Tutto sulla chiesa in Africa,
Tutto tutto sull' obiezione,
E le stragi senza nome,
Tutte passano da Roma
Pizze pazze e corruzione
...
Tutto tutto sui veleni
E i segreti del Vaticano,
Tutto tutto sulle elezioni,
Tutto tutto su noi coglioni
(Litfiba - Maudit)
Annunciata in pompa magna come un vero e proprio "evento", Suburra (la prima serie italiana prodotta da Netflix) si è affacciata sui nostri schermi ai primi di ottobre. Si, ma al di là della storicità della cosa (tra l'altro parliamo di esclusiva temporale visto che nel 2018 approderà sulla Rai) com'è veramente questo Suburra? Una specie di Gomorra in salsa romana? Un remake spalmato su più puntate dell'omonimo film - già tratto dall'omonimo romanzo - che tra l'altro non ho visto? Sono sempre in dubbio prima di vedere una qualsiasi produzione italiana di questo tipo, perchè so già che mi imbatterò molto spesso in trovate piuttosto telefonate quando non ridicole, ai soliti momenti morti dove i personaggi si parlano addosso e si gridano addosso non dicendosi nulla, con i soliti attori onnipresenti che sembrano del tutto fuori contesto ma che devono starci per forza, con la solita regia "essenziale" e poco entusiasmante...La prima serie italiana prodotta da Netflix si inserisce insomma nel solito filone italico mafia/chiesa/politica, come se non ci fosse spazio per altri generi o argomenti (quando invece ad esempio i tedeschi con Dark ti vanno a pescare nella fantascienza più esagerata).
Suburra (prequel del film del 2015) diciamo che per fortuna è una serie al di sopra di certi standard ma comunque non al livello di altre serie Netflix, che a tratti sente il peso dei soliti clichè italici ma riesce a risultare godibile nelle sue (numero giusto, non ne avrebbe rette anche solo 2-3 in più) 10 puntate.