Di due cose si può esser certi oggigiorno: una resta la morte, l'altra è il gol subito dalla Juve di Motta dopo l’1-0. Preferibilmente se ad opera di un ex o di un vecchio nemico. Ormai una costante, ancor più dei pareggi. Como e PSV ci fornisco un concreto termine di paragone tra l'inizio e questa parte della stagione. Quattro gare che evidenziano (se ce ne fosse ancora bisogno) quanto questa Juve, in questi mesi, non solo non sia migliorata (in risultati e idea di gioco) ma sia addirittura peggiorata pur vincendo. Quelle che in estate erano state due sparring-partners, che ci han divertito e perfino illuso, stavolta qualche cazzotto ce l’hanno assestato, prima di andare knock-out.
Analizzando questa partita, quindi, non possiamo prescindere da questo, oltre ad essere contenti per la vittoria. Per rendere bene l'idea prendiamo a pretesto Mbangula: se non avesse segnato il gol decisivo, come avrebbe potuto evitare il 4 in pagella? Disastroso su quasi tutti i palloni, ma si trova al momento giusto e al posto giusto. Il suo gol salva la Juve ma rimanda se stesso. Per la Juve vale lo stesso discorso. A parità di avversario le difficoltà si sono viste. Le medio basse ci creano grattacapi e con le grandi ormai abbiamo iniziato a perdere. In campo gira la solita manovra macchinosa, che cigola come un motore con poco olio. Le vittorie stanno nascondendo il lavoro che ancora bisogna fare per aggiustare le cose.
In questa Juve la costante è l'incostanza. Motta non ha ancora ben in mente quali siano i suoi titolari e continua a mischiare le carte. L'allenatore sperimentale esperimenta. Taglia, cuce e ricama ma quando qualcuno sembra davvero girare lo lascia in panca e ne prova un altro al posto suo. Sotto di lui, giocatori come Thuram e Conceicao, che ad inizio stagione avevano fatto vedere grandi cose, vengono nascosti in panchina e finiscono con impolverarsi e arruginirsi. Perdono il passo e il ritmo gara, finendo per imbrocchirsi.
Mette Weah terzino destro, alla faccia dei meme di Allegri, preso per il culo per anni per aver adattato giocatori in ruoli non propri, ma quanto meno stavolta lascia in panca Robocop. Naturalmente ci lascia anche Vlahovic, che a giugno venderemo a pochi spicci, salvo poi inserirlo solo nei minuti finali. Ma non sia mai affiancarlo a Kolo Muani e mettere due attaccanti. No! Per lui vige la regola secondo la quale, con due galli non fa mai giorno.
Ma quanto meno abbiamo vinto e siamo ancora all'andata, quindi direi di fermarmi qui con le critiche, in attesa del ritorno. Tra le note positive ci sono Gatti, almeno rispetto all'ultima prestazione, e l'essere finalmente riusciti a mettere insieme tre vittorie di fila tra campionato e coppa, cosa che finora non c'era ancora riuscita. Perciò rilassiamoci qualche giorno prima della grande incazzatura di domenica prossima.
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