mercoledì 29 novembre 2017

The Punisher - prima stagione [Serie Tv 2017]

The Punisher non era una vera e propria ultima spiaggia (The Defenders in fondo era discreto pur essendo un po' deludente sotto parecchi aspetti) per l'universo telefilmico Marvel ma ci andava vicino. Tolte le due stagioni di Daredevil e, per gran parte, la prima di Jessica Jones il "progetto" si è un po' accartocciato su se stesso, appiattito su una formula precompilata e standardizzata da telefilm sui supereroi dove di fatto si parla tanto e si agisce poco (e spesso anche male). Stessi colpi di scena telefonati, stesse dinamiche, stessi camei che alla lunga finivano per risultare più posticci che appaganti. Avevo insomma una certa curiosità stavolta, una curiosità sincera, che per le ultime "uscite" a tematica Marvel non avevo avuto. Mi aspettavo insomma finalmente un po' di sana azione, tanto sangue, molta violenza, pochi dialoghi scemi e soprattutto un telefilm pieno di tensione. Che va bene i supereroi sui generis e senza maschere o calzamaglia (Daredevil non vedendoci può indossare pure un tutù, non gli interessano le apparenze), ma sempre di supereroi si tratta.
Beh si può dire che in buona sostanza sono stato accontentato ma non senza provare un po' di timore dopo le prime (fiacche) puntate.

 Dalla trama non pretendevo e non mi aspettavo nulla. Frank Castle ha perso la famiglia, ammazzata, e vuole vendicarsi nei confronti di quelli che ne sono responsabili. Stop. Diretto. Essenziale. Non servirebbe altro, eppure per 7-8 puntate si cerca di fornire un contesto più ampio che però di fatto non c'è e non può esserci. Ed è proprio questo che rende le prime puntate pericolosamente "ironfistiane" o "lukecagiane". "Personaggetti" che si aggirano per il telefilm e che non fanno che parlare, discutere, con i soliti discorsi ormai visti e stravisti in questo tipo di telefilm, con i soliti colpi di scena a prova di deficiente (il villain chi può mai essere? Maddai). La trama insomma è la cosa peggiore del telefilm: banale, confusa, costruita in modo didascalico e poco appassionante (almeno nella prima parte). Stavolta ad esempio come cameo non abbiamo la solita Claire (no, mi spiace caro Frank, ti ha detto male, sei proprio sfortunato, dovrai ricucirti da solo o trovare qualcun altro che lo faccia) ma ovviamente Karen. I momenti che la vedono come protagonista delle vicende vorrebbero approfondire la trama ma risultano solo noiose e prive di spunti realmente interessanti (qua si scopre che le piacciono le armi mentre in Daredevil si schifava pure se il protagonista tirava uno schiaffo per sbaglio ad un malfattore, interessantissimo). Per non parlare poi di altri personaggi secondari, tipo Dinah Madani che sembra messa lì solo per fare la parte dell'ingenua e di quella che fa sempre la scelta sbagliata al momento sbagliato (interviene nel bel mezzo di una sparatoria e fa uccidere degli innocenti, si fida ciecamente di persone delle quali mai ci si dovrebbe fidare, si fa raggirare con nonchalance...)

"Cosa dirai alla tua famiglia quando ci ripresenteremo da loro? Noi redivivi, loro redimorti?"

L'unico personaggio "di contorno" davvero riuscito risulta David Lieberman e lo è perchè è il perfetto contraltare del protagonista. Anche lui viene creduto morto, anche lui diventa un "ricercato", anche lui ha perso la famiglia (ma in questo caso solo perchè per proteggerla ha finto la sua morte). Attraverso di lui Frank immaginerà come sarebbero andate le cose se ad essere scomparso fosse stato lui anzichè i suoi cari. Il continuo confronto-scontro tra Frank e David è perfettamente funzionale alla caratterizzazione del protagonista e regala sicuramente alcuni tra i momenti migliori e più pieni di "speranza" (tutto il resto è puro odio e autodistruzione) che lo riguardano. 
Lo stesso non si può dire purtroppo dell'antagonista che non offre particolari spunti se non quelli dell'essere il classico "traditore" di film e telefilm di questo tipo. Un villain sicuramente più riuscito di altri (soprattutto nelle ultime puntate nelle quali c'è la "sfida finale" tra lui e Castle) ma che per gran parte del tempo non spicca per carisma (non aiutato da una sceneggiatura che per parecchie puntate si prende la briga di tenere solo celato, malamente, il "mistero" sulla sua identità).

Ma veniamo a lui, Frank Castle. In questo caso i giudizi sono esattamente opposti a quanto scritto in precedenza. The Punisher è finalmente un personaggio veramente "nuovo", ben ideato, ben interpretato, pieno di sfumature, lontanissimo dai "supereroi" visti in precedenza nelle altre serie.
Di fatto è sempre stato un po' la scheggia impazzita all'interno di questo modo di fare telefilm, lo avevamo già visto in Daredevil: non è un supereroe ma un giustiziere, non un salvatore ma un punitore, se ne frega se ammazza gli altri o dei danni collaterali. E' un folle consapevole di esserlo: non vuole salvare "la sua città" come (modestissimo tra l'altro) Daredevil o ergersi a difesa delle donne come Jessica Jones, non cerca manco il riscatto del suo quartiere e degli emarginati come Luke Cage e non...no Iron Fist è semplicemente uno che ripete sempre le stesse frasi e non combina mai nulla su un "piano più alto". Eppure anche The Punisher a ben vedere non manca di risvolti sociali (la guerra, l'emarginazione, la follia, la corruzione) ma tutto è più "intimo", "personale".
Frank è ormai una persona che "ha la guerra in testa", che è stato tradito, distrutto, annientato. E' ancora vivo ma di fatto non è più lui, anche il suo reinventarsi con lo pseudonimo di Pete Castiglione non è che un modo per andare avanti in quella che non è una vera e propria "vita". Un personaggio nero, nerissimo, che seppure provi a volte degli sprazzi di umanità ha come unico e solo fine la violenza e la vendetta. Certo in qualche modo ha comunque una sua morale (molto personale) e persone a cui tiene ma queste spesso finicono per restare sullo sfondo nella sua guerra contro i suoi nemici e contro se stesso.
Il più "ignorante" dei personaggi Marvel si potrebbe dire (nel senso positivo del termine): uno che carica a testa bassa senza pensarci, che gode nel provare dolore e nel farsi prendere a cazzotti (vedere l'emblematica scena nella penultima puntata nella quale mentre viene torturato immagina di fare sesso con sua moglie). Non si tratta più nemmeno di adottare una giustizia molto molto personale, non è sua intenzione, The Punisher è un uomo che sa benissimo di agire nel modo sbagliato ma è l'unico modo che conosce, condannato ormai ad un inferno dal quale non uscirà mai.

"Il mio nemico è Russo. No, ma che hai capito, è americano, solo che si chiama Russo. Beh, ammetto che come villain ha un nome figo"

Le ultime 3 puntate sono la perfetta esaltazione di questa personalissima (e folle) visione: crude, tese, violente, piene di sangue,  a tratti perfino splatter. Si osa come mai si è osato nelle serie precedenti e finalmente si riesce a guardare qualcosa di davvero diverso. Peccato per una prima parte di stagione si "preparatoria" ma troppo lenta e a tratti superflua.
The Punisher è insomma una serie sicuramente riuscita, non impeccabile, ma a suo modo originale e diversissima da quanto visto in Iron Fist o Luke Cage: offre spunti di riflessione e regala alcune delle sequenze più violente all'interno dell'universo telefilmico Marvel/Netflix. Assieme a Daredevil forse la meno noiosa e la più godibile a livello puramente action.

PRO

- Ultime 3 puntate tese, violente, splatterose
- Frank Castle ha carisma da vendere
- Jon Bernthal offre un'interpretazione magistrale

CONTRO

- Prime puntate troppo "lente"
- Molti personaggi di contorno inutili o irritanti
- Trama che pretende di voler essere più di quello che è

Voto 7,5

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