venerdì 26 aprile 2024

Fallout - serie tv - prima stagione (2024)


Ho sempre avuto un misto di attesa e timore (nessuno superiore all'altro) per la serie TV di Fallout. Essendo tratta da una delle mie serie videoludiche preferite, infatti, l'hype non poteva che essere a mille. Ma parliamo di un videogame molto molto particolare, bizzarro, che al suo interno contiene un po' di tutto: dall'horror, al mistero, alla satira politica, allo splatter, all'humor nero, all'action, all'ucronia, alla fantascienza (una fantascienza retro futuristica fatta di strumenti che sembrano usciti dagli anni 50/60' mescolati a tecnologie all'avanguardia). Un minestrone di generi e suggestioni così ampio che è difficile immaginarlo in altri contesti.

mercoledì 24 aprile 2024

Coppa Italia 2024 – Lazio 2-1 Juventus – Dalla fine alla finale


Il passo tra la fine e la finale l'ha segnata quella parata di Perin, che ha negato una facile tripletta a Castellanos. Eroe per caso, su tre regali della difesa bianconera, che neppure a Natale, Pasqua e al suo compleanno, mai nessuno gli aveva mai fatto. Stasera invece, tra Fiorentina e Atalanta, sembra che si deciderà chi, molto probabilmente, sarà la prossima vincitrice della Coppa Italia, perché questa Juve pare ormai volersi accontentare delle qualificazione alla prossima Supercoppa Italiana, che speriamo di affrontare in condizioni tecniche migliori. La parola d'ordine infatti è una sola: progetto economico. Perché di quello sportivo non se ne intravede traccia. Si guida in mezzo alla nebbia fitta e solo ogni tanto si trova un autogrill.

sabato 20 aprile 2024

Serie A 23/24 – 32ª Torino 0-0 Juventus – Zero Diviso Zero


Questa Juve è il prodotto di una operazione irrisolvibile, uno zero diviso zero. L’unico modo per risolverla è porre fine all’equazione stessa. Ormai neppure ci prova più a strappare una vittoria al novantesimo, come è stata spesso obbligata a fare quest’anno. Emblema della sua provincialità, e la prova di quello che dico, quel cambio al 95º. Inutile e insensato, se non per perdere il tempo necessario a conquistare uno squallido zero a zero, nel derby dei derelitti. Un volemose bene tra nemici di sempre e tutti sotto le curve. Loro per non aver perso anche questo derby, noi… per non aver perso. Che schifo!

Serie A 23/24 – 33ª Cagliari 2-2 Juventus - Miniere Bianconere



Non abbiamo ancora raggiunto l’agognato termine di questa sciagurata stagione, che già nella tana dei burocrati si sta programmando la prossima. Ispirati dalla grande tradizione mineraria sarda, l’obiettivo sarà quello di rimettere a posto i conti, scavando sempre più in profondità, alla ricerca di nuove gemme. 

martedì 9 aprile 2024

Il Problema Dei 3 Corpi - Prima Stagione (2024)


Come lo fai lo sbagli. E' questo che viene in mente quando ci si approccia alle valutazioni di coloro che giudicano la trasposizione sul grande o piccolo schermo di un'opera complessa. Il problema dei tre corpi è tra le massime espressioni di questo concetto. Parliamo di uno dei romanzi di fantascienza (una trilogia a dire il vero se consideriamo i due "seguiti") più celebrati degli ultimi anni, il primo libro asiatico a vincere il celebre premio Hugo.
Ma, seppur di grande successo, si tratta di un'opera sfaccettata, profondamente radicata nella cultura orientale, piena di tecnicismi, riflessioni filosofiche, scientifiche (il fantomatico titolo "Problema dei tre Corpi" deriva appunto da un problema di astrodinamica) e che ha necessitato di una operazione di adattamento non indifferente giá nel doverla riconvertire per il pubblico occidentale prima di pubblicarla. Figuriamoci farne una serie televisiva su Netflix. Parliamo insomma quindi di un'operazione semi-impossibile, da premiare giá solo per il tentativo. Immaginatevi ad esempio di dover ideare un telefilm sulla trilogia di Valis di Philip Dick. Non vi viene il mal di testa al solo pensarci? Ecco.
Naturale quindi che per forza di cose in questi casi bisognerà inventare di sana pianta personaggi, rimaneggiare il contributo di altri, allungare determinate sottotrame, restringerne altre, spostare degli eventi da un momento ad un altro ecc. Un'opera televisiva non è e non potrá mai essere uguale ad un romanzo, per motivi fin troppo evidenti. Troppo puristi per sopportare una cosa del genere? Leggetevi i libri e fermatevi lì.
Solo dopo aver fatto chiarezza su questo punto fondamentale e imprescindibile, ci si può concentrare su Il Problema Dei Tre Corpi, la serie, con la mente più sgombra e con meno partigianeria e valutarla per ciò che è: un prodotto televisivo.

lunedì 8 aprile 2024

Serie A 23/24 – 31ª Juventus 1-0 Fiorentina – Gatti sfugge al VAR


Nonostante il VAR ce l’abbia messa davvero tutta anche stavolta, rinnegandoci tre volte come San Pietro, Gatti è riuscito a passare. Rimane comunque commovente il costante tentativo di fermarci ad ogni singola partita. Meno male che ci sono gli Italiano in giro, Dio ce li preservi e li moltiplichi, fino a fine stagione, caso mai ce ne fosse ancora bisogno. Mentre resta impressionante la facilità con cui Dazn riesce ancora ad impressionarsi, vedendo i numeri del possesso palla della Fiorentina. Eppure di partite ne vedono un sacco, senza dover pagare alcun costoso abbonamento, per non conoscerla ancora. Il fondamentalismo del suo possesso palla inconcludente è persino peggio dell’assenza di tattica imputata ad Allegri.

venerdì 5 aprile 2024

A Murder At The End Of The World - Miniserie (2023)

Un omicidio alla fine del mondo. Giá nel titolo è racchiusa in buona parte la sintesi concettuale di questa serie disponibile su Disney Plus. Tralasciando il fatto che l'omicidio di fatto non è uno solo (anche se uno è sicuramente il più importante per le vicende della protagonista) è quel "alla fine del mondo" che riassume al meglio il succo del plot. Fine intesa innanzitutto come mera definizione geografica: la fine del mondo, ovvero in capo al mondo. In Islanda per la precisione. In un lussuoso complesso immerso nella neve e isolato da tutto, nel quale un noto miliardario ha invitato 9 persone (esperte in campi disparati) ad un misterioso meeting. Di cosa si occuperanno? Anche se ci si arriva dopo un po' di tempo è chiaro fin dalla prima puntata che il tema è proprio quello della fine del mondo appunto. Fine stavolta intesa letteralmente, nel senso di apocalisse, estinzione di massa. A causa di cosa? Beh, c'è l'imbarazzo della scelta: riscaldamento globale, virus, guerre mondiali...Come impedire che ciò possa accadere? Che la razza umana si estingua? Ideando e sviluppando assieme dei progetti innovativi, tanto i fondi non sono un problema. Ma prima di impedire l'estinzione globale bisognerebbe innanzitutto impedire la loro di estinzione, nel senso che misteriosamente i partecipanti al meeting cominciano a morire. Ammazzati. Da chi? Forse l'avere tra gli invitati una scrittrice di libri True Crime (in teoria fuori posti in una situazione del genere) non è esattamente una coincidenza, anche perchè a morire per primo è proprio l'ex ragazzo della giovane scrittrice, che da anni non era più in contatto con lei.

mercoledì 3 aprile 2024

Coppa Italia 2024 semifinale A - Juventus 2-0 Lazio - L’isola che (ancora) non c’è


La Coppa Italia resta, finora, l’isola che non c’è di questa Juventus. Il luogo dove la vittoria è ancora possibile. Ma questo Juve-Lazio è stato comunque un match dai due volti, in cui si sorride a metà. Per fortuna nella metà decisiva, quella che porta alla vittoria finale. Il primo tempo infatti è stata la solita solfa. Squadra scollegata e senza idee, a tratti nervosa e poco coesa. In campo si litiga e ci si pesta i piedi come al solito. Si difetta anche di furbizia e di esperienza, anche quando si batte più di una punizione più indietro del punto naturale invece di guadagnare qualche metro come fanno tutti. Nelle palle contese tra compagni di squadra è sempre il giocatore spalle alla porta a voler conquistare palla invece di lasciarla a chi ha più visibilità. Piccole astuzie che sono l’ABC del calcio.

martedì 19 marzo 2024

We Own This City - Miniserie (2022)


"Man, what the fuck did I do? Man, what did I do?
Just shut the fuck up and get your motherfucking ass on the floor!
But I didn't do shit
Man, just shut the fuck up!"
(N.W.A. - Fuck the Police)

Abuso di potere, corruzione, razzismo...Le forze dell'ordine negli Stati Uniti sono spesso (a ragione) nell'occhio del ciclone. Ma cosa si cela davvero dietro i casi di cronaca recenti? 
Tratta dall’omonimo romanzo-reportage di Justin Fenton, We Own This City è una miniserie cruda ma realistica, che ci catapulta direttamente sui luoghi dei misfatti, mostrandoci direttamente la vita quotidiana di Wayne Jenkins (un ottimo Jon Bernthal)  e della sua squadra speciale. Poliziotti decorati e capaci di portare risultati incredibili alla polizia di Baltimora per numero di arresti e armi/droga sequestrati. Ma a quale prezzo?

lunedì 18 marzo 2024

Serie A 23/24 – 29ª Juventus 0-0 Genoa – Memento mori


Come in Memento rivivo il film di questa partita all’indietro, come la palla che Weah passa al compagno di squadra, sull’ultima azione di gioco, invece di crossare in area. Come se ignorasse che non c’era e non c’è più tempo. Che gli esami sono vicini e tu sei troppo lontana dalla mia stanza, ma anche troppo vicina al baratro che ti separa  dall’abisso. Una situazione kafkiana che ha tutti i connotati da punto di non ritorno, impossibile da risolvere. Perché non c’è nessuno che sembra volerla e poterla risolvere. 

lunedì 11 marzo 2024

Serie A 23/24 – 28ª Juventus 2-2 Atalanta – Acciughe sotto sale



Beati coloro che riescono ancora a vederci partite di calcio in queste pantomime squallide. Io francamente ne ho piene le scatole. La Juventus continua a sguazzare nel pantano della propria mediocrità, Una situazione che evidentemente fa comodo a molti. Agli antiallegriani più fondamentalisti, che godono ad ogni punto perso, più degli antiju. Ad Allegri stesso, che ormai si è posto il provinciale obiettivo di non farsi superare dal Bologna e che sa che, anche dovesse riuscirci, difficilmente rimarrà su questa panchina la prossima stagione, perciò chi glielo fa fare? In fondo ha guadagnato un punto sui felsinei e non ne ha perso nessuno su Atalanta e Roma. La società resta non pervenuta, troppo occupata nel lavoro d’ufficio, in cancelleria a fare fotocopie e a temperare matite. I tifosi allo stadio invece vanno a fare scampagnata, senza accennare ad un minimo di contestazione, anzi continuando ad inneggiare l’allenatore. MI sto sempre più convincendo che io sia l’unico a vedere il buco nero in cui siamo entrati.

domenica 10 marzo 2024

Bruce Dickinson - The Mandrake Project


Sono passati quasi 20 anni dal precedente lavoro solista di Bruce Dickinson (Tyranny of Souls), ma a leggere la line up e ad ascoltare alcuni dei brani presenti su The Mandrake Project sembra che il tempo si sia fermato. Eppure tra il disco precedente e questo ne sono successe di cose. Lì Bruce era appena ritornato nei Maiden, qui invece ormai il suo ritorno è storia vecchia, con tanti dischi del gruppo sfornati di nuovo con la sua voce, voce nel frattempo cambiata, anche a causa di un tumore ormai alle spalle. Anche l'età non è più la stessa, eppure per un ultrasessantenne che ha avuto problemi di salute si è mantenuta a buoni livelli, anzi Dickinson la utilizza perfino sfruttando registri diversi, laddove non è più in grado di raggiungere certe tonalità.

martedì 5 marzo 2024

Gen V - prima stagione (2023)


Prendete una serie TV folle e geniale come The Boys, cambiatene l'ambientazione (dall'intera New York ad una scuola per supereroi) e avrete in estrema sintesi Gen V. Per semplificare ulteriormente il concetto: cosa può venir fuori se mescolate gli X-Men con Animali House? Un concentrato di assurdità supereroistiche a tema scolastico. In buona sostanza Gen V si prefigge lo scopo di ampliare il mondo di The Boys regalandoci una prospettiva diversa e distante (che alla fine, come vedremo, distante non è più di tanto) dalle classiche macchinazioni della Vought e di Patriota. Ci riesce? Si. Anche se a tratti si sente la mancanza delle figure forti e carismatiche presenti nella serie originale.

lunedì 4 marzo 2024

Serie A 23/24 – 27ª Napoli 2-1 Juventus – Nonge resta che piangere


Stacanovista mineraria, la Juve continua a scavare alla ricerca del punto più basso della propria stagione, mentre c’è persino chi ha avuto il coraggio di vederci anche cose positive, nell’ennesimo scempio dell’anno, usando la bilancia delle occasioni (sprecate) avute dai bianconeri come tesi difensiva. Questo strumento però, non solo non aggiunge peso alle scusanti ma aumenta quello delle colpe. Nel passaggio dal guardare la vetta a guardare in basso, questa squadra si è vista per come realmente è: più che mediocre. Non si trattava di vincere lo scudetto, ma di puntare in alto per arrivare in Champions tranquillamente, da sempre il vero obbiettivo minimo. Ora che l’obbiettivo vero è non farsi superare dal Bologna il rischio è quello di fallire. Ma già essere arrivati ad avere paura del Bologna, già solo questo, per una società che si chiama (ancora) Juventus, è quantomeno vergognoso.

giovedì 29 febbraio 2024

Progetto Lazarus - seconda stagione (2023-2024)


Se c'è una cosa che odio nei film/telefilm è l'incoerenza dei personaggi. Quelle situazioni nelle quali qualcuno si ritrova a cambiare idea ogni puntata o addirittura ogni 10 minuti, senza apparenti spiegazioni, solo per il gusto di inserire un colpo di scena. Accade molto spesso nelle opere di fantascienza raffazzonate, soprattutto in quelle che vogliono procedere per accumulo, senza prendersi il tempo necessario per fare maturare determinate decisioni, come se i personaggi fossero tutti schizofrenici, delle schegge impazzite che oggi morirebbero per salvarti per poi cercare a tutti i costi di ucciderti domani. E' quanto accade nella seconda stagione di Progetto Lazarus.

domenica 25 febbraio 2024

Serie A 23/24 – 26ª Juventus 3-2 Frosinone – Emoraggia cerebrale


Questa è una di quelle storie che fanno fatica a salvarsi nonostante il lieto fine. In cui, anzi, si salva solo il finale e il resto è tutto da buttare. Si fa davvero fatica ad esultare per questa vittoria e il sospiro di sollievo dura letteralmente poco più del tempo del fischio finale. Guardando il calendario c’è poco da essere ottimisti e vista l’infermeria rischia di restare sia il minimo sindacale che una vittoria di Pirro. Questa è una squadra che dimostra di non sapersi ritrovare e di non essersi nemmeno avviata verso quella direzione. Siccome il pesce puzza sempre dalla testa, la società da anche l’impressione di tirar dritto con questa guida tecnica.

sabato 24 febbraio 2024

Steve Hackett - The Circus And The Nightwhale


Per tutti i musicisti ad un certo punto arriva il momento di guardarsi indietro e riflettere sull'intera carriera. Quel momento nel quale magari dopo anni di successi sei impantanato nel guano della sterilitá delle idee. Per Steve Hackett questo momento giunge invece in un momento di massima creativitá nel quale, messa da parte l'originalitá o innovatività, ha trovato una vena che gli ha permesso di sfornare album a getto continuo e di essere sempre contemporaneamente su un palco, molto più rispetto a 30/40 anni fa. Ma gli anni passano per tutti e, arrivato ormai da qualche settimana, alla soglia dei 74 anni, il tempo dei bilanci è ora giunto, il tempo nel quale ci si ritrova a ripercorre le tante tappe di una vita e una carriera fatta di alti e bassi ma degna di essere raccontata. E Steve con The Circus and the nightwhale fa esattamente questo: ci racconta sotto forma di concept album i momenti più importanti, scegliendo di narrarceli per mezzo di una allegoria: la storia di un giovane chiamato Travla e il suo rito di passaggio. 

Un concept quindi (e Hackett non ne componeva uno da tempo) ma non solo inteso come insieme di canzoni collegate da una trama unitaria. The circus and the nightwhale anche compositivamente è un'insieme di frammenti, di diapositive,  che ci mostrano spettri emozionali e musicali diversi. Abbandonata momentaneamente la recente fascinazione per la world music, Steve in questo caso attinge ai suoi amori musicali principali, i tanti generi apprezzati e suonati da lui nel corso degli anni: il pop, il blues, il jazz, l'hard rock, qualcosina di heavy e, naturalmente, il progressive rock. 

Si parte quindi con People Of The Smoke, il ricordo di una infanzia vissuta appena dopo la fine della guerra, in una Londra invasa dai fumi delle fabbriche in un quartiere operaio. Paradossalmente però è il brano più simile a quelli recenti, sembra quasi uscito da uno degli ultimi album, lascia quindi piuttosto interdetti. La brevissima e ottima The Passing Clouds dipinge pennellate vellutate, attraverso un assolo di chitarra emozionante che ci ricorda giornate passate ad ascoltare i miti dell'adolescenza, i musicisti che hanno forgiato l'amore per la musica e per uno strumento. 
Taking You Down cambia nuovamente lo scenario, col suo insistente riff heavy e la voce di Nad Sylvan filtrata e oscura, ci porta su sentieri paurosi, dove i timori dell'infanzia diventano demoni che ci porteremo dietro per il resto della vita. Se i fiati hanno il sapore dei King Crimson l'assolo al fulmicotone di Steve invece conduce il brano ancora su sonoritá più dure, anche se consuete. 

Found And Lost, al contrario, ci conduce in club dove è forte il profumo del fumo e del gin e, nel buio della sala, si odono note jazzate e delicate. E' il momento per Travla/Steve di "entrare nel ring" e mostrare agli altri di cosa é davvero capace: Enter The Ring è il pezzo più prog dell'album e quello che rimanda più fortemente al passato genesisiano del chitarrista. L'introduzione sta in mezzo tra Entangled e Set Your Compass del suo repertorio solista. Ma il pezzo in meno di 4 minuti riesce a regalarci sprazzi di buona parte del prog che fu, non solo di marca Genesis. Basti pensare al crescendo con flauto in evidenza alla Jethro Tull, o le successive voci che ricordano i vocalizzi degli Yes. Questo e molto altro in una composizione che fará piacere a coloro che apprezzano il lato più progressivo della musica di Hackett. 
Il successo, i riflettori, però ad un certo punto diventano una sorta di gabbia dorata dalla quale il protagonista vuole fuggire. E la successiva Get Me Out! ci parla di questa necessità di andar via, cercando nuove strade per non rimanere imprigionati (siamo in pratica nel momento in cui Steve lascia i Genesis). Le strofe dolci e apparentemente sognanti quindi vengono spazzate via da un riff ed un assolo che sta in mezzo tra il blues e l'hard rock, con la chitarra elettrica che spadroneggia. 
Un altro lato importante nella vita di Travla/Steve è l'amore, che il protagonista sembra trovare in una donna che, nel suo momento di massima fragilità, sembra capirlo perfettamente. Un rifugio e un porto sicuro dopo l'abbandono della grande notorietà. Ghost Moon And Living Love ci racconta queste sensazioni introducendocele con una voce femminile (Amanda Lehmann) settata su note alte, che ci conduce poi al pezzo vero e proprio: una semi-ballad impreziosita ancora una volta da un ottimo assolo all'elettrica. Ma si avverte già qualcosa di malinconico, come se qualcosa sia destinato ad accadere e a cambiare di nuovo radicalmente la vita del protagonista.




In Circo Inferno Travla/Steve sente di nuovo come una morsa e chiede aiuto, è come se si trovasse a girare vorticosamente cercando un appiglio nella persona amata. Le sonoritá sono ancora una volta dure, dirette, con riff secchi e veloci, preparandoci al sopraggiungere del crollo definitivo di tutte le illusioni. Il Breve strumentale Breakout irrompe allora ad alzare ulteriormente il volume e l'oscuritá nelle sonorità. Anche quell'unico appiglio appare vano (sono note le vicissitudini di Steve con l'ex moglie), tutto sembra sgretolarsi e il protagonista viene sbalzato via, come se si ritrovasse in mare aperto senza alcuna via di salvezza. All At Sea è la continuazione del pezzo precedente ed è anch'esso uno strumentale molto rarefatto, che ricorda vagamente The Waiting Room. A quel punto, Travla come un novello Pinocchio, vede sopraggiungere una balena (anche se nel romanzo originale, come sappiamo, si trattava di un pescecane) che si avvicina sempre di più, pronta ad inghiottirlo, con un incedere che musicalmente ricorda certi crescendo dei King Crimson. E' il momento più difficile per Travla/Steve, che sembra ormai senza via d'uscita. Siamo dentro Into The Nightwhale, un semi-strumentale, che si apre però nel finale ad una ritrovata speranza, con la voce di Steve che torna sul filo di lana, circondata da una sezione orchestrale che conduce ad un finale  di chitarra piuttosto rarefatto.

Questa nuova consapevolezza e volontà di lasciarsi il passato oscuro alle spalle viene espressa al meglio da Wherever You are, una ballata pop che rappresenta forse il momento più accessibile dell'album. La chiusura definitiva spetta però allo strumentale per chitarra acustica White Dove, che Steve aveva giá rilasciato in precedenza come brano bonus. La luce ha vinto l'oscurità e il protagonista può definitivamente ritrovare la voglia di vivere e la speranza, amare di nuovo giungendo con una nuova consapevolezza alla fine del suo viaggio. 

In definitiva The Circus And The Nightwhale è un album diverso dai precedenti, se non altro nella struttura e nelle intenzioni. Meno accessibile e più personale. E' come se Steve volesse ripescare da tutto il suo repertorio e volesse mettere un punto (speriamo e crediamo non definitivo). Un lavoro più frammentario concettualmente ma allo stesso tempo più omogeneo musicalmente, fatto di tante suggestioni e piccoli frammenti da ascoltare in una sola volta o al massimo due, per godere al meglio del suo potenziale. 

Voto 8

mercoledì 21 febbraio 2024

True Detective 4 Night Country (2024)


Abbiamo parlato, recensendo Fargo, di come alcune serie antologiche riescano a restare coerenti e riconoscibilissime pur cambiando completamente contesto, storie ed attori. Ci sono poi altre serie che, pur avendo punti di contatto e allusioni alle stagioni precedenti, possono essere considerate come delle operazioni a se stanti. Basti prendere ad esempio alla "saga" di True Detective. Ad ogni nuova stagione abbiamo letto la classica frase "bella ok, ma non è come la prima stagione?". Ma ne sentivamo davvero il bisogno? Di un'altra stagione copia incollata dalla prima intendo.
Se è vero che i ricordi dei primi episodi restano molto più nitidi di quelli delle stagioni seguenti (e questo qualcosa alla fine vorrà pur dire), è altrettanto vero che Pizzolatto e soci hanno provato a non fossilizzarsi su determinate dinamiche. Parliamoci chiaro, buona parte del fascino della prima stagione derivava molto più dalla bravura e dall'interazione tra due grandissimi attori come Woody Harrelson e Matthew McConaughey che dalla trama, piuttosto classica e poco originale. Va da sé quindi che tentare nuove strade a livello di sceneggiatura e di plot era più che lecito, anzi necessario. Appare quindi paradossale che la stagione più simile alla prima sia questa quarta, stagione nella quale Pizzolatto non è neppure presente, sostituito da Issa Lopez. Ma simile in cosa?

domenica 18 febbraio 2024

Serie A 23/24 – 25ª Verona 2-2 Juventus – La lunga notte oscura


Che barba, che noia, che noia, che barba… diceva “qualcuno” una volta. Che strazio continuare a vedere queste stagioni ripetersi da anni, senza la parvenza di un significativo miglioramento, o senza scorgere la direzione giusta a fine stagione. Gli errori che si ripetono in loop e che sprecano i copia e incolla di chi è costretto a commentarli ogni volta. Illudersi per poi arrendersi di nuovo. Per quelli che si erano illusi, naturalmente. Per quelli come me che invece conoscevano la legge scientifica di questa squadra c’è la rabbia di aver avuto ancora una volta ragione. Al primo problema, l’altissimo castello di carte è crollato sul freddo pavimento di cristallo e lì ci resterà per molto tempo. Dopo Empoli dissi che avremmo perso anche il secondo posto, e dopo il trofeo Berlusconi di oggi anche questa previsione si avvererà. L’unico obbiettivo sarà quello di non farsi superare anche dal Bologna e perdere la Champions, e con questa squadra mai dire mai.

martedì 13 febbraio 2024

Serie A 23/24 – 24ª Juventus 0-1 Udinese – una banda di mocciosi


Ancora una volta sono qui costretto a dirvi… ve l’avevo detto. Come un disco rotto continuavo a ripetervi che tutto era finito contro l’Empoli, non il sogno scudetto, al quale non ho mai creduto neppure per un istante, ma l’illusione che ti teneva attaccati lì. Vi avevo detto che l’immaturità di una squadra di bambini, all’anagrafe e nel cartellino, non sarebbe servita nei momenti no, anzi sarebbe stato un fattore deleterio. Il lampadario di cristallo attaccato col lo scotch che una volta staccatosi si sarebbe frantumato al suolo in mille pezzi. Oggi ne raccogliamo i cocci, ma molti di voi avevano continuato ad illudersi del contrario, lasciando a me il ruolo di Cassandra o iettatore. Oggi forse molti di voi (ahi noi!) arrivano in ritardo nella landa desolata dove mestamente mi ero avviato e tra un po’ questo posto sarà abbastanza affollato.

lunedì 5 febbraio 2024

Serie A 23/24 – 23ª inter 1-0 Juventus – la prova del nove


In molti si erano illusi, che questa partita avrebbe potuto cambiare il futuro. In troppi avevano preso in giro Allegri, che continuava a predicare calma e ricordava come il nostro obbiettivo rimanesse il quarto posto, bollando la cosa come pretattica. Io sono sempre stato realistico e scettico, in merito al nostro campionato, e basterebbe anche solo rileggere i miei articoli per chiamarmi Cassandra. Non c’è nemmeno bisogno di andare tanto lontano. Dopo lo sciagurato pareggio contro l’Empoli parlavo di inerzia (la loro) e di immaturità (la nostra). Consideravo la partita contro l’Empoli più importante di quella contro l’Inter. Alla prova del nove gli illusi hanno perso e quelli come me… anche (perché quando la Juve perde perdiamo tutti) ma quanto meno non sono rimasti scottati dalla disillusione.

sabato 3 febbraio 2024

Fargo - Quinta stagione (2023-2024)


Il bello delle serie antologiche é che, rispetto a prodotti più canonici, possono permettersi il lusso di esplorare varie strade, raccontare storie diverse, epoche diverse, tematiche differenti. Le migliori di queste poi riescono persino a fare tutto questo mantenendo uno stile unico, che permea tutte le stagioni, un filo conduttore concettuale che permane nonostante il passare del tempo, il mutare delle storie e l'avvicendarsi degli attori. 
Dovessimo pensare ad un prodotto abbastanza rappresentativo delle serie antologiche probabilmente il primo pensiero andrebbe a Fargo. 
Nata come Miniserie ispirata all'omonimo film dei fratelli Coen, nel corso degli anni si é trasformata in un grande contenitore dell'essenza stessa dei film "coeniani", un concentrato di luoghi, situazioni, evoluzioni, dinamiche tipiche di quel modo di fare cinema. 
Forse anche per questo (la complessità di costruire un prodotto che fosse coeniano senza esserne una scopiazzatura) la serie di Noah Hawley si è sempre presa il suo tempo, fregandosene di battere il ferro finché era caldo, finendo per inflazionare la proposta (chi ha detto American Horror Story?). 
E' passato così un anno dalla prima alla seconda stagione, due anni tra la seconda e la terza, tre anni tra la terza e la quarta per arrivare alla conclusione di questa quinta stagione quattro anni dopo la precedente. Giusto in tempo per lo scoccare del decimo anno di vita della serie. Un lasso di tempo lunghissimo che ha permesso a Fargo di mutare, rimescolarsi, aggiornarsi al cambiamento della società, nonostante le sue stagioni fossero ambientate comunque sempre nel passato. E nel passato è ambientata anche questa stagione, sebbene stavolta si tratti di un passato molto recente: il 2019.

mercoledì 31 gennaio 2024

Cosa non funziona nel remake di Quantum Leap


Ho avuto modo più volte di scrivere su questo blog che Quantum Leap è la mia serie preferita di tutti i tempi. E' la stato il primo vero telefilm (all'epoca li chiamavamo solo così) guardato consapevolmente, in un'etá nella quale tutto ci colpisce ed influenza di più. Tra un episodio sparso di Supercar di qua ed un A-Team di là, che pure apprezzavo, in Viaggio nel Tempo (in Italia lo conoscevano così) mi ha mostrato per la prima volta qualcosa di diverso, di inusuale, lontano dai cliché dei buoni e dei cattivi dell'epoca.
Innanzitutto mi ha "iniziato", appunto, ai viaggi nel tempo (e alla fantascienza tutta), tematica che da lì in poi ho sempre adorato e divorato in tutte le sue forme. In secundis mi ha mostrato il valore dell'empatia, del riuscire a capire il punto di vista dell'altro, delle persone di un'altra epoca, del dolore che rende le persone incattivite, ad ogni epoca e ad ogni latitudine. Quantum Leap era l'unica serie leggera e drammatica allo stesso tempo, con puntate tipicamente comedy ed altre agghiaccianti. In una puntata ti trovavi di fronte ad un musical, in un'altra in uno scenario di guerra, passando per il gangster movie, il thriller, il giallo, il legal thriller, l'horror. Quantum Leap era tutti i generi immaginabili in un solo telefilm, quanti altri potevano fare lo stesso?
Mettiamoci poi che, in un'epoca ancora piuttosto restia ad affrontare con consapevolezza certi temi (gli anni 80 e i primi 90) ti prendeva a pugni nello stomaco, facendoti vivere dal'interno il razzismo, l'omofobia, l'abbandono di chi ha problemi di disabilità, la misoginia...E raramente lo faceva con la retorica spiccia, ma mostrandoci il perchè certi modi di pensare possono diventare pericolosi (gli stessi Al e Sam nel telefilm mostrano dei pregiudizi, che poi nel corso del tempo imparano a superare e noi con loro).
Potrei stare insomma a parlare per ore del perchè per me Quantum Leap sia IL telefilm e della ferita mai rimarginata della sua chiusura: immaginate di avere un eroe da bambini che nell'ultimo numero del fumetto rimane intrappolato in un loop infinito dal quale non uscirá mai più, morendoci. Fine. Quel "Sam non fece più ritorno a casa" mi tormentò per anni.
Va da sé che attesi per decenni questo fantomatico Remake, come il Messia che sarebbe giunto infine a fare giustizia, a chiudere tutte le questioni irrisolte, a regalare a Quantum Leap e Sam Beckett il finale che meritavano, prima di salutarci per sempre.
Quel Remake alla fine inaspettatamente arrivò, giunse pure in Italia (con tempi biblici) e...puff. Puff? Si, puff. Avete presente quando adorate un videogame, non vedere l'ora che esca il secondo e poi quello esce anni dopo e ha solo una grafica un po' più bellina, due o tre features in più che manco vi interessano e manca di quelle caratteristiche che vi avevano esaltato del primo? Ecco.
In sintesi questi sono i motivi per i quali il remake di Quantum Leap ad oggi non funziona e (pur non essendo una schifezza) risulta una delusione. Almeno la prima stagione.



1) La ricostruzione delle epoche.
Una delle caratteristiche principali di Quantum Leap era il suo immergerci ogni volta in un anno ed in un'epoca differente. Cosa c'è di meglio in una serie sui viaggi nel tempo dell'assaporare usi, costumi e location di una determinata epoca che non abbiamo vissuto o che ricordiamo vagamente? Qui le puntate per il 90% sono ambientate al chiuso di una nave, un'astronave, un ospedale psichiatrico, in un ristorante. Ok che il budget sarà risicato ma che viaggio nel tempo é se il fattore "tempo" del viaggio viene messo sullo sfondo? Dove sono i paradossi, le citazioni, le battute da anacronismo, i costumi?


2) Le sezioni ambientate nel presente
Quantum Leap non era una Spy story. Le scene ambientate nel presente servivano solo a dare un contesto e un background alle peripezie di Sam (e al perché del suo voler tornare a casa). Perché allora qui invece almeno 1/3 di quasi tutte le puntate sono dedicate ad un fantomatico gioco di scacchi tra fazioni in gioco non ben definite, che si giocano la possibilitá di controllare i viaggi nel tempo? Pure nel Quantum Leap originale c'erano gli Evil Leapers, ma erano figure sfuggenti, affascinanti, mai ben identificabili, che apparivano solo all'interno dei viaggi. E questo porta ad un ulteriore problema che vediamo nel punto seguente.


3) La gestione del tempo
Il remake di Quantum Leap ha (paradossalmente) problemi con il tempo. Tutto sembra affrettato, veloce, affetto dalla frenesia del voler risolvere tutto subito (anche a causa del maggior spazio dedicato alle scene ambientate nel presente). Che fine fa l'empatia con i personaggi, l'affezionarci a loro, il capire i loro problemi, il loro punto di vista? Spariti. Cosa ce ne dovrebbe fregare se Tizio o Caio é discriminato, é depresso, ha problemi, è in pericolo? Ci dispiace ovviamente ma é il dispiacere nel guardare una persona dall'esterno, della quale non conosciamo nulla. E così vengono gettate alle ortiche tutte le premesse originali, per assistere ad una retorica spiccia che spesso non ha l'effetto voluto. Il Quantum Leap originale ci emozionava, ci faceva stare in pena o in ansia per i personaggi, questa ci fa chiedere solo "come risolveranno la questione?"


4) I protagonisti
Non che i due attori non ci provino, ma Quantum Leap era Scott Bakula e Dean Stockwell (e i relativi Sam e Al), piaccia o non piaccia. Erano i loro battibecchi, i loro scherzi, la loro amicizia il vero motore della serie. Il modo col quale Sam ogni volta, pur con le sue 5000 lauree, si mostrava impacciato se doveva imparare a ballare, la sua inadeguatezza, la sua corsa strascicata...Non era un eroe perfetto, anzi, il più delle volte risultava inadeguato, fuori posto, incapace di rapportarsi con usi e costumi di una certa epoca o comunità. Il suo equivalente, Ben, sa fare tutto o quasi, fin da subito e se non lo sa fare tutto gli viene spiegato all'istante. Sam era un nerd fatto e finito, Ben invece un tuttofare buono per ogni situazione. Allo stesso modo se Al era un militare con dei pregiudizi che imparava a superare (ma allo stesso tempo un tipo anche tremendamente esilarante nelle sue fissazioni), Addison é un personaggio monodimensionale.


5) La meccanica dei viaggi
Nel Quantum Leap originale Sam saltava in un "ospite" e quest'ultimo veniva sbalzato al suo posto nel presente. In questo modo vedevamo lo straniamento di entrambi nel ritrovarsi uno nel passato e l'altro nel futuro, causando a volte grossi problemi. Questa meccanica del salto permetteva a coloro che agivano nel presente di interrogare il malcapitato e farsi "aiutare ad aiutarlo". Qui invece con un retcon abbastanza posticcio ci viene spiegato che Ben salta direttamente nell'ospite, che é ancora lì, anche se incosciente. Un modo molto semplice per mettere da parte una caratteristica molto importante del telefilm.

Difficile insomma che la serie possa compiere quel "salto" decisivo per raggiungere la qualità della serie originale, non ne ha forse nemmeno le ambizioni e probabilmente è passato troppo tempo e le nostre aspettative erano troppo alte. Si fa guardare e quelle poche citazioni non possono che farci piacere, quelle chicche che sono rivolte ai veri fan che ogni tanto spuntano in maniera inaspettata. Diciamo che lo si guarda più che altro per quelle. Ma chissà, magari il tempo ci sorprenderà


domenica 28 gennaio 2024

Serie A 23/24 – 22ª Juventus 1-1 Empoli – tappeto rosso



Juve-Empoli è durata diciotto sporchi, micragnosi minuti. Il tempo per quel deficiente di Milik di farsi espellere. Poi si è giocata un’altra partita, diversa da quella che sarebbe potuta e dovuta essere. Di fatto trasformatasi in un lungo tappeto rosso per l’inter. L’inerzia, nel calcio, è uno stato fondamentale e quasi raramente si riesce a contrastare durante un campionato. Quando una capolista forte come l’inter (o come la Juve dei nove anni) prende il primo posto, difficilmente si riesce a sorpassarla e a darle una spallata. Questa sarebbe potuta essere una spallata, non decisiva, dato l’asterisco e la lunga strada ancora da percorrere, ma una bella botta psicologica al campionato. Invece si è voluto dimostrare che non si è ancora pronti a crescere, in pensieri, parole, opere e omissioni. La cazzata di Milik, fatti i dovuti distinguo, si può paragonare alla papera di Radu a Bologna, un punto di svolta che cambia la stagione di una squadra. Lo scontro diretto della settimana prossima va solo nella direzione già presa, soprattutto se giocato con l’inter prima e con l’asterisco. Situazione completamente opposta a quella della settimana scorsa.

venerdì 26 gennaio 2024

Reacher - Seconda stagione (2023-24)


C'era un costante uso dell'ironia nella prima stagione di Reacher, un gusto per la commedia e il continuo mettere in risalto le caratteristiche peculiari e strambe del protagonista, un'ironia che rendeva una serie concettualmente e stilisticamente legata a certo action degli anni 80/90 immediatamente identificabile come un prodotto dei nostri tempi. Reacher é un eroe muscolare, come quelli di una volta, ma al contempo geniale, che certamente non si fa scrupoli ad usare la violenza, ad uccidere per "fare giustizia", ma che non rinuncia mai al lato più riflessivo. Un duro che però in fondo ha il cuore d'oro, uno di poche parole, che non ha famiglia, pochi amici, zero legami e nessun bagaglio nella sua vita da nomade (a parte lo spazzolino da denti: le armi si trovano, gli alleati pure, i soldi non sono un problema ma l'igiene orale evidentemente gli sta molto a cuore). Rispetto ad un Sylvester Stallone d'annata viene costantemente messo in discussione da coloro che gli stanno intorno, la sua mole diventa motivo di discussione, così come le sue abitudini fanno storcere il naso. Reacher sta insomma in mezzo tra i vecchi eroi degli anni '80 e i personaggi interpretati da Shwarzy nella sua fase comedy. Se ripensiamo al fatto che nelle sue prime sortite sullo schermo venne interpretato da Tom Cruise non possiamo che pensare a quanto fosse strampalata quella scelta di cast e a quanto Alan Ritchson risulti invece molto più aderente al personaggio. Eppure...

lunedì 22 gennaio 2024

Serie A 23/24 – 21ª Lecce 0-3 Juventus – Pescatori di asterischi



Sotto un’onda a forma di parentesi rotonda… la Juve pesca l’asterisco al Via del mare e per una volta supera la lepre con la coda di paglia, impegnata a prelevare soldi al bancomat arabo. Altra vittoria pesante, più di quella contro il Sassuolo, perché ottenuta su un campo di provincia, lande in cui si è sudato parecchio quest’anno. Tanto più pesante perché sembra che il modello coppa Italia si possa benissimamente esportare anche in campionato e segnare più di una rete a partita. E bastato ritrovare il gol degli attaccanti, in special modo quelli di Vlahovic che, con Yildiz al proprio fianco, viaggia al ritmo di una doppietta a partita. Un tiro sporco e uno di “rapina”, soffiato a McKennie sulla linea, ed ha già raggiunto i gol che ha segnato lo scorso anno in tutta la stagione. Bremer mette la ciliegina e la pressione si sposta tutta sulla banda bauscia.

domenica 21 gennaio 2024

La Caduta Della Casa Degli Usher - Miniserie (2023)


Non si può dire che Mike Flanagan abbia paura di misurarsi con i mostri sacri, anzi sembra quasi che la sua sia una sfida, un lavoro di scandaglio alla ricerca delle radici della narrativa orrorifica. Le sue sono riletture personali, a loro modo originali, eppure in un certo senso fedeli alle fonti dalle quali sono ispirate. Se non nella confezione sicuramente nel succo e nell'essenza. Era così per The Haunting, che nelle sue due stagioni riprendeva le opere più fortunate di Shirley Jackson e Henry James (The Haunting e Il Giro di Vite). Opere seminali, destinate ad influenzare quello Stephen King diventato poi vero ispiratore della visione "flanaganiana", tanto che per anni è alle sue opere che il regista ha guardato: non solo nei rifacimenti più espliciti e diretti (Il Gioco di Gerald, Doctor Sleep) ma anche nelle opere più "originali" e personali. Midnight Mass è forse l'esempio migliore: una specie di opera mai scritta dallo scrittore del Maine che però contiene al suo interno tutto ciò che è l'essenza stessa del romanzo kinghiano.
Ma Flanagan, come si è detto, non ha paura di osare e sfossare le tombe dei nostri sacri. E quale autore potrebbe incarnare l'essenza stessa dell'orrore puro, se non il suo pioniere e codificatore per eccellenza? Parliamo di Edgar Allan Poe ovviamente. La Caduta della Casa Degli Usher è uno dei suoi racconti più celebrati ma è anche una metafora, un monito, un concentrato di mistero e fascinazione che in poche pagine racchiude l'essenza stessa della tensione che sfocia nel classico colpo di scena che fa gelare il sangue (riproposto e copiato poi infinite volte). 

mercoledì 17 gennaio 2024

Serie A 23/24 – 20ª Juventus 3-0 Sassuolo – Guardia e ladri

Non so quanto pensata o spontanea, la risposta di Allegri alla “lepre” Marotta resta la trollata migliore dell’anno, superando persino quella sulla cravatta dell’avvocato Grassani, dello scorso anno. Non nuovo a questo tipo di satira alla livornese, la “guardia” Allegri risponde sul campo e ai microfoni al “ladro” inter. Forse dovrei farvi notare il mio virgolettato e c’è una piccola probabilità che quella di Allegri fosse solo una gaffe, ma tanto basterebbe per incendiare la coda di molte cravatte di paglia. Il video, diventato ormai virale tra i tifosi bianconeri, gli vale una settimana di tregua da parte degli AllegriOut.

venerdì 12 gennaio 2024

Coppa Italia 2004 quarti – Juventus 4-0 Frosinone - dottor A e mister CI



Chiamatelo effetto Mediaset, chi lo sa, ma questa coppa Italia, finora, sembra un multiverso della Marvel in cui la Juve acquisisce i super poteri e fa cose “strane”. In sole due partite segna un terzo dei gol (10) fatti in un girone intero di campionato (29). Non solo dilaga, contro due squadre che in campionato aveva battuto solo al novantesimo e oltre (l’ultima anche in rimonta) ma continua ad attaccare, mai doma, per novanta minuti e se ne mangia altrettanti. Cosa ancor più strana è stata vedere un palo della luce come Milik fare tripletta e vedersi togliere il quarto dal Var. Già, perché l’unica cosa che rimane uguale, tra campionato e coppa, è il gol annullato a partita di default.

lunedì 8 gennaio 2024

Serie A 23/24 – 19ª Salernitana 1-2 Juventus – fratello maggiore


Dopo l’exploit di Coppa Italia, torniamo in modalità routine in campionato. In un calcio dai meccanismi sempre più consolidati, e dai calendari di Coppa Italia sempre più preconfezionati, capita sempre più spesso di assistere alla doppia sfida ravvicinata tra due squadre in queste due competizioni. Ma persino i sassi sanno ormai quanto queste due sfide siano diverse. Troppo bella e straripante la Juve di giovedì scorso, un’eccezione difficilmente ripetibile ieri, se non nell’incipit iniziale e nella resa finale: svantaggio e rimonta. La Juve ritorna asciutta dal diluvio di Salerno e in un girone intero colleziona 46 punti, due in meno della vetta. Un mezzo miracolo per questo organico.