Siamo nell'epoca del "villaggio globale" (definizione di Marshall McLuhan): chiunque può dialogare e connettersi con qualsiasi altro, anche dall'altra parte del mondo, come se appunto ci trovassimo tutti all'interno di un piccolo villaggio dove le distanze fisiche e culturali appaiono ridottissime, dove tutto diventa condiviso e "internazionale".
Ma questo annullamento delle distanze non è tanto fisico quanto mentale: non siamo realmente nello stesso posto nello stesso istante, condividiamo pensieri e parole ma magari lo facciamo con persone che in quel momento vivono un diverso momento della giornata, in una stagione diversa dell'anno, in un clima totalmente opposto...
Il prossimo stadio dell'"evoluzione"? Una connessione diretta e immediata, che ci consenta di essere in un posto e in un altro nello stesso momento, non solo mentalmente ma anche sensorialmente.
Il prossimo stadio dell'"evoluzione"? Una connessione diretta e immediata, che ci consenta di essere in un posto e in un altro nello stesso momento, non solo mentalmente ma anche sensorialmente.