Un fulmine che cade nel deserto non produce suono, se non c'è nessuno ad ascoltarlo. Ma un Abete che cade in Amazonia produce un onda d'urto che si sentirá per settimane e mesi. L'onta della sconfitta dell'Italia, con annessa eliminazione al mondiale brasiliano, miete teste illustri. Oltre alle scontatissime dimissioni di Prandelli, ci lascia il nostro caro amico Abete. Si proprio lui, Mister incompetenza. Colui che nel 2011 decise di non decidere, lasciando che la prescrizione interista non influisse su quello scudetto di cartone. Con lui se ne va un pezzo di calcio che dal 2006 non ci ha rappresentato. Ora non ci rimane altro di augurarci che chi lo sussegua non sia anche peggio.