domenica 11 maggio 2025

Lazio 1-1 Juventus – 36ª Serie A 24/25 – Red Rain... in the sun


Per la serie piove sempre sul bagnato, nella folle lotta a questo quarto o nulla, la Juve deve continuare a lottare contro tutto e tutti. Contro se stessa e le sue ingenuità, le sue assenze e i suoi progetti fantasiosi, ma anche contro una comunità che ha come principale obbiettivo (non scritto) quello di mantenere intatto questo carrozzone fino al termine della stagione. Che nell'anno del giubileo di Roma... sappiamo cosa vuol dire. In tutto questo la Juve è costretta a giocare ogni sua gara con l'Handicap.

Tutti ci ricordiamo dei pianti in diretta TV, dei dirigenti Lazio, nella gara di andata. Assolutamente per il nulla. Stavolta, a parti inverse, nessun dirigente (parola grossa) della Juventus muove un fiato. Sia ben chiaro che sarebbe stato così anche in presenza di episodi clamorosi pro Lazio. Ma lasciatemi dire che la conduzione di Massa, al netto di tutto, è stata un "filino" casalinga. Se ne accorge persino la Gazzetta nella sua moviola.

Uscendo fuori dall'aspetto tecnico, quello secondo il quale in VAR è stato introdotto "per porre fine alle ladrate della Juventus" (che cambiando l'ordine degli addendi ha come risultato immutato quello di essere nato per fermare la Juve) dovremmo tutti concordare sul fatto che è lo strumento preferito dei simulatori. Qualsiasi giocatore sfiorato si butta a terra come colpito da Bud Spencer o da Terence Hill. Tanto sa che chi andrà a vedere al VAR, al 99% punirà il gesto ma allo 0% la simulazione. Così rimane a terra per delle ore, per poi alzarsi arzillo e fresco come una rosa.

Insomma, al primo contato buttati! È questo l'imperativo che gira, sin dalle scuole calcio, tra i bambini che diventeranno i simulatori di domani. Ma spesso la disparità di trattamento la fa da padrone. Entrate pericolosissime, che rischiano di spezzare una gamba sono a malapena punite con un giallo, i gesti di reazione sono un peccato mortale ed è qui che entra in gioco una seconda categoria di atleti, che spesso coincide con i simulatori, quella dei provocatori. Ma se tutto accade sotto gli occhi dell'arbitro, gesti di reazione come quello di Pellegrini sono bellamente ignorati.

Con la Juve in vantaggio molti hanno cercato l'episodio che riequilibrasse una partita che non solo la Lazio non era in grado di riequilibrare, ma che senza il vantaggio di Muani sarebbe terminata sullo 0-0. Invece come di consueto si sono lasciate alla Lazio le opportunità finali. Come è stranamente avvenuto in una quantità industriale di gare.

Naturalmente noi ci mettiamo del nostro, con un'infermeria che sembra un bordello a cui tutti cercano di accedere prima o poi. Con l'immaturità dei giocatori, tipo quella di Savona che solo per miracolo (il fuorigioco di Taty) non causa un rigore. Uno che in altri tempi non avrebbe avuto tutte queste opportunità di presenza. Cose che accadono nei tempi peggiori, quando si è costretti a mettere su nozze con i fichi secchi. Persino Tudor è parso spiazzato dall'inferiorità numerica, con i suoi cambi cervellotici e frutti di ragionamenti tutti suoi, che però non hanno avuto il risultato di mantenere vantaggio fino all'ultimo secondo.

Ma sorte a parte, a differenza della disastrosa trasferta di Parma, e in parte anche quella di Bologna, si ha la coscienza che più di questo la Juve non potesse fare, in questa gara, soprattutto in inferiorità numerica. Le prossime due partite saranno però delle lotterie. Una specie di calci di rigore che dureranno 180 minuti su campi molteplici. Ancora una volta non vediamo l'ora che questa stagione finisca. 

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