martedì 28 settembre 2021

DUNE di David Lynch (1984) vs DUNE di Denis Villeneuve (2021)



Vidi il Dune di David Lynch parecchi anni fa, poi lo misi in un angolino della mia testa, sepolto dalle sabbie del tempo, rinvigorito malamente dagli sporadici 10/20 minuti dedicatigli nel corso di successive e infruttose visioni. Ricordavo il vermone che usciva dalle sabbie, poi cavalcato dal protagonista, il villain obeso e pieno di pustole, il complotto che sta alla base del film, il cast di notevole rilievo... Non era un brutto film, ma sinceramente lo trovai noiosetto e dal ritmo altalenante. Non abbastanza insomma per poter diventare un film da visioni multiple o da ricordo indelebile.

L'uscita al cinema del nuovo Dune (solo la prima parte in realtà) a firma Denis Villeneuve é stata l'occasione per tornarci su e vedere se, confrontato a questa nuova incarnazione, sfigura o ne esce invece rinvigorito. O magari se ero io che all'epoca non c'avevo capito nulla. Chi tra i due film ne esce vincitore quindi (ammesso che un confronto si possa fare)?

Il Contesto





L'universo dipinto da Frank Herbert nell'opera originaria ci narra di un mondo lontanissimo nel futuro eppure, come buona parte dei romanzi di fantascienza coevi, ancorato a tematiche molto piú "terrene" dell'epoca (gli anni '60: il timore per la guerra fredda, l'esperienza con le droghe allucinogene...). A questo si aggiunge una notevole componente ecologista e, soprattutto, un impianto  fortemente influenzato dal misticismo, dalle religioni e dall'idea di un protagonista dalle caratteristiche messianiche (caratteristiche un po' simili ad alcuni romanzi scritti nella stessa epoca dal contemporaneo Philip Dick, che lo stesso Villeneuve "saccheggiò" in precedenza: Blade Runner 2049).
Va da sé quindi che riuscire a trasporre sullo schermo queste "visioni" mistiche, queste riflessioni interiori, i pensieri stessi dei personaggi non é facile, cosí come non é facile "spiegare" un intero universo, fatto di luoghi, leggi, culture, alleanze, fazioni, cercando allo stesso tempo di parlarne il meno possibile (un film fantasy non deve trasformarsi in una specie di documentario) 

Lynch (incredibilmente visto di chi parliamo) ci offrí una versione piú asciutta, sobria, perfino didascalica, con i pensieri dei personaggi continuamente riproposti per ogni situazione (ecco allora che Paul per tutto il film continua a ripetere cose tipo "questa é Arrakis", "qui c'é la spezia", "ecco il verme", "lui é l'imperatore" ecc). In un romanzo é naturale descrivere ogni cosa con le parole ma sullo schermo finisce per annoiare e rendere pesante la visione, soprattutto se il film dura piú di due ore. Aggiungiamoci una mole notevole di "spiegoni", puntualizzazioni, contestualizzazioni (spesso con la tecnica del narratore onnisciente) e va da sé che il film risulti a tratti (soprattutto nella seconda parte, quella peggio riuscita) verboso. Narra molto insomma e mostra poco. 
Interessanti invece le scelte dal punto di vista puramente visivo anche se pure su quel versante si poteva osare di piú (la goccia d'acqua, la mano, simboli importanti all'interno della visione generale ma che tendono a ripetersi senza grandi variazioni). 

Il film di Villneuve invece dal punto di vista sonoro fa un lavoro di sottrazione e sostituzione. Spariscono i pensieri ridondanti dei personaggi, rimpiazzati da flashforward o immagini che danno un'idea dei sentimenti del soggetto in questione. Spesso si utilizzano gesti (e relativi sottotitoli) per mostrare "discussioni mentali". Infine i momenti piú descrittivi vengono ridotti e relegati a filmati che Paul guarda per informarsi meglio prima di partire per il suo viaggio. 
Inutile dire quindi come il film del 1984 appaia, se visto oggi, decisamente invecchiato e troppo ancorato ad un modo di fare cinema degli anni '80. 

Vince: Dune 2021

Il Cast




Ricco, ricchissimo quello del film del 1984. Come giudicare d' altronde un film che mette assieme Patrick Stewart, Max von Sydow, Jürgen Prochnow, Brad Dourif, Silvana Mangano, i pur giovanissimi Kyle McLachlan e Sean Young, Dean Stockwell e perfino Sting? Certo forse questo popò di cast appare non sempre perfettamente funzionale rispetto ai personaggi che si vorrebbero rappresentare, c'é una sorta di effetto minestrone con tanti attori di grido e a tratti non benissimo assortiti. Dal punto di vista attoriale comunque si trattava dell'eccellenza. 

Villneuve fa l'esatto opposto: gli attori, a parte un paio, non sono esattamente i piú famosi o di grido. Anzi sembra quasi che alcuni siano stati pescati dalle ultime saghe di successo a tema fantasy/fantascientifico, per andare sul sicuro. D'altro canto però il cast é molto piú "variegato" e meglio inserito nel l'ecosistema (le etnie sono maggiori e piú coerenti col contesto: Dune é un pianeta desertico e caldissimo, ci sta che sia abitato da tantissime persone di colore). Si percepisce nettamente insomma la diversità delle diverse culture. 

Vince: Dune 1984 (sul filo di lana) 



La Trama





Grossissime differenze non ce ne sono. In fondo il canovaccio  stesso del romanzo non è cosí ricco o carico di situazioni diverse e colpi di scena (si basa molto di piú sul background del mondo rappresentato, é lenta, descrittiva, si sostanzia su grandi e importanti macroeventi). In sintesi  entrambi trattano della rivalità tra due casate: gli Atreides e gli Arkonnen, che si contendono il dominio del pianeta Arrakis (conosciuto anche come Dune), ricco di una "Spezia" che permette i viaggi interstellari ed é allo stesso tempo una sostanza in grado di "aprire la mente". In questo contesto si inserisce un complotto che scombinerà le carte tra le due casate, proprio quando l'erede della dinastia Atreides scopre di non essere un semplice ragazzo di nobili origini ma molto molto di piú. 

Il film di Lynch si prende molte piú licenze poetiche, cambia alcune cosucce, ne salta totalmente altre pur mantenendo la sostanza. Purtroppo una seconda parte frettolosa, mal tagliuzzata e troppo didascalica (ci furono parecchi problemi durante la lavorazione) affossa le ambizioni del film di mantenersi coerente. E' una specie di pellicola bipolare: nella prima parte si prende il suo tempo, mostra molte cose, promette tanto. Nella seconda invece procede a 200 all'ora saltando eventi fondamentali (spiegati in 30 secondi dalla voce narrante), riduce a scaramucce eventi che in teoria potevano e sarebbero dovuti essere piú epici, si sfilaccia tanto da arrivare alla conclusione col fiato corto. Un peccato 

Il Dune di Villneuve sceglie di restare piú fedele al romanzo, anch'esso si prende i suoi tempi, mostra molto di piú (alcune scene, anche importanti che non erano presenti nell'altro film) , é piú immersivo, coinvolgente, sa che ha molto piú tempo a disposizione e lo sfrutta bene: dura piú di Dune 1984 ma arriva solo a metà della trama (come detto é solo la prima parte). Fa molto meglio insomma ma per buona parte anche grazie alla sua natura di film "spezzato" che potrà indispettire qualcuno che magari era all'oscuro della cosa. Nulla insomma é lasciato al caso o risulta troppo frettoloso. In un paio di punti forse troppo diluiti rischia di far calare l'interesse ma riesce sempre poi con qualche intuizione visiva a non far perdere il bandolo della matassa. 

Vince: Dune 2021 ma con riserva


Ambientazioni, costumi,  scenografie e lato tecnico. 





Difficile qui cercare il pelo nell'uovo, la scelta é sempre personale. Certo riguardando il primo film non si può fare a meno di sorridere di fronte ad alcuni effetti speciali (lo scudo "cubico" durante i combattimenti un po' di imbarazzo oggi lo provoca, le pance posticce, le astronavi giocattolo...) ma per l'epoca si trattava della normalità. Nulla di mai visto o eccezionale ma perfettamente rientrante nei canoni estetici di quegli anni. 
I costumi e le scenografie poi magari riviste oggi non ci sembrano cosí futuristiche ma affascinano. Il vermone poi anche a distanza di tanti anni continua a convincermi e a sembrarmi molto ben ideato. Rambaldi d'altronde non era un dilettante e si vede, le sue creazioni non invecchiano mai. 

Nel nuovo film invece paradossalmente il vermone non mi ha stupito. E' fatto con competenza ma visti i mezzi attuali mi sarei aspettato di piú. Molto piú riusciti invece i costumi, perfettamente attinenti alle ambientazioni e alla cultura che dipingono. Il vero fiore all'occhiello del nuovo film sono però le ambientazioni: magnifiche, verosimili, perfino "reali" (la sabbia calpestata dai piedi o presa in mano, il vento, il calore, sembra quasi di essere davvero lí). Villneuve lo sa e indugia spesso sul mostrarci le distese sabbiose e gli edifici che sovrastano i  protagonisti, che ci sembrano sempre piccoli e precari in un mondo tutto da scoprire. 

Discutibile il confronto sulle musiche. I Toto puntellavano I momenti piú iconici con uno spirito piú rock, forse a tratti un po' fuori contesto ma mi hanno fatto un bell'effetto. 

Hans Zimmer invece ricopre il nuovo Dune col suo classico incedere tribale, "bombato", ripetitivo, un po' come aveva fatto nei film di Nolan. Ma qui le musiche sono onnipresenti, guidano letteralmente il film in ogni scena, non danno mai un attimo di respiro. Hanno anche, visto il film nel quale sono inserite, maggiori spunti esotici. 
Due concezioni insomma agli antipodi dove i Toto purtroppo finiscono loro malgrado per perdere concettualmente il confronto. 

Vince: Dune 2021

L'Incedere




Ognuno dei due film é figlio del suo tempo e risente dell'influsso delle pellicole uscite qualche anno prima. Dune 1984 é fantascienza classica, che riprende gli stilemi e a tratti l'incedere della prima trilogia cinematografica di Star Wars (ricordiamoci che fu proprio il romanzo di Herbert ad ispirare George Lucas per l'ideazione del suo universo). Anche l'iconografia di alcune creature fa tanto Guerre Stellari, cosí come le scene di combattimento ne richiamano lo stile. 

Dune 2021 invece piú che agli ultimi film della saga di Guerre Stellari (adatti maggiormente ad un pubblico piú giovane e meno epici di quelli del passato) guarda a pellicole come Il Signore Degli Anelli e non potrebbe essere altrimenti vista la sua influenza quasi cannibalistica su tutto ciò che sarebbe arrivato dopo in ambito fantasy/fantascientifico. L'approccio insomma é piú da fantasy che da film di fantascienza è anche strutturalmente sono parecchie le similitudini (già solo l'incipit si presta facilmente a questo: il giovane protagonista non sa di essere colui che é designato a salvare il mondo, lo scopre pian piano e si imbarca in un viaggio pericoloso che lo porterà a maturare e a scoprire anche il suo lato piú oscuro...).
I due film insomma pur raccontando la stessa storia lo fanno seguendo approcci diversi e figli del proprio tempo. 

Tuttavia a differenza di entrambe le saghe sopra citate in Dune, vecchio e nuovo, non sono presenti momenti distensivi, di relax, di "calma prima della tempesta". Tutto é sempre fin dai primi minuti costantemente plumbeo, serioso, incombente, ineluttabile. Non ci sono veri personaggi che suscitano simpatie, battute, perfino vere e proprie emozioni. Ci si esalta insomma ma non ci si commuove mai, non si prova mai davvero empatia o dispiacere per questo o quel personaggio. A dire la verità Villeneuve ci prova, soprattutto nella parte finale del suo Dune ma mai con reale convinzione (laddove Lynch invece nemmeno ci provava, fosse anche quando muore un personaggio principale). I due Dune insomma in questo senso sono assimilabili tra sé e al romanzo, film che dal primo all'ultimo minuto esaltano l'epicità a scapito dell'emozione. Lynch come detto la evita del tutto, Villeneuve la usa a mo' di "Spezia" per insaporire il resto. 

Lynch però, come é nel suo stile, utilizza spesso il tono grottesco, soprattutto per dipingere gli Harkonnen, I "villain" della situazione, orrendi tanto quanto chiassosi (avete presente le classiche risate da cattivo della situazione? Un cliché degli anni '80) e sgradevoli piú che davvero paurosi. Il barone ciccione è svolazzante  a tratti fa anche involontariamente sorridere. 

Villeneuve invece i "cattivi" ce li mostra poco (la sua é pur sempre una parte 1) ma sempre minacciosi e fautori di proclami sinistri. Su questo versante insomma siamo di fronte a dei personaggi monodimensionali (almeno per ora), come i famosi orchi mostratici da Peter Jackson nella trilogia dell'anello. Se già i protagonisti appaiono costantemente seriosi i nemici sono monolitico nella loro rappresentazione. 

Vince: Dune 2021

Giudizio definitivo

Come appare evidente quindi il nuovo film di Villeneuve supera di gran lunga il predecessore. Il Dune di Lynch é un film discreto ma decisamente imperfetto e nato sotto una cattiva stella. Grandi ambizioni affossate insomma da una rappresentazione problematica. Un flop all'epoca che recuperò nel corso degli anni tanto da essere considerato in Cult. Rivisto é meglio di quello che sembrava: discreto ( decisamente curato in alcuni ambiti, raffazzonato in altri). 

Villeneuve recupera una maggiore fedeltà al romanzo, affascina esteticamente e ci consegna un Dune piú imponente e d'atmosfera. Magari un po' si sente il peso della sua durata per essere solo una prima parte, ma non ci sono veri e propri difetti evidenti se non appunto il fatto di essere un film a suo modo monco. In questo senso tocca aspettare il secondo film per avere un quadro d'insieme migliore e per valutare l'opera in maniera compiuta. 

Voto Dune 1984: 7
Voto Dune 2021: 8+ (in attesa del seguito) 

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