Sono lontani i tempi nei quali una serie TV era sinonimo di lunghissime stagioni, fatte di 20/25 puntate, ognuna a se stante, da guardare rigorosamente una volta a settimana. L'avvento di Netflix e soci, con il formato streaming ci ha messo a disposizione "tutto e subito", sdoganando il fenomeno del binge watching che ha distrutto totalmente il "senso di attesa" per la puntata seguente ma ha reso possibile un modo totalmente nuovo di fruire i prodotti seriali. Non che non esista ancora chi resta ancorato ai vecchi stilemi, ma ormai le grandi produzioni sembrano aver abbandonato quel format.
Complice però la crisi di ascolti e di ricavi negli ultimi anni si è sempre più moltiplicata una terza via: la stagione in due parti. Quella che a metà si ferma dopo il cosiddetto mid-season finale e torna dopo un po': un mese, due, sei...In questo modo si limitano i costi e si mantiene alta l'attenzione del pubblico nei confronti di una serie per un tempo maggiore.
Lo abbiamo visto recentemente con serie come Ozark o Better Call Saul, ma per Stranger Things le cose sono andate un po' diversamente.