Avete presente "Ricomincio da capo", il film nel quale Bill Murray era costretto a rivivere lo stesso giorno, ancora e ancora, fino a capire dove aveva sbagliato nella vita? Sebbene non si trattasse del primo film che utilizzava questo espediente ("Mezzanotte e un minuto" è dello stesso anno ed è tratto da un cortometraggio di qualche anno prima), di sicuro si tratta di quello che ha trovato la formula vincente e l'ha codificata.
Da quel momento in poi sono usciti decine di rifacimenti (E' già ieri), rimaneggiamenti, varianti (50 volte il primo bacio), scopiazzature, perfino nel mondo delle serie tv (X-Files, Buffy, Doctor Who...). Proprio da questo mondo proviene anche Russian Doll, serie tv scritta, ideata ed interpretata (in pratica ha fatto tutto lei) da Natasha Lyonne, uscita su Netflix nel 2019.
Certo, pure qui lo spunto di partenza è quello classico, così come la meccanica alla base del loop (la morte della protagonista), tuttavia un paio di trovate e qualche colpo a sorpresa rendono questa serie tv abbastanza originale e decisamente godibile. Soprattutto una volta che ingrana la marcia. Già, perchè da un certo punto in poi il tutto muta pelle più volte, abbracciando vari generi (commedia, horror, fantascienza) che ribaltano di continuo le prospettive, fino a regalarci un finale perfetto e autoconclusivo. Purtroppo però ci sarà una seconda stagione che, speriamo di no, potrebbe mandare tutto in vacca. Ma ci arriviamo poi.
Specchio specchio delle mie brame, chi ha sempre lo stesso aspetto ed è intrappolata in un loop infame? |
La trama iniziale è riassumibile in poche righe. Nadia è una donna cinica, con più di un problema di dipendenza (situazioni in parte autobiografiche) e senza legami, che si appresta a festeggiare il suo trentaseiesimo compleanno come al solito: sbronzandosi, sballandosi e cercando qualcuno da portarsi a letto. C'è un piccolissimo problema però: mentre esce fuori di casa viene investita e muore. Succede, imprevisti della vita, la cosa strana però è che (come è possibile immaginare) appena dopo essere morta si ritrova catapultata indietro nel tempo. E qui cominciano le varianti.
Innanzitutto qui il loop temporale non è "fisso" ma solo il punto da cui riparte tutto (il bagno durante la festa di compleanno) può durare un giorno, qualche ora, più di un giorno, pochi minuti... l'unica costante e che tutto "riparte" dopo che la protagonista è morta (e morirà tantissime volte, spesso in modi assurdi e stupidi). Se in "Ricomincio Da Capo" insomma la morte del protagonista era ad un certo punto totalmente "cercata", per poter uscire dal loop, qui è del tutto incidentale, casuale, non prevedibile, non voluta. Quantomeno non esplicitamente.
La protagonista si ritroverà quindi a cercare di non lasciarci le penne, più per non rivivere all'infinito il loop che per una voglia smodata di vivere, provando contemporaneamente a venire a capo del mistero (come recita uno degli slogan "morire è facile, è vivere che è complicato"). Qui si diramano ulteriori varianti.
Se, infatti, le prime puntate possono far pensare ad una classica commedia romantica, il carattere della protagonista e la struttura della serie prendono ad un certo punto strade diverse e più mystery/horror. Qui lo scopo non è tanto "redimersi" e trovare l'anima gemella che ci aiuti a farlo, quanto venire a capo di un mistero cercando i vari collegamenti. Ecco quindi che Nadia, cominciando ad indagare, scoprirà di non essere l'unica ad aver vissuto quella situazione, ma lo stesso sta accadendo ad Alan. Una persona che non potrebbe essere più diversa da lei (sensibile, metodica, insicura...). In che modo quindi i due sono collegati? Il loro loop è perfettamente identico e sovrapponibile? Ne usciranno insieme? Da questi ulteriori spunti nasceranno diramazioni particolari e abbastanza originali che cambieranno spesso le carte in tavola. La durata delle puntate resterà costante, quella canonica da serie commedia (sulla trentina di minuti), ma l'umore del telefilm cambierà spesso. Omicidi, sparizioni, tradimenti, salti nella linea temporale si alterneranno, sempre senza prendersi mai troppo sul serio, ma conferendo alla serie maggiore profondità.
La mia festa di compleanno era proprio un mortorio, sono dovuta scappare, per fortuna che qui ci sono gli ascensori altrimenti sarei stata costretta a tornarci. |
Peccato che la serie avrà una seconda stagione. Già peccato, perchè sono del parere che certe opere cinematografiche o televisive dovrebbero avere un finale ben definito, chiaro, soprattutto se fatto bene (e in questo caso è perfetto), senza incaponirsi a continuare solo perchè gli ascolti sono stati buoni (ma si sa che è una speranza vana). Senza poi affidarsi alla solita speranza di rinnovo, agli escamotage per evadere la possibile scure che taglia via serie poco redditizie, all'inventarsi improbabili nuove dinamiche o non inventarsene proprio, limitandosi a mettere i protagonisti di nuovo su uno schermo e fargli fare cose a caso. Magari in questo caso la seconda stagione sarà migliore della prima, resta il fatto però che certe opere meriterebbero un percorso chiaro, definito, coerente, che le renda capaci di stare in piedi da soli (il meccanismo del loop oltre un certo limite comincia a creare problemi di ridondanza). Vedremo.
Russian Doll resta comunque un prodotto decisamente interessante e a suo modo abbastanza originale, per quanto possibile, che (vista l'esiguo numero di episodi e la durata ridotta degli stessi) è perfetta per essere bingewatchata anche da chi di solito non è avvezzo a farlo.
PRO
- Più originale di quanto potrebbe sembrare
- Ottima commistione di generi
- Perfettamente autoconclusiva
CONTRO
- Ci mette un po' ad ingranare
- Alcune cose poco approfondite
- La seconda stagione potrebbe essere deleteria
Voto 8--
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