Dopo una prima stagione celebratissima e premiata da critica e pubblico (è diventata la serie più vista su Apple +) sono dovuti passare ben 3 anni prima di assistere al seguito di Scissione. Un arco di tempo molto lungo (ma non inedito per una serie di grande portata) che di solito fa rima con "non mi ricordo un caspio di quello che è accaduto finora", soprattutto se parliamo di produzioni molto complesse a livello di sceneggiatura e piene di misteri. Non è questo il caso, perché Scissione risultava geniale non solo nello spunto di partenza, originale e distinguibile immediatamente da qualsiasi prodotto di fantascienza, ma anche nel suo sviluppo. Il concetto di lavoro come unico scopo della vita che ne diventava espressione letterale, per poi abbracciare un mistero più grande che diventava un'analisi esistenziale. I protagonisti poi, tutti caratterizzati benissimo, erano dei microcosmi di emozioni, esplorati nella loro natura ambivalente: il loro "esterno" molto diverso dal loro "interno", speso in modo totalmente radicale (prendiamo Helly ad esempio). Questi 3 anni quindi sono sembrati molti di più a livello di attesa ma hanno intaccato solo in parte l'ottimo ricordo della prima stagione e l'hype per la seconda. Attesa ben ripagata?