Bruno Heller è un maestro nel deludere le aspettative. Lo abbiamo già scritto e lo riscriviamo ancora, siamo costretti: il modo col quale ha gestito la questione John Il Rosso in The Mentalist grida ancora vendetta a distanza di anni. E per questo, perchè conosciamo i nostri polli che stavolta non avevamo abboccato, con Gotham sapevamo già cosa aspettarci. Ahi voglia a dire "la serie non parlerà di Batman ma solo della città e del suo campionario di personaggi grotteschi", perchè volente o nolente Gotham parla delle origini di Batman e lui lo sa: da anni ci regala contentini, ci preannuncia l'arrivo del "cavaliere oscuro", un simbolo di qua, una frase di là. La scorsa stagione si chiudeva in modo da non lasciar dubbi: sarà la stagione di Batman e così sembrava dopo aver visto le prime puntate di questa quarta stagione ma poi...si ritorna come ogni anno alle solite scaramucce senza fine, i soliti voltafaccia, i colpi di scena scontati. E Batman? Ce ne ricordiamo solo nel finale, nel quale col solito cliffhangerone ci viene preannunciata di nuovo la nascita del pipistrellaccio. La prossima sarà però l'ultima stagione e (sebbene la serie riesca comunque a restare su livelli discreti) il colpo di coda (o d'ala) serve assolutamente per non lasciare la serie nel solito limbo del "piede in due scarpe" e poi francamente tornare a ripetere le stesse cose ad ogni stagione comincia a stufarci. Lo studente è bravo ma non si applica insomma, Gotham ha tutto per far bene e a tratti lo fa ma spesso preferisce il "voltafaccismo" classico delle serie "da battaglia", quelle che non vogliono sforzarsi più di tanto di andare oltre il compitino.