Molti anni fa le serie antologiche a tematica horror-sci fi andavano parecchio di moda. A partire dallo storico "The Twilight Zone" (noto qui da noi come "Ai confini della realtá") per poi proseguire con i vari "Racconti della Cripta", fino ad arrivare ai titoli più recenti, come ad esempio "Masters of Horror", spesso abbiamo assistito a telefilm che hanno utilizzato il televisore come una specie di scatola magica che custodiva al suo interno racconti bizzarri, grotteschi, orrorifici. Si trattava a volte di operazioni molto casarecce, alla buona, con pochi mezzi, ma comunque molto affascinanti nella loro ingenuitá. Altre volte questo tipo di operazioni invece vedevano impegnati veri e propri maestri dell'horror, capaci di regalarci vere e proprie opere degne di figurare tra i migliori film della loro cinematografia (pensiamo ad esempio al meraviglioso e lovecraftiano "Cigarette Burns", di John Carpenter). Spesso questi minifilm o film per la TV erano introdotti da una figura bizzarra (pensate al famoso Zio Tibia) che svolgeva la funzione di narratore onnisciente, quando non erano interpretati addirittura da una comparsa eccellente. Come dimenticare ad esempio il famoso "Hitchcock presenta", nella quale il grande regista ci presentava, appunto, una serie di racconti televisivi ispirati ai suoi film (ma alcune puntate erano dirette proprio da lui).
Guillermo del Toro sembra guardare a proprio a queste ispirazioni per il suo "Cabinet of Curiosities", uscito ultimamente su Netflix. Il taglio è orrorifico e spesso truculento come in Masters of Horror, ma la raffinatezza e il suo introdurre ogni episodio con una piccola riflessione in prima persona, oltre che il taglio autoriale la avvicinano molto di più alla serie hitchcockiana.