sabato 20 dicembre 2025

Welcome to Derry - serie TV - prima stagione (2025)


Non sono un fan dei prequel. Spesso si tratta di mere operazioni commerciali che sfruttano il richiamo di un grande brand senza raccontare nulla di veramente nuovo o interessante. Questo anche a causa della loro stessa natura: sono ambientati prima di eventi storici importanti che devono restare tali, quindi non possono osare più di tanto e uscire dal seminato. Se lo fanno rischiano non solo di indispettire i fan ma di creare confusione e intaccare la trama generale. Si tratta insomma di operazioni di facile ideazione ma di difficile riuscita.
Welcome To Derry poi era una serie chiamata ad un compito ancora più complicato: IT è uno dei romanzi horror più famosi di sempre e i due adattamenti per il grande schermo (per quanto non perfetti) riuscivano a fare un buon lavoro, chiudendo bene il cerchio, lasciandosi dietro solo quei misteri che molto spesso devo restare tali per conferire ad un' opera la sua magia. Perchè insistere allora?
C'erano tutti i crismi per una disfatta insomma; non sarebbe stata la prima certamente per quanto riguarda gli adattamenti dei lavori di King. Una più, una meno...

Per fortuna la notizia che Andy Muschietti avrebbe prodotto questo prequel (e che anche Bill Skarsgård sarebbe tornato a vestire i panni di Pennywise) ha contribuito a conferire fin da subito un certo senso di continuità al progetto. E' una cosa evidente già dal primo episodio e si nota soprattutto nella costruzione delle scene più truculente e nella rappresentazione del pagliaccio assassino: tutto decisamente in linea con lo stile dei due capitoli cinematografici. La trama invece è più problematica e ondeggia tra fedeltà, fan service continuo, un po' di confusione data dal mettere troppa carne al fuoco, fino ad un finale che scompagina tutto e osa oltre il possibile. Si può parlare alla fine di operazione riuscita, ma con parecchie criticità. Vediamo perchè.


Indovinate le parentele


Ambientata nel 1962 (almeno in questa prima stagione), Welcome to Derry non è solo un prequel di It. Si prefigge un compito ancora più ambizioso. Alla maniera de Gli Anelli del Potere (che rilegge le origini del Signore degli Anelli partendo dalle appendici del romanzo) riprende i capitoli di intermezzo del libro di Stephen King, dando un maggior contesto e cercando di raccontare in maniera più approfondita determinati eventi che venivano magari solo accennati. In più, come se non bastasse, la serie si diverte ad inserire una serie di cameo, easter egg, citazioni, non solo da It ma anche da altri romanzi dello scrittore del Maine.
Il più evidente tra questi? Ovviamente quel Dick Hallorann che vedremo poi in Shining, qui scelto addirittura come uno dei personaggi principali e vero e proprio motore di molti degli eventi che accadranno nel corso delle puntate. Scelta audace, ma che sostanzialmente paga, anche grazie ad una riscrittura del personaggio, per farlo adattare meglio al contesto e ad una serie di strizzate d'occhio ai fan per far capire che si conosce bene ciò di cui si sta parlando (un paio di sequenze, ad esempio, sono riprese praticamente da Doctor Sleep, il romanzo).
L'intenzione è quella di creare un vero e proprio microcosmo nel quale far confluire più orrori (d'altronde anche King si divertiva a mescolare le carte inserendo i personaggi di un libro in altri). Si parla di It insomma ma anche di altro, e i fan non potranno che sorridere notando tutte le chicche nascoste nel corso delle puntate. 

Uno che si fa tante "luccicanze mentali"



Ma il solo fan service non basta. Meno bene va infatti quando la serie deve raccontare una trama che sia sua, che riesca a creare personaggi originali ai quali affezionarsi e che risulti coerente e senza troppe forzature. I ragazzini protagonisti ci mettono molto tempo per raggiungere il loro pieno potenziale, mentre sembrano, per buona parte delle puntate, solo una copia sbiadita di quelli dei due film. A poco serve accennare ai loro collegamenti con questi ultimi (a livello non solo concettuale ma, vedremo poi, anche come parentela). 
La serie in fondo è stata pubblicata quasi parallelamente all' ultima stagione di Stranger Things (che, paradossalmente, in origine si ispirava proprio a It), che sfrutta decisamente meglio il proprio cast a disposizione. Qui invece le cose non vanno allo stesso modo, e non necessariamente per colpa degli attori protagonisti, ma a causa di una costruzione un po' troppo problematica. 
Questa difficoltá e macchinosità nello svolgersi delle vicende viene enfatizzata dall'insistere troppo sulle scene con i militari (un po' ridondanti) e su scelte che spesso risultano troppo forzate e implausibili, oltre a non aggiungere moltissimo a quanto giá sappiamo dai film: tolgono tantissimo tempo prezioso alla caratterizzazione dei piccoli protagonisti, che devono restare il fulcro delle vicende. Aggiungiamoci poi, in queste situazioni, un eccessivo utilizzo di deus ex machina...
Per fortuna, in controtendenza, l'ultima puntata è davvero efficace sia dal punto di vista emotivo che per situazioni che riesce a creare. C'è un ottimo utilizzo della tensione, c'è azione, ci sono scene commoventi, colpi di scena (che non mancheranno di fare discutere), un It cattivissimo come non mai, sangue, atmosfera...
Tutto questo fa dimenticare però solo in parte una sviluppo della trama fino a quel momento fin troppo ballerina e disomogenea. 

"Stanno stretti sotto i letti, uccido loro e gli amichetti"



Se c'è qualcosa sulla quale invece si possono fare pochi appunti è proprio la rappresentazione di Pennywise. La base è la stessa dei film, certo, ma qui il personaggio viene reso (se possibile) ancora più minaccioso, cattivo, carismatico. Alcune scene restano davvero impresse, anche grazie ad un utilizzo davvero superlativo degli effetti speciali e della fotografia. Basti pensare ad esempio alla sequenza nella quale si tramuta in una specie di pifferaio magico o alla scena sul lago ghiacciato (ansiogena e inquietante). 
Oltre al gran lavoro dal punto di vista estetico e tecnico si cerca di dare anche maggiore profondità al personaggio, mostrandocene in un certo senso le origini. Da questo punto di vista la serie non ha paura di osare, arrivando nella puntata finale a rivelare un particolare sui poteri del pagliaccio in grado di sconvolgerne totalmente la natura (se in positivo o in negativo spetta agli spettatori giudicarlo). 


Welcome To Derry non è insomma il disastro che poteva essere, viste le ambizioni forse troppo elevate che si prefiggeva. Nemmeno è un capolavoro, non riuscendo a raggiungere neppure il livello dei due film dedicati al personaggio di Pennywise. E' una serie incostante ma affascinante: di grande atmosfera quando si affida al suo villain e ai momenti più spiccatamente horror, troppo disomogenea quando invece ci mette del suo. Resta comunque un prodotto riuscito, che magari riuscirà a raggiungere risultati ancora migliori nelle prossime stagioni. 

PRO
- IT ancora più cattivo e carismatico
- Le scene horror (soprattutto nella prima e nell'ultima puntata) risultano angoscianti e inquietanti al punto giusto
- Tante citazioni e easter egg dai libri di Stephen King

CONTRO
- I piccoli protagonisti non hanno lo stesso carisma di quelli dei film, anche a causa di una costruzione delle vicende che li penalizza
- Le sequenze con i militari risultano ridondanti, un po' noiose e piene di situazioni forzate
- La trama spesso gira un po' su se stessa e fatica a tenere le fila.

Voto 7+




 

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