Non si può certo dire che le opere di genere spionistico siano famose per la loro originalitá. Anzi se c'è un filone che deve attenersi a determinati canoni, regole autoriali e perfino clichè, questo è proprio quello rappresentato da James Bond e affini. Perchè allora riescono allo stesso tempo ad appassionare così tanto il lettore/spettatore, ad irretirlo con un vortice di emozioni e tensione sempre palpabili? Forse perchè le opere di spionaggio mettono sempre al centro di tutto la psicologia dei propri personaggi, i propri dilemmi interiori, le proprie paure o i desideri di vendetta, i segreti e le debolezze. Ognuno non è mai davvero ciò che dice di essere, qualsiasi dialogo è filtrato da un secondo fine. Non si ha mai insomma la certezza che ciò che vediamo e sentiamo è ciò che realmente pensano quei personaggi o ciò che intendono fare per davvero. Spesso questo artificio ci viene disvelato grazie ad abili colpi di scena che ribaltano la nostra percezione di determinati eventi, altre volte è dato dalla la stessa natura dei protagonisti, che di volta in volta di spacciano per qualcun altro cercando di ingannare un temibile nemico. Tutti o quasi insomma recitano una parte e la riuscita del "piano" sta quasi sempre nell'efficacia con la quale sanno destreggiarsi in questa recita, come fossero degli attori per i quali la mancanza di bravura spesso decreta la propria dipartita.
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mercoledì 17 novembre 2021
The Night Manager - serie TV (2016)
Posted by
Napoleone Wilson
Non si può certo dire che le opere di genere spionistico siano famose per la loro originalitá. Anzi se c'è un filone che deve attenersi a determinati canoni, regole autoriali e perfino clichè, questo è proprio quello rappresentato da James Bond e affini. Perchè allora riescono allo stesso tempo ad appassionare così tanto il lettore/spettatore, ad irretirlo con un vortice di emozioni e tensione sempre palpabili? Forse perchè le opere di spionaggio mettono sempre al centro di tutto la psicologia dei propri personaggi, i propri dilemmi interiori, le proprie paure o i desideri di vendetta, i segreti e le debolezze. Ognuno non è mai davvero ciò che dice di essere, qualsiasi dialogo è filtrato da un secondo fine. Non si ha mai insomma la certezza che ciò che vediamo e sentiamo è ciò che realmente pensano quei personaggi o ciò che intendono fare per davvero. Spesso questo artificio ci viene disvelato grazie ad abili colpi di scena che ribaltano la nostra percezione di determinati eventi, altre volte è dato dalla la stessa natura dei protagonisti, che di volta in volta di spacciano per qualcun altro cercando di ingannare un temibile nemico. Tutti o quasi insomma recitano una parte e la riuscita del "piano" sta quasi sempre nell'efficacia con la quale sanno destreggiarsi in questa recita, come fossero degli attori per i quali la mancanza di bravura spesso decreta la propria dipartita.
Labels:
Hugh Laurie,
Serie TV,
spionaggio,
The Night Manager
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