Trovare parole nuove per questa squadra diventa sempre più arduo ed inutile. Ripetersi non è un rischio ma un obbligo. Pian piano scivola via ogni voglia di incazzarsi. Di reagire negativamente e con forza a questa situazione che peggiora di partita in partita. Siamo impotenti come i giocatori in campo che ormai navigano a vista. Nessuno alza la voce, nessuno sbatte i pugni. Nelle interviste solo ovvietà e rassegnazione sui volti. Lo specchio di un tecnico che si incazza solo con l'arbitro quando crede di subire un torto ma che per il resto resta fedele al progetto disegnato per lui dai figli di padre tempo. Buddisti con gli occhi chiusi che porgono l'altra guancia quando prendono schiaffi.