sabato 4 maggio 2019

#SERIEA1819 35> #JuventusTorino 1-1 - La Mole Di Un Mezzo Derby


Inter e Toro con speranze d'Europa incontrano una Juve che già pensa alla prossima stagione. Entrambe "con un sogno nel cuore": quello di approfittarne. Passate in vantaggio con con due occasioni fortunose non avevano fatto i conti con l'uomo più affamato della storia: Cristiano Ronaldo da Madeira. Lo so, avreste voluto fare entrambi bottino pieno, ma ricordatevi come andò all'andata, quando una Juve ancora in corsa (si fa per dire) per il campionato, annullò tutte le speranze di rimonta del Napoli, e di Zazzaroni che gridava "forza antijuve" dalle colonne del suo Corriere. Prendetevi entrambe, dunque, questo punto a testa e fatene buon uso, perchè "chi ve lo doveva dire" ieri...

Il Toro allo Stadium, di nuovo illuso e poi deluso, ringrazia quella scellerata rimessa laterale juventina (e un pochino anche Orsato), così come una settimana fa la stessa l'inter sfruttò una mezza insicurezza di Szczesny per passare in vantaggio. Sì, naturalmente cito Orsato perchè conoscendo l'avversario (quello di ieri e quello di sabato scorso) un gol con annessa spinta sul difendente da parte di uno della Juve non sarebbe passato con la stessa cavalleria con cui è passato quello di Lukic. Manco a farlo a posta lo stesso Caressa nel secondo tempo afferma che "Bonucci rischia", commentando una spinta fuori area di Leo su Belotti meno irruenta di quella di Lukic. Perciò la polemica sarebbe stata in the air.

La mole (intesa come quantità sostanziale e compatta) di questo derby sta tutta in questo. Una squadra che non ha più nulla da dire in un campionato già vinto mesi fa contro una che sogna ancora l'Europa. Diciamoci la verità, in altri casi il post derby sarebbe stato il solito avvelenato post derby di sempre. Invece ieri c'era la Juve in tenuta da "chi se ne fotte", quindi anche l'arbitro ha avuto vita facile. Uno dei derby più facili della storia per un arbitro. Anche dal punto di vista delle "mazzate" forse qualcuno avrebbe voluto il solito derby alla Fight Club, invece è stato tutto sommato abbastanza corretto, conclusosi con la bella parentesi fair play dello striscione della sud in onore dei caduti di Superga, di cui oggi ricorre il 70° anniversario. Insomma un derby "pari e pace", come lo apostrofa oggi la Gazzetta dello Sport. Non crediate che sia un gesto naturale (anche se dovrebbe esserlo) visto il tifo di oggi o peggio ancora il tifo di qualche anno fa. Si spera sempre che in tal senso qualcosa possa cambiare, per strappare questo sport dal vecchio barbaro mezzo per una guerra di territorio. Ma siamo ancora lontani.

Certo dopo lo svantaggio la Juve non resta a guardare o a fare regali al Torino. Pressa l'avversario come poche altre volte ha fatto in questo campionato e con un pizzico di cattiverià in più avrebbe potuto anche ribartarla. Il Torino si affida alle ripartenze ma punge poco anche con quelle. Bellotti si spompa ma non "pompa" palle in porta. Nemmeno l'ex diventa spauracchio, quando Mazzarri tenta Zaza sul finale. Cuadrado esce tra i fischi invece e mi dispiace per lui, ma ancora una volta dimostra di essere 70% di corsa e il resto di vero campione. Ma i fischi sono sempre comunque discutibili in una partita del genere in cui si dovrebbe un po' allentare la tensione.
Ma a noi basta lui. Basta vederlo svettare e rimanere sospeso in aria a cogliere di testa "quell'uva" e gettarla nella rete di chi dice "che acerba", preferendogli quella Catalana. L'unico che ancora vuole dire qualcosa in questo campionato morto mesi fa.

Nell'eterno scontro tra Messi e Ronaldo, il secondo paga il fatto di giocare nella Juve. Così lo scorso anno era un fenomeno, dipindo in una rovesciata contro l'odiata Juve, quest'anno invece e "solo" colui che li sbuca sempre. Persino molti juventini hanno trovato un nuovo idolo: tale Adani da Correggio, un ex pachinaro interista a cui è bastato aprire una faida personale contro Allegri per portarseli appresso sorridenti. Mentre criticano il monologo nelle interviste di ieri dell'allenatore della loro stessa squadra, non tengono da conto dei novanta minuti di telecronaca contra personam condotta da Adani in Barcellona-Liverpool come apologeta di se stesso. O più semplicemente la codardia di chi continua a punzecchiare Max dopo che questi ha lasciato l'auricolare.
Sarà più difficile sopportare loro il prossimo anno che i nemici esterni, che già conosciamo, qualora Max dovesse rimanere.

Detto francamente a me è sempre importato poco "il derby tra Messiani e Ronaldesi" (per parafrasare il milanistro degli interni) e mi importa poco anche ora. L'unica cosa che davvero mi importa è che noi abbiamo CR7, mentre le altre (eccetto il Barcelona) non hanno Messi.

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