E' difficile per una serie tv comica riuscire a far ridere e allo stesso tempo offrire spunti di riflessione, una morale, un qualcosa che vada al di là della sola battuta fine a se stessa. Il 90% delle produzioni si affidano così al facile e sicuro doppio senso o, al contrario, risultano troppo "buoniste" per essere efficaci a livello comico-dissacrante. La prima stagione di The Good Place dimostrava invece che era possibile un perfetto connubio tra momenti leggeri ed altri più "impegnati" senza mai perdere di vista l'obiettivo primario: far divertire. Il merito principale della creatura di Michael Schur (Brooklyn Nine-Nine) era quello di offrire sempre nuove soluzioni e trovate, sviando il "gia' visto" e il banale, anche quando sembrava si ficcasse in un vicolo cieco. Il punto forte della serie insomma è sempre stata la trama.