Abbiamo parlato, recensendo Fargo, di come alcune serie antologiche riescano a restare coerenti e riconoscibilissime pur cambiando completamente contesto, storie ed attori. Ci sono poi altre serie che, pur avendo punti di contatto e allusioni alle stagioni precedenti, possono essere considerate come delle operazioni a se stanti. Basti prendere ad esempio alla "saga" di True Detective. Ad ogni nuova stagione abbiamo letto la classica frase "bella ok, ma non è come la prima stagione?". Ma ne sentivamo davvero il bisogno? Di un'altra stagione copia incollata dalla prima intendo.
Se è vero che i ricordi dei primi episodi restano molto più nitidi di quelli delle stagioni seguenti (e questo qualcosa alla fine vorrà pur dire), è altrettanto vero che Pizzolatto e soci hanno provato a non fossilizzarsi su determinate dinamiche. Parliamoci chiaro, buona parte del fascino della prima stagione derivava molto più dalla bravura e dall'interazione tra due grandissimi attori come Woody Harrelson e Matthew McConaughey che dalla trama, piuttosto classica e poco originale. Va da sé quindi che tentare nuove strade a livello di sceneggiatura e di plot era più che lecito, anzi necessario. Appare quindi paradossale che la stagione più simile alla prima sia questa quarta, stagione nella quale Pizzolatto non è neppure presente, sostituito da Issa Lopez. Ma simile in cosa?