lunedì 20 gennaio 2020

#SERIEA_19_20 20> #JUVENTUSparma 2-1 - Rappoppio e Quattro


L'occasione era ghiotta come un pasticciotto. L'Inter del leccese, da "nemo profeta in patria", veniva accolto tra fischi e striscioni che non erano proprio di bentornato. L'esultanza da forsennato alla prima giornata, per una vittoria che non voleva dire ancora nulla, non ha aiutato affatto a preparare l'accoglienza ma ha finito per buttare benzina sul vecchio fuoco. Il Conte se ne tornava dunque a Milano da emigrante alla fine del week-end con un solo punto e noi potevamo approfittarne. Più facile a dirsi che a farsi, al dispetto del risultato finale a noi favorevole.

Il Parma arrivava a Torino come lo spauracchio di una piccola Lazio. Squadra votata al contropiede, e noi sappiamo quanto questo sia il nostro tallone d'Achille (quando ben fatto), contava però l'assenza più importante in tal senso: quella di Gervinho. Altra occasione da poter sfruttare, ma nulla è mai semplice. Certe partite te le devi sudare, anche perchè il Parma per lunghi tratti della gara è parsa non poter far altro che rintanarsi in difesa, in attesa della ripartenza perfetta. Accade allora che la Juve trovi pochi spazi, anche rimanendo per un tempo intero nella metà campo avversaria. Tra i commenti bipolari dei telecronisti SKY che da un lato esaltano la prestazione catenacciara del Parma e dall'altro si lamentano dello spettacolo, come se la colpa fosse nostra o solo nostra.
Peccato per loro che noi in squadra abbiamo uno che si fa chiamare CR7 e che appunto va in gol da sette partite consecutive. Prima che il gallo fischi l'intervallo è lui a bucare il muro giallo-blu. Quasi letteralmente, considerata la deviazione decisiva che spiazza il portiere.

Sappiamo bene quanto questo non basti, infatti dopo appena dieci minuti della ripresa eccolo... il pareggio, Come spesso accade, l'avversario sfrutta la prima vera minaccia usando l'arma rimasta a sua disposizione per ostacolarci, cioè il colpo di testa dell'ariete di turno, che stavolta è Cornelius. Ma per nostra fortuna rimettiamo subito le cose in chiaro, e cioè che volevamo la vittoria. Dopo tre minuti dallo shock subito Ronaldo buca Sepe per la seconda volta e spezza subito l'incantesimo. Il "nonnetto bollito" ora è a 16 gol in 17 presenze. Niente male per uno ad un passo dalla pensione.
Naturalmente gestione e sarrismo sono due parole che non vanno molto d'accordo. Perciò la sopraggiunta stanchezza abbassa la squadra e fa prendere al Parma un po' troppa confidenza. Ogni calcio d'angolo ottenuto diventa per loro tipo un calcio di punizione dal limite dell'area. Nonostante le colonne del classico risultato di stagione reggono fino alla fine. 

De Ligt giganteggia sempre più in difesa, cercando di scrollarsi di dosso il brutto avvio. Dybala fa meglio il lavoro sporco che il suo mestiere principale di goleador, dando una grande mano in fase difensiva e di assist ma sparandola alta quando tocca a lui segnare. A nulla serve che prima di tirarlo fuori Sarri voglia riprovare il tridente (mossa zemaniana alla gestiamo attaccando). sbatte i guanti a terra e fa ancora i capricci. Se questo significa sempre più impegno da parte sua preparate la penna per un'altra firma. Il +4 si materializza come un'alba e con un sospiro di sollievo.  

Pare siano ormai pronti un nuovo logo e un nuovo nome per questa squadra: si chiamerà Dueaunentus. Otto due-a-uno su venti partite fanno il 40%, non appena si supererà il 50 tutto sarà ufficiale. Scherzi a parte, credo che ci stuferemo di questo risultato solo appena (facendo gli scongiuri del caso) questo porterà ad un pareggio per 2-2 o peggio. Perché se è chiaro che ci metteremmo la firma immediatamente per fare alzare al massimo possibile la percentuale, vincendole tutte così, quello che fa meno bene alla salute coronarica è soffrire in questo modo ad ogni partita, anche quando (come spesso accade) la conduci da padrone. Invece eccoci qui come un disco rotto a ripetere le solite cose dopo i soliti risultati.
E dire che ancora una volta le occasioni si sono avute per poterla chiudere. A volte siamo stati noi, con quel palo di Danilo ad esempio o con le occasioni gettate davanti al portiere da un Ronaldo che comunque il suo l'ha fatto, altre volte a spezzare l'inerzia ci ha pensato Di Bello da Brindisi. Per carità, se si eccettua quel ceffone a Ronaldo in area (che a parti invertite...) non è che abbia dovuto far molto per mettersi in mezzo, ma una volta lo fa anche letteralmente, fermando Dybala davanti al portiere perchè non si era tolto dai... sulla nostra ripartenza. Idiozia di una regola che interrompe un vantaggio per dare la palla a chi ce l'aveva già. Altre volte gli basta non fischiare fallo quando i nostri erano fermati dagli avversari, più o meno regolarmente sulle ripartenze. Ma va bene così. 

"Amarum in fundo" (o in cauda venenum come direbbero i più scafati) è stata la Domenica del ricordo e la vergogna. Il ricordo per Pietro Anastasi, simbolo di una Juve e di un calcio che non ci sono più, ma anche simbolo di quell'Italia che nel 1968 conquistò il suo primo e unico europeo. Ecco che la vergogna è stata assistere al minuto di silenzio solo sui campi in cui erano impegnate le sue ex (Juve e inter) nel completo menefreghismo degli altri campi. Altro che il Sanremo di Amadeus e le sue polemiche di costume.

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