domenica 13 ottobre 2019

Z NATION - Quinta e ultima stagione (2019)

Ma che è sta roba? Questa è stata la mia reazione dopo aver visto solo i primissimi secondi dell'ultima stagione di Z Nation. No, non per il telefilm, che pur caciarone, trash, con recitazioni non da oscar resta fedele e a se stesso, ma per il doppiaggio. Fuori sincrono col labiale, con voci totalmente diverse da quelle precedenti, doppiatori che in fondo manco ci credono più di tanto e recitano spesso senza enfasi (piuttosto normale se li scegli per doppiare l'ultima stagione di una serie che di stagioni ne aveva avute altre 4). Insomma in buona sostanza ho passato le prime puntate ad abituarmici piuttosto che a godermi il telefilm e la visione in parte ne è stata compromessa. Dice " allora guardatelo in inglese con sottotitoli". Discorso lungo e complesso, che ha poco senso fare qui, resta il fatto che la scelta si può dire quantomeno discutibile. Lo è a maggior ragione perchè l'ultima stagione dovrebbe essere quella che chiude il cerchio, che mette un punto su determinate situazioni e personaggi. Lo è perchè l'ultima stagione di Z Nation è quella più "seria". 
Tranquilli, non pensate ai discorsi chilometricamente nonsense e alla noia di quell'altra serie con gli zombie, quella molto più famosa, qui per "serio" dovete pensare a "qualcosa che fa riflettere".


E'una maschera quella o hai solo una paresi?
Pur nella sua grezzagine, nel suo budget risicato, nei suoi attori non di primo piano, nei dialoghi poco rifiniti... Z Nation ha sempre avuto una sua cifra stilistica particolare e immediatamente riconoscibile all'interno delle serie sugli zombie. 

Bollata agli albori come copia trash di The Walking Dead, ha spazzato quasi subito questa nomea (le prime puntate effettivamente erano abbastanza ridicole e non nel senso buono del termine), il tempo di costruire una sua mitologia e di dare a personaggi apparentemente macchiettistici un proprio stile, una riconoscibilità, un carattere forte. Basti dire che i presunti protagonisti della vicenda vengono fatti fuori senza tanti convenevoli dopo poche puntate prima di trovare la "squadra definitiva": Doc, 10k, Murphy, Addy e il tenente Roberta Warren, ai quali si aggiungerà poi (per gran parte del tempo come "componente esterno") il "cittadino Z". 

Tra una peripezia e l'altra (le prime stagioni sono una sorta di viaggio on the road con amico/ostaggio alla ricerca di un posto dove sintetizzare la cura anti-zombie), una ridicolaggine e l'altra (palle di zombie, formaggi giganti che rotolano per le strade, zombie radioattivi, zombie blu, orsi zombie, piante zombie, zombie strafatti...) abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare un po' tutti. 

Diversissimi dai "walkingdeaders" e dal loro parlarsi continuamente addosso senza dirsi nulla, sono sempre stati personaggi più "diretti" eppure più idealisti. Sarà che qui fin dalla prima puntata lo "scopo" è trovare una cura e costruire una nuova civiltà anziché girare in tondo sconfiggendo qualche leader pazzo. Sarà il fatto che il budget risicato e la fanbase molto più esigua hanno permesso una maggiore libertà, resta il fatto che Z Nation si è sempre distinta per la capacità di affrontare temi e questioni forti, spesso utilizzando un'ironia pungente. Si può dire che è sempre stata spinta dalla necessità di evolvere e di tracciare un suo percorso ben definito, raccontando non l'estinzione dell'umanità ma la sua "ripartenza": la voglia dell'umanità di non soccombere alla paura e all'annientamento.  

Mi dispiace, devo darvi una brutta notizia: i morti sono morti

Laddove The Walking Dead, per paura di scontentare qualche spettatore di troppo, finiva per impantanarsi su tematiche stra-abusate e prive di spunti interessanti, Z Nation ha cominciato a costruire il suo manifesto nascosto sotto ettolitri di sangue e scene esilaranti. Essendo una serie molto meno "realistica" della controparte (per quanto realistica possa essere una serie su dei morti che tornano tra la gente e mangiano cervelli) ha distillato la sua visione del mondo attraverso metafore che spesso hanno fatto rima più col fantasy che con la fantascienza post-apocalittica. Eppure, alla fine della fiera Z Nation si è rivelata un serie molto più "attuale", politica, ancorata al reale rispetto a TWD. Più romeriana. 

Prendiamo ad esempio tutta la vicenda dei "parlanti" introdotta nell'ultima stagione: sono morti eppure pensano, agiscono, amano. Sono umani, umani di serie b o semplicemente delle bestie? Che posto possono avere nel mondo? Quale futuro? E' possibile una nuova civiltà che li contempli, ammesso che si riesca a costruire una nuova civiltà e una nuova nazione (e il titolo della serie non può lasciare dubbi sull'idea di fondo del tutto)? Queste e tantissime altre riflessioni (pensate ad esempio alla new entry George a tutti i rimandi a libri come L'Ombra dello Scorpione che la sua figura può far venire alla mente) sono sempre state alla base della serie. 

In The Walking Dead è probabile che i parlanti, alla maniera dei loro "sussurratori", non sarebbero stati altro che l'ennesimo "cattivo" della stagione. Murphy sarebbe stato un po' il Negan della situazione invece che l'ambigua e divertentissima variabile impazzita. O pensate ad esempio a Doc: Hershel? Molto probabile. 

L'importanza di un personaggio in questo telefilm si capisce da che tipo giacca di pelle ha
Insomma, in buona sostanza quella che doveva essere, delle due, la serie realistica che parlava di un mondo senza speranza, si è avvitata su se stessa, barattando il realismo con l'incapacità di osare e di offrire qualcosa di nuovo, scambiando la voglia di mostrare un mondo senza più ideali con una specie di "casa nella prateria" col villain di stagione, un prodotto per famiglie intenzionato più a difendere il suo orticello di spettatori che a raccontare qualcosa. 
Al contrario il telefilm trash, demenziale, poco seguito, si è rivelato uno spaccato della nazione, uno spaghetti western crudo e splatter, fatto di scene nonsense, eppure capace di far riflettere e di veicolare messaggi non banali.  Tutto questo senza annoiare mai o quasi.
E' per questo che, tra le due quest'ultima, indubbiamente ci mancherà. Della prima invece, e lo diciamo da spettatori che hanno adorato i suoi primi vagiti, non ricordiamo manco quale stagione stiano per trasmettere.

PRO

- Più "seria" e politica delle altre stagioni ma ugualmente divertente
- L'idea dei "parlanti" è interessante e ben architettata
- I "nostri" sono in gran forma e torna pure qualche vecchia conoscenza

CONTRO

- Doppiaggio per larghi tratti indigesto (Netflix te possino...)
- Meno "on the road" delle stagioni precedenti e ambientata in poche location
- Essendo stata stoppata proprio durante le riprese non ha modo di chiudere alcune questioni lasciate in sospeso

Voto 7,5 alla stagione
Voto 8-- alla serie 

4 commenti:

Davide Lega ha detto...

Se la quinta stagione è proprio brutta

Teo ha detto...

Z Nation mi è piaciuta molto ma la 5 stagione col cambio di doppiatori è terrificante. Non la storia, ma proprio il doppiaggio.
Non hanno preso dei doppiatori professionisti, li hanno presi dalla strada vero? Perchè una merda così non l'ho mai sentita, neanche in film di serie C.

Piperita ha detto...

Concordo (con molto ritardo) il doppiaggio è davvero pessimo, ma come si fa? La doppiatrice di George poi, su tutti, mi fa venire la pelle d'oca.

Piperita ha detto...

Ah per non parlare della pronuncia, che di colpo diventa Zòmbi (con la E aperta), non si capisce perchè.