giovedì 29 febbraio 2024

Progetto Lazarus - seconda stagione (2023-2024)


Se c'è una cosa che odio nei film/telefilm è l'incoerenza dei personaggi. Quelle situazioni nelle quali qualcuno si ritrova a cambiare idea ogni puntata o addirittura ogni 10 minuti, senza apparenti spiegazioni, solo per il gusto di inserire un colpo di scena. Accade molto spesso nelle opere di fantascienza raffazzonate, soprattutto in quelle che vogliono procedere per accumulo, senza prendersi il tempo necessario per fare maturare determinate decisioni, come se i personaggi fossero tutti schizofrenici, delle schegge impazzite che oggi morirebbero per salvarti per poi cercare a tutti i costi di ucciderti domani. E' quanto accade nella seconda stagione di Progetto Lazarus.

domenica 25 febbraio 2024

Serie A 23/24 – 26ª Juventus 3-2 Frosinone – Emoraggia cerebrale


Questa è una di quelle storie che fanno fatica a salvarsi nonostante il lieto fine. In cui, anzi, si salva solo il finale e il resto è tutto da buttare. Si fa davvero fatica ad esultare per questa vittoria e il sospiro di sollievo dura letteralmente poco più del tempo del fischio finale. Guardando il calendario c’è poco da essere ottimisti e vista l’infermeria rischia di restare sia il minimo sindacale che una vittoria di Pirro. Questa è una squadra che dimostra di non sapersi ritrovare e di non essersi nemmeno avviata verso quella direzione. Siccome il pesce puzza sempre dalla testa, la società da anche l’impressione di tirar dritto con questa guida tecnica.

sabato 24 febbraio 2024

Steve Hackett - The Circus And The Nightwhale


Per tutti i musicisti ad un certo punto arriva il momento di guardarsi indietro e riflettere sull'intera carriera. Quel momento nel quale magari dopo anni di successi sei impantanato nel guano della sterilitá delle idee. Per Steve Hackett questo momento giunge invece in un momento di massima creativitá nel quale, messa da parte l'originalitá o innovatività, ha trovato una vena che gli ha permesso di sfornare album a getto continuo e di essere sempre contemporaneamente su un palco, molto più rispetto a 30/40 anni fa. Ma gli anni passano per tutti e, arrivato ormai da qualche settimana, alla soglia dei 74 anni, il tempo dei bilanci è ora giunto, il tempo nel quale ci si ritrova a ripercorre le tante tappe di una vita e una carriera fatta di alti e bassi ma degna di essere raccontata. E Steve con The Circus and the nightwhale fa esattamente questo: ci racconta sotto forma di concept album i momenti più importanti, scegliendo di narrarceli per mezzo di una allegoria: la storia di un giovane chiamato Travla e il suo rito di passaggio. 

Un concept quindi (e Hackett non ne componeva uno da tempo) ma non solo inteso come insieme di canzoni collegate da una trama unitaria. The circus and the nightwhale anche compositivamente è un'insieme di frammenti, di diapositive,  che ci mostrano spettri emozionali e musicali diversi. Abbandonata momentaneamente la recente fascinazione per la world music, Steve in questo caso attinge ai suoi amori musicali principali, i tanti generi apprezzati e suonati da lui nel corso degli anni: il pop, il blues, il jazz, l'hard rock, qualcosina di heavy e, naturalmente, il progressive rock. 

Si parte quindi con People Of The Smoke, il ricordo di una infanzia vissuta appena dopo la fine della guerra, in una Londra invasa dai fumi delle fabbriche in un quartiere operaio. Paradossalmente però è il brano più simile a quelli recenti, sembra quasi uscito da uno degli ultimi album, lascia quindi piuttosto interdetti. La brevissima e ottima The Passing Clouds dipinge pennellate vellutate, attraverso un assolo di chitarra emozionante che ci ricorda giornate passate ad ascoltare i miti dell'adolescenza, i musicisti che hanno forgiato l'amore per la musica e per uno strumento. 
Taking You Down cambia nuovamente lo scenario, col suo insistente riff heavy e la voce di Nad Sylvan filtrata e oscura, ci porta su sentieri paurosi, dove i timori dell'infanzia diventano demoni che ci porteremo dietro per il resto della vita. Se i fiati hanno il sapore dei King Crimson l'assolo al fulmicotone di Steve invece conduce il brano ancora su sonoritá più dure, anche se consuete. 

Found And Lost, al contrario, ci conduce in club dove è forte il profumo del fumo e del gin e, nel buio della sala, si odono note jazzate e delicate. E' il momento per Travla/Steve di "entrare nel ring" e mostrare agli altri di cosa é davvero capace: Enter The Ring è il pezzo più prog dell'album e quello che rimanda più fortemente al passato genesisiano del chitarrista. L'introduzione sta in mezzo tra Entangled e Set Your Compass del suo repertorio solista. Ma il pezzo in meno di 4 minuti riesce a regalarci sprazzi di buona parte del prog che fu, non solo di marca Genesis. Basti pensare al crescendo con flauto in evidenza alla Jethro Tull, o le successive voci che ricordano i vocalizzi degli Yes. Questo e molto altro in una composizione che fará piacere a coloro che apprezzano il lato più progressivo della musica di Hackett. 
Il successo, i riflettori, però ad un certo punto diventano una sorta di gabbia dorata dalla quale il protagonista vuole fuggire. E la successiva Get Me Out! ci parla di questa necessità di andar via, cercando nuove strade per non rimanere imprigionati (siamo in pratica nel momento in cui Steve lascia i Genesis). Le strofe dolci e apparentemente sognanti quindi vengono spazzate via da un riff ed un assolo che sta in mezzo tra il blues e l'hard rock, con la chitarra elettrica che spadroneggia. 
Un altro lato importante nella vita di Travla/Steve è l'amore, che il protagonista sembra trovare in una donna che, nel suo momento di massima fragilità, sembra capirlo perfettamente. Un rifugio e un porto sicuro dopo l'abbandono della grande notorietà. Ghost Moon And Living Love ci racconta queste sensazioni introducendocele con una voce femminile (Amanda Lehmann) settata su note alte, che ci conduce poi al pezzo vero e proprio: una semi-ballad impreziosita ancora una volta da un ottimo assolo all'elettrica. Ma si avverte già qualcosa di malinconico, come se qualcosa sia destinato ad accadere e a cambiare di nuovo radicalmente la vita del protagonista.




In Circo Inferno Travla/Steve sente di nuovo come una morsa e chiede aiuto, è come se si trovasse a girare vorticosamente cercando un appiglio nella persona amata. Le sonoritá sono ancora una volta dure, dirette, con riff secchi e veloci, preparandoci al sopraggiungere del crollo definitivo di tutte le illusioni. Il Breve strumentale Breakout irrompe allora ad alzare ulteriormente il volume e l'oscuritá nelle sonorità. Anche quell'unico appiglio appare vano (sono note le vicissitudini di Steve con l'ex moglie), tutto sembra sgretolarsi e il protagonista viene sbalzato via, come se si ritrovasse in mare aperto senza alcuna via di salvezza. All At Sea è la continuazione del pezzo precedente ed è anch'esso uno strumentale molto rarefatto, che ricorda vagamente The Waiting Room. A quel punto, Travla come un novello Pinocchio, vede sopraggiungere una balena (anche se nel romanzo originale, come sappiamo, si trattava di un pescecane) che si avvicina sempre di più, pronta ad inghiottirlo, con un incedere che musicalmente ricorda certi crescendo dei King Crimson. E' il momento più difficile per Travla/Steve, che sembra ormai senza via d'uscita. Siamo dentro Into The Nightwhale, un semi-strumentale, che si apre però nel finale ad una ritrovata speranza, con la voce di Steve che torna sul filo di lana, circondata da una sezione orchestrale che conduce ad un finale  di chitarra piuttosto rarefatto.

Questa nuova consapevolezza e volontà di lasciarsi il passato oscuro alle spalle viene espressa al meglio da Wherever You are, una ballata pop che rappresenta forse il momento più accessibile dell'album. La chiusura definitiva spetta però allo strumentale per chitarra acustica White Dove, che Steve aveva giá rilasciato in precedenza come brano bonus. La luce ha vinto l'oscurità e il protagonista può definitivamente ritrovare la voglia di vivere e la speranza, amare di nuovo giungendo con una nuova consapevolezza alla fine del suo viaggio. 

In definitiva The Circus And The Nightwhale è un album diverso dai precedenti, se non altro nella struttura e nelle intenzioni. Meno accessibile e più personale. E' come se Steve volesse ripescare da tutto il suo repertorio e volesse mettere un punto (speriamo e crediamo non definitivo). Un lavoro più frammentario concettualmente ma allo stesso tempo più omogeneo musicalmente, fatto di tante suggestioni e piccoli frammenti da ascoltare in una sola volta o al massimo due, per godere al meglio del suo potenziale. 

Voto 8

mercoledì 21 febbraio 2024

True Detective 4 Night Country (2024)


Abbiamo parlato, recensendo Fargo, di come alcune serie antologiche riescano a restare coerenti e riconoscibilissime pur cambiando completamente contesto, storie ed attori. Ci sono poi altre serie che, pur avendo punti di contatto e allusioni alle stagioni precedenti, possono essere considerate come delle operazioni a se stanti. Basti prendere ad esempio alla "saga" di True Detective. Ad ogni nuova stagione abbiamo letto la classica frase "bella ok, ma non è come la prima stagione?". Ma ne sentivamo davvero il bisogno? Di un'altra stagione copia incollata dalla prima intendo.
Se è vero che i ricordi dei primi episodi restano molto più nitidi di quelli delle stagioni seguenti (e questo qualcosa alla fine vorrà pur dire), è altrettanto vero che Pizzolatto e soci hanno provato a non fossilizzarsi su determinate dinamiche. Parliamoci chiaro, buona parte del fascino della prima stagione derivava molto più dalla bravura e dall'interazione tra due grandissimi attori come Woody Harrelson e Matthew McConaughey che dalla trama, piuttosto classica e poco originale. Va da sé quindi che tentare nuove strade a livello di sceneggiatura e di plot era più che lecito, anzi necessario. Appare quindi paradossale che la stagione più simile alla prima sia questa quarta, stagione nella quale Pizzolatto non è neppure presente, sostituito da Issa Lopez. Ma simile in cosa?

domenica 18 febbraio 2024

Serie A 23/24 – 25ª Verona 2-2 Juventus – La lunga notte oscura


Che barba, che noia, che noia, che barba… diceva “qualcuno” una volta. Che strazio continuare a vedere queste stagioni ripetersi da anni, senza la parvenza di un significativo miglioramento, o senza scorgere la direzione giusta a fine stagione. Gli errori che si ripetono in loop e che sprecano i copia e incolla di chi è costretto a commentarli ogni volta. Illudersi per poi arrendersi di nuovo. Per quelli che si erano illusi, naturalmente. Per quelli come me che invece conoscevano la legge scientifica di questa squadra c’è la rabbia di aver avuto ancora una volta ragione. Al primo problema, l’altissimo castello di carte è crollato sul freddo pavimento di cristallo e lì ci resterà per molto tempo. Dopo Empoli dissi che avremmo perso anche il secondo posto, e dopo il trofeo Berlusconi di oggi anche questa previsione si avvererà. L’unico obbiettivo sarà quello di non farsi superare anche dal Bologna e perdere la Champions, e con questa squadra mai dire mai.

martedì 13 febbraio 2024

Serie A 23/24 – 24ª Juventus 0-1 Udinese – una banda di mocciosi


Ancora una volta sono qui costretto a dirvi… ve l’avevo detto. Come un disco rotto continuavo a ripetervi che tutto era finito contro l’Empoli, non il sogno scudetto, al quale non ho mai creduto neppure per un istante, ma l’illusione che ti teneva attaccati lì. Vi avevo detto che l’immaturità di una squadra di bambini, all’anagrafe e nel cartellino, non sarebbe servita nei momenti no, anzi sarebbe stato un fattore deleterio. Il lampadario di cristallo attaccato col lo scotch che una volta staccatosi si sarebbe frantumato al suolo in mille pezzi. Oggi ne raccogliamo i cocci, ma molti di voi avevano continuato ad illudersi del contrario, lasciando a me il ruolo di Cassandra o iettatore. Oggi forse molti di voi (ahi noi!) arrivano in ritardo nella landa desolata dove mestamente mi ero avviato e tra un po’ questo posto sarà abbastanza affollato.

lunedì 5 febbraio 2024

Serie A 23/24 – 23ª inter 1-0 Juventus – la prova del nove


In molti si erano illusi, che questa partita avrebbe potuto cambiare il futuro. In troppi avevano preso in giro Allegri, che continuava a predicare calma e ricordava come il nostro obbiettivo rimanesse il quarto posto, bollando la cosa come pretattica. Io sono sempre stato realistico e scettico, in merito al nostro campionato, e basterebbe anche solo rileggere i miei articoli per chiamarmi Cassandra. Non c’è nemmeno bisogno di andare tanto lontano. Dopo lo sciagurato pareggio contro l’Empoli parlavo di inerzia (la loro) e di immaturità (la nostra). Consideravo la partita contro l’Empoli più importante di quella contro l’Inter. Alla prova del nove gli illusi hanno perso e quelli come me… anche (perché quando la Juve perde perdiamo tutti) ma quanto meno non sono rimasti scottati dalla disillusione.

sabato 3 febbraio 2024

Fargo - Quinta stagione (2023-2024)


Il bello delle serie antologiche é che, rispetto a prodotti più canonici, possono permettersi il lusso di esplorare varie strade, raccontare storie diverse, epoche diverse, tematiche differenti. Le migliori di queste poi riescono persino a fare tutto questo mantenendo uno stile unico, che permea tutte le stagioni, un filo conduttore concettuale che permane nonostante il passare del tempo, il mutare delle storie e l'avvicendarsi degli attori. 
Dovessimo pensare ad un prodotto abbastanza rappresentativo delle serie antologiche probabilmente il primo pensiero andrebbe a Fargo. 
Nata come Miniserie ispirata all'omonimo film dei fratelli Coen, nel corso degli anni si é trasformata in un grande contenitore dell'essenza stessa dei film "coeniani", un concentrato di luoghi, situazioni, evoluzioni, dinamiche tipiche di quel modo di fare cinema. 
Forse anche per questo (la complessità di costruire un prodotto che fosse coeniano senza esserne una scopiazzatura) la serie di Noah Hawley si è sempre presa il suo tempo, fregandosene di battere il ferro finché era caldo, finendo per inflazionare la proposta (chi ha detto American Horror Story?). 
E' passato così un anno dalla prima alla seconda stagione, due anni tra la seconda e la terza, tre anni tra la terza e la quarta per arrivare alla conclusione di questa quinta stagione quattro anni dopo la precedente. Giusto in tempo per lo scoccare del decimo anno di vita della serie. Un lasso di tempo lunghissimo che ha permesso a Fargo di mutare, rimescolarsi, aggiornarsi al cambiamento della società, nonostante le sue stagioni fossero ambientate comunque sempre nel passato. E nel passato è ambientata anche questa stagione, sebbene stavolta si tratti di un passato molto recente: il 2019.