15 gennaio 2009

Addio “Prigioniero” libero

Dopo una breve malattia il 14 Gennaio è scomparso all’età di 80 anni il mitico Patrick McGoohan, l'uomo che impersonò uno dei personaggi più amati della fantascienza televisiva. Grazie a lui il Prigioniero (serie di cui era autore e interprete) diventò un fenomeno di culto. Proprio come il protagonista del suo telefilm (il mitico numero 6) McGoohan è da sempre stato contrario alle regole conformiste e omologanti del cinema moderno, sin dal suo rifiuto di interpretare James Bond in Agente 007 - Licenza di uccidere.

Molte volte gli fu chiesto di creare un seguito di suddetta serie, o quantomeno altri episodi, ma lui ha sempre rinunciato. A mio parere giustamente, poiché il prigioniero è, e deve rimanere, nei suoi 17 episodi originali. “Non sono un numero, sono un uomo libero, recitava il suo personaggio nel continuo tentativo d’evasione dallo sconosciuto villaggio in cui era stato imprigionato e in cui tutti erano numeri. Vana risulterebbe in un sequel la rivelazione finale in cui il protagonista scopre l’identità del suo sconosciuto carceriere. Quando il numero 6 riesce a strappare le maschere che ricoprono il volto del numero 1 e vede che sotto queste c’è in realtà la il proprio volto prende coscienza del fatto di essere prigioniero di se stesso. D'altronde l’ormai celebre dialogo iniziale della sigla tra lui è il numero 6 ci lascia un indizio non da poco.

  • Numero 6: Chi è lei?
  • Numero 2: Sono il nuovo Numero 2.
  • Numero 6: Chi è il Numero 1?
  • Numero 2: Lei è il Numero 6. (you are number 6)

    in lingua originale recitato in maniera più netta.

    In questa sorta di parafrasi pirandelliana del famoso romanzo Uno nessuno e centomila, il protagonista continua a rinunciare per tutti e 17 gli episodi a farsi chiamare “numero 6” dagli altri, ma nel contempo non svela mai a questi il suo nome, di fatto quindi rifiutando anche questo.

    Le citazioni poi si sprecano, dal cinema, alla musica, alla tv. Gli Iron Maiden scrivono The Prisoner e Back in the village, e citano la serie nel video del brano The Wicker Man in cui è ben visibile il grosso pallone bianco. Pallone che insegue Caparezza nel video del brano Fuori dal tunnel. Persino i Simpsons, sempre cosi attenti, non potevano essere da meno dedicandogli un episodio dal nome Galeotto fu il computer e chi lo usò.

  • Juventus-Catania 3-0 (Giovince la Juve)

    4’ Marchionni;  69’ Giovinco 71’ Del Piero
    Una Juve trasbordante che taglia via quel “pelo irto e setososul sopracciglio di Zenga che tanto ci ha fatto penare in campionato nel match con gli stessi siciliani del 24 settembre. Più forte della sfortuna perché persevera e non si piange addosso. Alla fine colleziona 18 tiri in porta e deve rammaricarsi solo contro se stessa se ne ha messi dentro solo un sesto.
    Ranieri finalmente ci consegna il vice Nedved in naftalina, e ci promette che avrà più spazio (speriamo!). Parlo naturalmente di Giovinco, autore di una prestazione maiuscola, Incontenibile sulla fascia sinistra e autore di un gol su cui il Capitano mette ancora la firma (e che firma!) in una sorta di romantica staffetta. Lo stesso Capitano sale poi sul palco per il suo acuto da solista e danzando col pallone sotto la suola si gira e ci regala un’altra perla. Sissoko invece avrebbe meritato la marcatura, cosi come Amauri a cui è mancato il cinismo e la convinzione.
    Passiamo dunque ai quarti in gara unica, interna, col Napoli… un’altra rivincita del blackout di quel periodo? vedremo. intanto possiamo continuare a sognare la stella d’argento.