Se già con la seconda stagione aveva abbandonato i tratti da horror fantasy e psicologico, The Strain con la terza stagione fa il passo decisivo verso il "walkingdeadismo". Si, perchè volendo spogliare la serie da tutta una serie di termini pseudofantasy e scordandoci della diversità tra i vampiri e gli zombie, in questa 10 puntate di fatto assistiamo alla conquista della città da parte dei non morti (in questo caso non morti succhiasangue). Nonostante la loro "piccola avversione" alla luce hanno trovato infatti il modo di rendere New York il loro parco giochi e gli umani dovranno cercare (oltre che sconfiggere il padrone ovviamente) di riconquistare la città.
The Strain insomma diventa sempre più action e sempre meno originale, meno noiosa ma più banale. Questo ulteriore cambiamento di prospettiva viene sottolineato anche da una nuova sigla, puttosto ad effetto, che fa tanto videogioco (così come parecchie inquadrature "in prima persona" nell'arco delle puntate). A livello di sceneggiatura beh...diciamo che non siamo messi benissimo.