Ci sono saghe più o meno importanti, più o meno riuscite, più o meno divertenti. Di solito quando si sceglie di fare un sequel il motivo principale è il profitto più che la voglia di esplorare a fondo l'universo creato con il primo film, soprattutto se si tratta del genere commedia.
Una notte da leoni riscosse a sorpresa un enorme successo qualche anno fa, ciò non solo è imputabile al fatto che uscì in sordina e in un periodo di magra, ma anche all'ottima scelta del cast (un trio vario e ben affiatato) e a qualche idea che lo rendeva diverso dal solito filmetto comico.
L'idea maggiormente azzeccata fu quella di un addio al celibato nel quale i protagonisti si sballano (principalmente a loro insaputa) e poi il giorno dopo, del tutto ignari di quanto fatto la notte precedente si ritrovano in situazioni assurde in cerca di un modo per rimediare e ricordare.
Lo spunto quindi, per quanto non originalissimo o esaltante, era un ottimo modo per permettere al film di trasformarsi in una specie di caccia al tesoro esagerata e folle.
L'idea maggiormente azzeccata fu quella di un addio al celibato nel quale i protagonisti si sballano (principalmente a loro insaputa) e poi il giorno dopo, del tutto ignari di quanto fatto la notte precedente si ritrovano in situazioni assurde in cerca di un modo per rimediare e ricordare.
Lo spunto quindi, per quanto non originalissimo o esaltante, era un ottimo modo per permettere al film di trasformarsi in una specie di caccia al tesoro esagerata e folle.
Il sequel si rivelò un film abbastanza divertente, ma probabilmente lo era perché si limitava a riprendere in toto la trama e le situazioni del primo e ripeterle pedissequamente con qualche limatura qua e là.
Una notte da leoni 3 sceglie coraggiosamente di chiudere la saga in modo totalmente diverso. Sia lo spunto di partenza (Nessun dopo sbornia) che l'intreccio sono molto differenti da quelli precedenti: qui non si va alla ricerca della memoria perduta ma si viaggia attraverso l'America in compagnia di un personaggio sopra le righe che mette nei pasticci gli altri. Un classico road movie insomma, alla Parto col Folle, dove l'ilarità scaturisce dalle battute (non sempre azzeccate) più che dalle situazioni.
Se nei film precedenti i 3 protagonisti erano tutti sullo stesso piano, qui tutto è incentrato su Alan e sulle doti comiche del sempre bravo Zack Galifianakis, laddove soltanto Ken Jeon riesce a tenergli testa, gli altri appaiono in secondo piano, messi in disparte.
Se nei film precedenti i 3 protagonisti erano tutti sullo stesso piano, qui tutto è incentrato su Alan e sulle doti comiche del sempre bravo Zack Galifianakis, laddove soltanto Ken Jeon riesce a tenergli testa, gli altri appaiono in secondo piano, messi in disparte.
Ecco che quindi soltanto la scena dopo i titoli di coda torna ad avere l'essenza di quelli che erano i film precedenti: incredulità, follia e confusione e a conti fatti vale tutto il film.
Un film a tratti divertente ma molto più "ordinario" e "classico". Forse si poteva chiudere la saga in modo diverso.
Voto 6-
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