domenica 18 febbraio 2024

Serie A 23/24 – 25ª Verona 2-2 Juventus – La lunga notte oscura


Che barba, che noia, che noia, che barba… diceva “qualcuno” una volta. Che strazio continuare a vedere queste stagioni ripetersi da anni, senza la parvenza di un significativo miglioramento, o senza scorgere la direzione giusta a fine stagione. Gli errori che si ripetono in loop e che sprecano i copia e incolla di chi è costretto a commentarli ogni volta. Illudersi per poi arrendersi di nuovo. Per quelli che si erano illusi, naturalmente. Per quelli come me che invece conoscevano la legge scientifica di questa squadra c’è la rabbia di aver avuto ancora una volta ragione. Al primo problema, l’altissimo castello di carte è crollato sul freddo pavimento di cristallo e lì ci resterà per molto tempo. Dopo Empoli dissi che avremmo perso anche il secondo posto, e dopo il trofeo Berlusconi di oggi anche questa previsione si avvererà. L’unico obbiettivo sarà quello di non farsi superare anche dal Bologna e perdere la Champions, e con questa squadra mai dire mai.


La maturità di una grande squadra si vede nei momenti bui, non in quelli di luce. Questa imbarcazione sperimentale, gestita da burocrati e allenata da uno che ormai ha perso la bussola e non sa più motivare i suoi marinai ad una reazione, è in balia delle onde. Sono tutti a terra a piangere come mocciosi che hanno paura del buio, nessuno è più capace di accendere una lampada ad olio. Vi dirò di più, non fosse successo contro l’Empoli sarebbe successo contro l’Udinese o comunque prima o poi. Questa squadra ha dimostrato di essere una bomba ad orologeria pronta ad esplodere al primo gol subito. Finché non prendeva gol o ne prendeva pochi sembrava quella che non era. Sul rettilineo ha continuato ad accelerare, ma alla prima curva è uscita fuori strada. Non abbiamo mai potuto fare affidamento su un centrocampo altamente inadeguato alla storia e al blasone, ma finché la difesa ha retto abbiamo continuato a vincere partite. Ora che la difesa ha preso il primo raffreddore tutta la squadra è a letto con la febbre.


Chi dovrebbe guidarli e curarli ormai è incapace di farlo, quasi impotente. La società non dà l’idea di guardarsi intorno e forse di non volerlo fare, anzi rischia di riconfermarlo. In campo non c’è un leader che funga da luogotenente, che tiri le orecchie da più vicino. Gli errori individuali e tecnici si sprecano, dall’incapacità di saper ragionare con la palla al piede, al non essere in grado si azzeccare un passaggio. Quando si dovrebbe accelerare si frena e quando si dovrebbe ragionare si gettano via palloni avanti alla viva il parroco. Gli altri invece fanno quello che tu sei incapace di fare. Arrivare in area con un paio di passaggi, tirare anche da fuori (il Verona sembrava voler fare solo quello ieri), pressare l’avversario alto. Insomma un disastro totale. Un’emorragia che non accenna a frenarsi. Il vero guaio è che la nottata è ancora lunga.

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