Quest’oggi si recitano due De Profundis, entrambi nella lingua dei romani: antichi e moderni (laziali e romanisti) con concessioni al napoletano:
Uno per il campionato, prematuramente scomparso dopo otto gare senza nemmeno “l’inutile appello” delle trenta giornate rimaste (considerate troppo poche per rimontare cinque punti a questo Napoli).
L’altro per un genere speciale di juventini: quelli del “che ce frega dell’ennesimo scudo noi volemo a Coppa”. a quanto pare adesso lo scudetto non lo snobba più nessuno.