sabato 20 aprile 2024

Serie A 23/24 – 32ª Torino 0-0 Juventus – Zero Diviso Zero


Questa Juve è il prodotto di una operazione irrisolvibile, uno zero diviso zero. L’unico modo per risolverla è porre fine all’equazione stessa. Ormai neppure ci prova più a strappare una vittoria al novantesimo, come è stata spesso obbligata a fare quest’anno. Emblema della sua provincialità, e la prova di quello che dico, quel cambio al 95º. Inutile e insensato, se non per perdere il tempo necessario a conquistare uno squallido zero a zero, nel derby dei derelitti. Un volemose bene tra nemici di sempre e tutti sotto le curve. Loro per non aver perso anche questo derby, noi… per non aver perso. Che schifo!

Il nuovo obbiettivo di questa squadra è infatti questo: lo zero a zero. Reti bianche come la bandiera che hanno ormai issato, da mesi. Questa nave senza vele e senza timone, in balia delle onde, non solo non vede l’ora di arrivare alla fine delle partite, ma anche, e soprattutto, alla fine di questa stagione. Molti di loro hanno le valigie pronte da tempo. Lo stesso allenatore (pare e speriamo) è stato già messo alla porta. Mentre il direttore sportivo va in giro a spifferare agli amici del bar gli obbiettivi: quasi un lustro per lustrare le scarpe alla squadra. La cosa peggiore, è che anche noi sappiamo che ci vorranno quasi cinque anni per tornare competitivi per lo scudetto. La proprietà è il peggiore dei mali. Dal 2006 ad oggi, non solo non ci ha mai difesi, ma quando ha potuto approfittare del serpente, ha mangiato la mela della serie B e ha cacciato il presidente più vincente della sua storia, per beghe familiari.

In tutto questo sconfortante scenario, ci siamo dovuti sorbire la sbobba di questo derby, con Marelli a commentare gli episodi, con i suoi due pesi e due misure stagionali. Devo dire che almeno, in questo, riesce a fare arrabbiare i tifosi di qualsiasi squadra. Immemore dell’episodio Gatti/Djuric, quando, con immagini molto meno chiare, si spinse a capofitto per la colpevolezza dello juventino, chiedendone il rosso, per poi essere sbugiardato da immagini postume. Ieri glissa sul pugno a mano chiusa di Zapata, sullo stesso Gatti. “Non si può determinare se sia una sbracciata e se sia un colpo a mano aperta o chiusa”. L’abbiamo visto alquanto titubante e incoerente, anche perché le immagini sono parse piuttosto chiare e si vede chiaramente il pugno partire e tornare, chiuso. Ma… ehi… potrebbe sempre essersi aperto a carezza quando l’inquadratura viene coperta.

La sfortuna non esiste, se è ciclica e costante. I gol mangiati da Vlahovic non sono sfortuna, ma gol divorati, soprattutto il primo. E quando diciamo che certi gol nel girone di andata li avremmo segnati a occhi chiusi, è perché anche la testa era in una condizione meno contaminata, dalla voglia di farla finita con questa stagione. E pensare che senza Vlahovic è anche peggio. Almeno lui ci prova, anche se ha sempre molta fame. Gli altri neppure quello. Una volta che entra Kean, le partite della Juve possono considerarsi belle e che chiuse. Una condanna a morte. Scelta tecnica sempre più insensata, come la confusione tattica. I giocatori in campo paiono autogestirsi e farlo anche male. Il resto è il copia e incolla di qualsiasi altra partita stagionale. Il finale di partita serve solo per rintanarsi e dichiarare finite le ostilità. Basta, aspettiamo solo che l’arbitro fischi la fine e i contropiede sono solo una faticosa scocciatura. 

Quello che mi dispiace di più, è che uno degli allenatori più vincenti della storia della Juve, sia diventato in assoluto anche il più odiato. Tornando ha condannato se stesso e il ricordo che avremmo potuto avere di lui. Eppure è l’unico che si è battuto per difenderci in questi anni. Il che ci riporta all’assenza di questa società farlocca. I mesi passano in fretta, ma il campionato sembra non finire mai.

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