Un anno tra la prima e la seconda stagione, due tra la seconda e la terza e ben 3 anni di distanza tra la terza e la quarta stagione. Si rischia quasi di dimenticare che Fargo fosse ancora "in vita". Una delle serie TV migliori degli ultimi anni, sicuramente tra le piú caratteristiche ma anche tra quelle di piú complicata fattura. Ecco spiegato il notevole lasso di tempo che é intercorso tra le due ultime stagioni (il covid poi di certo non ha migliorato le cose). Per fortuna si tratta di una serie antologica, altrimenti avremmo fatto una fatica bestiale a far mente locale degli eventi, per quanto esista comunque una linea sottile che lega il tutto, dei personaggi ricorrenti o dei rimandi ad alcuni di essi.
Una cosa di certo é sempre rimasta costante, pur col passare degli anni e delle stagioni: la cifra stilistica della serie (che é un po' le stessa del film omonimo e di buona parte delle pellicole dei fratelli Coen). Fargo é un microcosmo fatto di persone comuni che, per caso o per scelta, fanno il grande salto, venendo a contatto con la criminalità (grande o piccola che sia) e finendo per scatenare una serie di eventi a catena che avranno conseguenze sempre piú nefaste. Un piccolo mondo fatto di personaggi bizzarri e tessere del puzzle che finiscono per combaciare in modi spesso beffarda, cosí come molte delle morti che si susseguiranno. Fargo più che un luogo é insomma "uno stato mentale", lo scorrere a valle di vite al limite, di decisioni che non possono che avere delle conseguenze, di persone che intravedono una facile svolta, costruita però sulla menzogna, di karma e morale che poi chiedono il conto, sempre e comunque.