero esse stesse dei personaggi). La storia dei personaggi (semplicissima eppure misteriosa) fece nascere centinaia di leggende metropolitane, poi date per buone, invenzioni totali che cambiavano da città a città ("Vega in realtà è una donna", "Blanka è diventato così perchè è caduto da un aereo in una vasca di acido"), i nomi stravolti nel passaggio da oriente ad occidente o anche solo da persona a persona (frega nulla del nome reale, per noi noi M. Bison era è resterà Mister Bison. Un videogioco insomma contornato da un alone magico, impossibile da replicare e mai più replicato in futuro, nemmeno dai suoi seguiti. 


Avrei voluto citare tantissimi altri giochi ugualmente meritevoli ma tant'è.

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