Tra tutti i "figli di Lost", probabilmente From è quello che ne ha seguito le orme in maniera più pedissequa. Non solo lo ricorda per il nome (una sola parola, 4 lettere, una sola vocale, la o, e tre consonanti), o per il fatto che ha un protagonista in comune (Harold Perrineau), o ancora per le basi concettuali sulle quali si fonda (la cittadina=l'isola, gli assassini zombeschi = gli altri, l'uomo in bianco = i bambini in bianco, il misticismo e il soprannaturale legati al luogo in maniera specifica, scienza vs fede ecc.). From riprende Lost proprio nelle sue evoluzioni di trama, nelle situazioni che costruisce e nelle conseguenze che certi colpi di scena portano.
Prendiamo il cliffhanger finale della seconda stagione. Tabitha si ritrova finalmente all'esterno della città. Cosa potrà mai succedere? Ricordate il famoso "dobbiamo tornare indietro" di Jack in Lost? Immaginate qui come potrà andare. Ecco il problema di From (e nella terza stagione diventa ancora più evidente) è che buona parte del suo "fascino" e dei suoi misteri sono riciclati e riproposti ad uso e consumo dei fan di una serie televisiva che un po' tutti conosciamo. Se l'avete apprezzata, ma magari non avete digerito certe evoluzioni, qui finite per storcere il naso allo stesso modo, anzi di più perchè sapete giá dove si andrà a parare.
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Il primo segreto di Fatima |
Certo, non siamo più nel 2005 e, complice un modo di fare le serie TV ormai profondamente cambiato, delle differenze ci sono. Alcune cose sono per forza di cose più accelerate, i personaggi sono meno "piacioni", e un po' tutti, chi più chi meno, sono decisamente più respingenti. L'uso massiccio e totalizzante dei flashback e dei flashforward qui non è presente, si resta molto più ancorati alle questioni del momento. Inoltre From a differenza di Lost possiede pure una componente horror, anche se ormai molto molto sfumata.
Ma il procedere per "non detto" risulta ugualmente abusato ed ormai molto meno convincente. I personaggi che continuano a nascondersi rivelazioni importanti solo perchè "non posso dirlo". Misteri tenuti celati perchè "oh mio Dio, se qualcuno sapesse cosa ho scoperto sarebbe la fine". Poi puntualmente a misteri svelato si scopre che era tutta una classica bolla di sapone. Basti prendere ad esempio il personaggio di Victor: sfuggente, incomprensibile nelle sue elucubrazioni, sembra sapere tante tante cose ma alla fine di fatto non sa nulla, non più di quanto sappiano tutti gli altri arrivati nella città molto dopo di lui. Ripete di continuo "Non posso", "non voglio", "non devo" e va via. Dopo un po', capito che è solo un giochetto degli sceneggiatori le scene che lo riguardano sono spesso una perdita di tempo più che altro. Non a caso in questa stagione con l'arrivo del padre si cerca di dare un contesto al suo personaggio, un lato più emozionale, per evadere da una ripetitività fin troppo evidente.
Dopo un paio di puntate interessanti, causa momentanea dipartita di Tabitha, tutto torna ben presto allo status quo. Con i personaggi che continuano ad avere visioni, a dover fuggire quando fa buio, a rinfacciarsi i metodi di gestione della cittadina. Ognuno con più domande che risposte e che evita di fornire agli altri quelle poche che ha. E per qualche puntata di fatto non succede nulla. A parte il fatto che Fatima (il nome tutto un programma) che resta misteriosamente incinta (non poteva avere figli) e mostra delle voglie piuttosto strane. Il bambino, nato nella cittadina, sarà davvero un bambino? O è frutto degli inganni degli esseri zombeschi? Sarà lui la svolta decisiva che cambierà le carte in tavola?
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"Allora è tutto vero. Sono io, sono loro, questo posto è...non posso crederci, o mio dio che scoperta, è sconvolgente, è agghiacciante, non potete capire: "l'albero è un albero" |
Solamente nelle ultime due puntate la serie sembra ricordarsi che comunque qualcosa deve darla agli spettatori (la questione bambini/adulti sostanzialmente svelata, così come importanti questioni sul passato della città), qualche contentino che conduca al classico cliffhanger che butti in mezzo un nuovo colpo di scena clamoroso (destinato magari a risolversi in un paio di puntate con un nuovo reset). Colpo di scena che puntualmente arriva e, preso per quello che è, risulta decisamente efficace. Questo sicuramente From lo sa fare, ormai si è capito. Ma ancora una volta "a che pro?". Solo per tenere ancorato lo spettatore e spingerlo a non mollare o per regalare qualcosa di davvero nuovo e sconvolgente? Ai posteri (come di consueto) l'ardua sentenza.
PRO
- Perfetta per chi (anche a distanza di 15 anni) proprio non può fare a meno di Lost. Misteri a fiumi.
- Le ultime due puntate finalmente rispondono a questioni importanti e decisive
- Fotografia e situazioni horror (per quel poco che sono presenti) di indubbio fascino
CONTRO
- Il giochino dei misteri e del non detto mostra la corda in più di una occasione
- Troppe puntate dove di fatto non accade nulla, o quasi
- Senza flashback/flashforward continui, come in Lost, tende a restare molto più ancorata al concreto, ma pure a reiterare troppe volte le stesse situazioni.
Voto 7
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