L'occasione era ghiotta come un pasticciotto. L'Inter del leccese, da "nemo profeta in patria", veniva accolto tra fischi e striscioni che non erano proprio di bentornato. L'esultanza da forsennato alla prima giornata, per una vittoria che non voleva dire ancora nulla, non ha aiutato affatto a preparare l'accoglienza ma ha finito per buttare benzina sul vecchio fuoco. Il Conte se ne tornava dunque a Milano da emigrante alla fine del week-end con un solo punto e noi potevamo approfittarne. Più facile a dirsi che a farsi, al dispetto del risultato finale a noi favorevole.