venerdì 26 gennaio 2024

Reacher - Seconda stagione (2023-24)


C'era un costante uso dell'ironia nella prima stagione di Reacher, un gusto per la commedia e il continuo mettere in risalto le caratteristiche peculiari e strambe del protagonista, un'ironia che rendeva una serie concettualmente e stilisticamente legata a certo action degli anni 80/90 immediatamente identificabile come un prodotto dei nostri tempi. Reacher é un eroe muscolare, come quelli di una volta, ma al contempo geniale, che certamente non si fa scrupoli ad usare la violenza, ad uccidere per "fare giustizia", ma che non rinuncia mai al lato più riflessivo. Un duro che però in fondo ha il cuore d'oro, uno di poche parole, che non ha famiglia, pochi amici, zero legami e nessun bagaglio nella sua vita da nomade (a parte lo spazzolino da denti: le armi si trovano, gli alleati pure, i soldi non sono un problema ma l'igiene orale evidentemente gli sta molto a cuore). Rispetto ad un Sylvester Stallone d'annata viene costantemente messo in discussione da coloro che gli stanno intorno, la sua mole diventa motivo di discussione, così come le sue abitudini fanno storcere il naso. Reacher sta insomma in mezzo tra i vecchi eroi degli anni '80 e i personaggi interpretati da Shwarzy nella sua fase comedy. Se ripensiamo al fatto che nelle sue prime sortite sullo schermo venne interpretato da Tom Cruise non possiamo che pensare a quanto fosse strampalata quella scelta di cast e a quanto Alan Ritchson risulti invece molto più aderente al personaggio. Eppure...


"Sono venuto qui per lavarmi i denti e spaccare culi, ma ho finito gli spazzolini"


Eppure nella prima stagione Reacher era una serie molto "investigativa", dove il lato più deduttivo del protagonista aveva spesso la meglio su quello muscolare, nonostante parlassimo comunque di una montagna di muscoli dotata di parola. Era questa dicotomia che regalava spesso i momenti più ironici e autoironici della serie. Uno si aspetta questo tizio come il classico grande, grosso e frescone, un eroe alla Bud Spencer e invece si ritrova con uno Sherlock Holmes sotto steroidi. Singolare come cosa. 
Peccato che nella seconda stagione della serie (tratta dall'undicesimo romanzo della saga letteraria di Lee Child) il lato deduttivo di Jack Reacher (scusate, solo Reacher) venga messo molto più nelle retrovie. 

In questo secondo ciclo di puntate a farla da padrone sarà l'azione, che oltre che molto più presente sarà anche molto più violenta. 
Se prima il protagonista era costretto a venire a capo di un mistero e mettere assieme tutti i puzzle da solo o quasi, da buon investigatore (anche se sui generis), in questa sará coadiuvato dalla sua vecchia squadra, che improvvisamente si ritroverà a perdere pezzi: uno dopo l'altro i suoi commilitoni verranno infatti ammazzati in circostanze misteriose. Cosa ci sará dietro? 

La nuova formula "a quattro" funziona, perché la caratterizzazione dei personaggi e la loro interazione è decisamente buona, tuttavia viene meno il lato più "poliziesco" della vicenda, laddove le puntate saranno per lo più costruite come una caccia all'uomo, un villain giá identificabile dalla prima puntata e che, altrettanto evidentemente, sará il "boss finale" (interpretato da Robert Patrick). Non che ci si aspetti una trama chissà quanto complessa ma il personaggi principale ne risulta un po' appiattito e intento quasi sempre in qualche scazzottata o ammazzamento e poco altro.


"Lo hai chiamato Jack Ryan? Scusati immediatamente"


Per fortuna l'inserimento di altri tre co- protagonisti regala anche più scambi di battute (laddove come sappiamo Reacher non è il tipo più loquace del mondo) e più momenti divertenti, spesso pieni di battute intelligenti e di alcuni botta e risposta che faranno sorridere. Sono queste interazioni che mettono spesso in discussione lo stile di vita del protagonista e lo portano a riflettere sul suo modo di essere e sulla sua mancanza di legami (con le persone o i posti). 

Probabilmente non é un caso che la seconda stagione coincida con il boom di ascolti della serie. E' intrigante come la prima, meno incostante e più centrata, é più action e meglio coreografata. Peccato che oltre a perdere l'originalità dell'origin story decida di seguire sentieri molto più canonici, rinunciando ad alcuni suo tratti caratteristici, assomigliando per certi versi ad un'altra saga dal protagonista quasi omonimo: Jack Ryan (anch'essa su Prime Video).
Resta comunque una serie godibile, adatta ad un pubblico vasto e variegato, da guardare senza troppi pensieri. 

PRO

- Ironica e divertente come la prima stagione
- Le sequenze action sono più adrenaliniche e meglio coreografate
- Approfondisce il passato e la psicologia del personaggio

CONTRO

- Meno originale della prima stagione
- Alcune sequenze restano troppo inverosimili, anche per un protagonista di quel tipo
- La trama non é così appassionante o imprevedibile

Voto: 7+

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