mercoledì 17 novembre 2021

The Night Manager - serie TV (2016)


Non si può certo dire che le opere di genere spionistico siano famose per la loro originalitá. Anzi se c'è un filone che deve attenersi a determinati canoni, regole autoriali e perfino clichè, questo è proprio quello rappresentato da James Bond e affini. Perchè allora riescono allo stesso tempo ad appassionare così tanto il lettore/spettatore, ad irretirlo con un vortice di emozioni e tensione sempre palpabili? Forse perchè le opere di spionaggio mettono sempre al centro di tutto la psicologia dei propri personaggi, i propri dilemmi interiori, le proprie paure o i desideri di vendetta, i segreti e le debolezze. Ognuno non è mai davvero ciò che dice di essere, qualsiasi dialogo è filtrato da un secondo fine. Non si ha mai insomma la certezza che ciò che vediamo e sentiamo è ciò che realmente pensano quei personaggi o ciò che intendono fare per davvero. Spesso questo artificio ci viene disvelato grazie ad abili colpi di scena che ribaltano la nostra percezione di determinati eventi, altre volte è dato dalla la stessa natura dei protagonisti, che di volta in volta di spacciano per qualcun altro cercando di ingannare un temibile nemico. Tutti o quasi insomma recitano una parte e la riuscita del "piano" sta quasi sempre nell'efficacia con la quale sanno destreggiarsi in questa recita, come fossero degli attori per i quali la mancanza di bravura spesso decreta la propria dipartita.


"Ma sei sicura che questo sia del mestiere? Prima mi ha chiesto l'autografo"


Attenendoci nello specifico al cinema e alla serialitá televisiva e' importantissimo quindi, prima di ogni cosa, saper scegliere un cast che sia in grado di reggere sulle proprie spalle (sui propri visi in particolare) tutto il peso di queste sfaccettature psicologiche, che sappiano insomma incarnare quei tratti caratteriali alla perfezione. Lo spettatore deve essere insomma così coinvolto dalle peripezie e dalle scelte dei protagonisti da sospendere momentaneamente la propria incredulitá (un uomo che da solo sgomina intere organizzazioni, avete presente?). Anche quando la trama vira verso sentieri giá battuti o prevedibili uno sguardo, una frase, un gesto ci devono fare dubitare, far storcere il naso, promettere un qualcosa che magari nemmeno accadrá, ma ci fará restare in tensione.


"In questo genere c'è solo una cosa che il protagonista non deve mai fare e puntualmente fa: innamorarsi della donna del boss. Ma con te sará diverso. E' così?"


"The Night Manager", miniserie televisiva britannica tratta dall'omonimo romanzo di John Le Carrè, è esemplare sotto questo punto di vista. Prende questa lezione e la esegue alla lettera, scegliendo un approccio canonico ma senza commettere errori di superficialitá o scelte discutibili.
Gli attori infatti non solo sono di grandissimo livello (Hugh Laurie, Tom Hiddleston, Olivia Colman su tutti) ma riescono a dipingere alla perfezione i loro personaggi, a farci entrare nella loro testa, anche quando la trama non è cosí esaltante o il ritmo latita (i primissimi episodi sono un po' troppo lenti, la serie è un diesel). Lo spettatore insomma è interessato più alle loro vicende che a farsi troppe domande (che potrebbero condurre a vicoli ciechi o incongruenze, anche se queste ultime in questo caso sono ridotte davvero al minimo)

In fondo parliamo di una canovaccio che vede un ex agente segreto (ritiratosi per via della troppa corruzione) ritornare in pista per sgominare l'organizzazione di un trafficante d'armi. Per vendetta. Questo è il succo, nulla che non si sia giá visto, eppure è il modo col quale viene messo in pratica che fa di The Night Manager una specie di film "a puntate" di ottimo livello.


"In pratica in Tenet fai la parte di una donna tenuta sotto scacco, causa figlio, da un marito terrorista, che si innamora di un agente segreto che finisce per metterla in pericolo cercando di salvarla. Non ci vedo nulla di simile nella trama dai, ad esempio Washington è nero e molto più basso di me"


Oltre l'orecchio anche l'occhio infatti vuole la sua parte e come in ogni opera di spionaggio che si rispetti le ambientazioni sono un fiore all'occhiello della produzione. Si va da Hotel di lusso in Egitto, alle spiagge di Maiorca, al Marocco per poi fare tappa naturalmente a Londra. Assistiamo insomma anche dal punto di vista della fotografia ad una dinamica molto ampia di espressioni visive e ad una palette di colori e atmosfere decisamente notevole. Forse all'inizio questo continuo alternarsi di location può sembrare un po' eccessivo (ma è una delle caratteristiche del genere) ma col passare delle puntate il tutto acquista un maggior equilibrio.

Se siete insomma appassionati al genere non ci sono motivi per non consigliare questa miniserie. Se non lo siete vale comunque lo stesso dargli un'occhiata, non ci troverete nulla di davvero originale ma la confezione è di così alto livello che non ve ne preoccuperete più di tanto.

Pro

- Cast di gran livello e perfetto per i ruoli ricoperti
- Tecnicamente impeccabile
- Non presenta eccessive esagerazioni e implausibilitá proprie del genere.

Contro

- Un po' lenta ad ingranare
- Nelle prime puntate forse un po' confusionaria
- Decisamente canonica

Voto 8-



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