lunedì 5 febbraio 2024

Serie A 23/24 – 23ª inter 1-0 Juventus – la prova del nove


In molti si erano illusi, che questa partita avrebbe potuto cambiare il futuro. In troppi avevano preso in giro Allegri, che continuava a predicare calma e ricordava come il nostro obbiettivo rimanesse il quarto posto, bollando la cosa come pretattica. Io sono sempre stato realistico e scettico, in merito al nostro campionato, e basterebbe anche solo rileggere i miei articoli per chiamarmi Cassandra. Non c’è nemmeno bisogno di andare tanto lontano. Dopo lo sciagurato pareggio contro l’Empoli parlavo di inerzia (la loro) e di immaturità (la nostra). Consideravo la partita contro l’Empoli più importante di quella contro l’Inter. Alla prova del nove gli illusi hanno perso e quelli come me… anche (perché quando la Juve perde perdiamo tutti) ma quanto meno non sono rimasti scottati dalla disillusione.


Contro l’Empoli eravamo obbligati a vincere, contro l’Inter no. Perché contro questa inter si può benissimamente perdere, ma pareggiare in casa contro questo Empoli no. Vincere contro l’Empoli non ti avrebbe assicurato di rimanere attaccato all’inter, ma ti avrebbe permesso di staccare il Milan. Perché per una squadra umorale come la nostra, che quando subisce un gol si deprime e non reagisce, rimanere attaccata all’inter finora ci ha permesso di non crollare. Perché il rischio più concreto adesso è quello di farsi superare dal Milan. Meno male, solo, che la quinta è ancora lontana e che mancare anche la Champions è altamente improbabile.


Come leggete, questo articolo non è altro che la continuazione di quello precedente. La prova empirica. Su cui ci sarebbe pochissimo da aggiungere. Basterebbe aver visto il calcio da alcuni decenni, ricordandosi di quando eravamo noi quelli da battere e superare e che per nove anni consecutivi nessuno è riuscito a spodestare. Basta ricordarsi dell’inerzia di quei giocatori e paragonarli con questi ragazzini. Volenterosi e a volte encomiabili, ma pur sempre acerbi e inesperti. Basterebbe paragonarli a chi c’è in panchina nella Gravinese, facendo un serio bilancio sui valori di una squadra che si è indebitata fino all’osso per vincere e che è obbligata a vincere per non fallire, sportivamente ed economicamente. Al di là dei sedicenti giornalisti, ultra faziosi, che contano i prestiti come acquisti.


Perciò sarà meglio che iniziamo a toglierci dalla testa i sogni, aprire gli occhi e guardare dove mettiamo i piedi, d’ora in avanti.

Nessun commento: