venerdì 26 aprile 2024

Fallout - serie tv - prima stagione (2024)


Ho sempre avuto un misto di attesa e timore (nessuno superiore all'altro) per la serie TV di Fallout. Essendo tratta da una delle mie serie videoludiche preferite, infatti, l'hype non poteva che essere a mille. Ma parliamo di un videogame molto molto particolare, bizzarro, che al suo interno contiene un po' di tutto: dall'horror, al mistero, alla satira politica, allo splatter, all'humor nero, all'action, all'ucronia, alla fantascienza (una fantascienza retro futuristica fatta di strumenti che sembrano usciti dagli anni 50/60' mescolati a tecnologie all'avanguardia). Un minestrone di generi e suggestioni così ampio che è difficile immaginarlo in altri contesti.


"Non credevo che il sole fosse così...soleggiato"



Parliamoci chiaro: il fulcro di Fallout non è mai stata la trama (almeno quella principale): in nessuno dei videogiochi della saga ti ritrovavi a vagare per la zona contaminata con la smania di sapere come andava a finire la storia del protagonista. Non è assimilabile insomma a prodotti come The Last Of US (simile sicuramente per alcune tematiche di fondo) per il quale si poteva benissimo ripescare di sana pianta il plot del videogioco e andare sul sicuro. No, in Fallout il bello stava nel viaggiare per questo mondo ormai distrutto e privo di umanitá e scoprire le piccole storie dei sopravvissuti, i misteri nascosti dei Vault, imbattersi in una cittá assurda e piena di personaggi folli, scoprire degli avamposti, spacciarsi per qualcuno che non eri e svolgere missioni per questa o quella fazione per ottenere profitti, fuggire da un branco di bestie assetate di sangue ecc. La parola d'ordine di un Fallout è insomma "esplorazione". Il fulcro è la scoperta, l'approccio è molto più interattivo rispetto a prodotti più prettamente story driven. E' il giocatore a creare il suo proprio percorso e il suo viaggio personale.
Qualunque tentativo di costruire una serie basata su Fallout, insomma, doveva partire da un presupposto: se non fosse stata in grado di recuperarne l'essenza, le caratteristiche fondanti, L'atmosfera, le ambientazioni, sarebbe stato un fallimento annunciato. La trama doveva venire solo in un secondo momento, ma doveva comunque mantenersi coerente con lo spirito della serie. Un' operazione decisamente complessa, considerando che è molto difficile riprodurre sullo schermo certe dinamiche che solo pad alla mano hanno un senso. 

D'altro canto giá dai primi trailer e dalle immagini rilasciate si notava una certa perizia nel ricreare alcune location: i vault soprattutto, sembravano provenire da Fallout 3, così come le strade fatiscenti, fatte di carcasse di auto e autobus, o i costumi ottimamente ricreati. E poi lo showrunner era pur sempre Jonathan Nolan, fratello minore del celebre Christopher, che ci aveva giá regalato perle come Person of Interest o che, assieme a sua moglie Lisa Joy, aveva ideato altre ottime opere come Westworld o lo sfortunato (e ammazzato dallo sciopero degli attori) Inverso. 
Sensazioni ambivalenti insomma.


"Ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi, ho visto idioti vestiti come soldati romani combattere a Hoover Dam, brandelli di scimuniti che saltavano in aria alle porte di Megaton, e tutti questi momenti li ricorderò per sempre, come sporcizia sulla sabbia"


Fallout, la serie, innanzitutto sceglie di riprendere l'intelaiatura sulla quale si reggevano i videogame: una fantascienza retro futuristica che è parecchio debitrice dei vari Mad Max (i giochi d'altronde si ispiravano a quei film in larga misura, tanto quanto un Uncharted non era poi che una riproduzione ad uso videoludico dei vecchi Indiana Jones), che ne conserva la crudezza e la cupezza, ma che la tinge continuamente di black humor e satira pungente sull'America. Un po' come i vari GTA dissacravano il sogno americano, attraverso storie action e criminose, in Fallout la fantascienza distopica metteva alla berlina il fanatismo, certa politica miope, l'attitudine guerrafondaia, la paura per il comunismo e per la guerra atomica tipica degli anni '60. 
Qui ci troviamo in quello stesso universo, in quello stesso mondo, che alla maniera de "La Svastica Sul Sole" di Philip Dick, ci narra di un futuro ucronico dove la storia ha preso un'altra strada, un mondo nel quale negli anni '60 tutto è finito a causa di una guerra nucleare (Tra Usa e Cina nello specifico). I più fortunati di sono rifugiati nei cosiddetti Vault, rifugi antiatomici dotati di ogni comfort e bene di prima necessità, gestiti in maniera rigida e un po' ingenua, mentre coloro che sono rimasti in superficie (i pochi) hanno dovuto attraversare ogni sorta di orrore e nel corso degli anni hanno subito una vera e propria "mutazione" (alcuni nel vero senso della parola). L'antitesi tra questi due "mondi": uno estremamente controllato e organizzato secondo routine e regole simil fasciste e l'altro, dove vige l'anarchia più estrema, è l'impalcatura sulla quale è costruita la mitologia del mondo di Fallout. Ma, per citare una delle frasi iconiche della saga, "la guerra non cambia mai". L'uomo trova sempre e comunque il modo di distruggersi e di combattere. I due universi sono destinati quindi a scontrarsi perennemente, a combattersi e a rivelare segreti inconfessabili che sembravano perduti nel passato. 


"Cavaliere Titus, mi sembra di aver visto un Deathclaw. Eppure mi avevano assicurato che nella serie non c'erano."


La serie sceglie abilmente di narrarci la sua storia attraverso 3 protagonisti diversi, che offrono (soprattutto a chi è a digiuno con i videogiochi della serie) 3 prospettive sulla situazione dei sopravvissuti post bomba. Judy è una abitante del Vault, costretta ad avventurarsi nel mondo esterno alla ricerca del padre rapito (le cui peripezie ricordano, in piccola parte, quelle del protagonista di Fallout 3). Maximus è un membro della Confraternita dell'Acciaio (una fazione della zona contaminata assimilabile ad una setta), che sogna di diventare un comandante ed indossare l'iconica armatura. Infine "Il Ghoul", un ex attore di film western sopravvissuto al disastro nucleare, ma mutato (nel corpo e nella mente) fino a diventare un essere a sé stante: un Ghoul appunto. E' lui il filo conduttore tra il mondo post-apocalittico e quello pre-bellico, fornendoci un punto di vista diretto sul mondo prima del disastro e i suoi misteri.

La trama insomma è inedita, ma perfettamente inserita nel contesto, un po' come in ogni gioco, che raccontava una storia a sé stante ma che rappresentava ognuna un tassello di un quadro più generale. Si potrebbe dire che ci troviamo di fronte a una specie di Fallout 5, anche se veicolato secondo registri diversi. Il tono è quello classico della saga: affascinante e misterioso e pieno di quella carica dissacrante di humor misto alla tragi-commedia. Lo splatter, pur presente, è spesso rappresentato in maniera esagerata e irrealistica, così come l'humor non trasforma mai il tutto in una semplice farsa e anzi la tensione si mantiene quasi sempre altissima. Chiude il cerchio una fotografia certosina, che si diverte a sottolineare spesso situazioni e scene che ricordano quelle dei videogiochi, quando non li citano esplicitamente: sono tantissimi infatti i riferimenti diretti o gli easter eggs che è impossibile nominarli tutti. Se siete fan dei Fallout videoludici non potrete però non sorridere di gusto di fronte ad alcuni di essi. 
Il cast è di ottimo livello, magari non tutti i personaggi principali sono di livello eccelso ma c'è spazio anche per due vecchie conoscenze come Kyle MacLachlan e Walton Goggins, che risaltano sul resto. 


"Sono troppo sotto livellato per queste stronzate"


Difetti? Gli effetti speciali, per quanto buoni in generale, a tratti risentono di una certa fretta. Prendiamo ad esempio le armature della confraternita dell'acciaio. Nel gioco imponenti e memorabili, qui molto più plasticose e giocattolesche. Si sente poi la mancanza di una maggiore presenza delle assurde creature della zona contaminata, quando non sono del tutto assenti. Un paio su tutte: i super mutanti o i Deathclaw. Ma magari faranno una capatina nella seconda stagione, giá annunciata, chi lo sa. Ma anche così la serie funziona decisamente. 

Messi da parte i timori iniziali, Fallout si dimostra insomma una serie di ottimo livello. Fedele e rispettosa del materiale originale eppure adatta anche a chi si imbatte nel brand per la prima volta. Non è perfetta e sconta qualche mancanza (il formato a 8 puntate non è ottimale per tutte le serie) ma è l'adattamento migliore che si potesse desiderare. 

PRO

- Rispettosa del brand e piena di citazioni
- Storia che ci mette un po' ad ingranare ma risulta molto interessante 
- Fotografie e musiche che ricordano continuamente le atmosfere dei videogiochi

CONTRO

- Effetti speciali non sempre impeccabili
- Qualche assenza importante rispetto ai videogiochi
- Il cast è competente ma non tutto dello stesso livello 

Voto 8,5


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