Chiamatelo effetto Mediaset, chi lo sa, ma questa coppa Italia, finora, sembra un multiverso della Marvel in cui la Juve acquisisce i super poteri e fa cose “strane”. In sole due partite segna un terzo dei gol (10) fatti in un girone intero di campionato (29). Non solo dilaga, contro due squadre che in campionato aveva battuto solo al novantesimo e oltre (l’ultima anche in rimonta) ma continua ad attaccare, mai doma, per novanta minuti e se ne mangia altrettanti. Cosa ancor più strana è stata vedere un palo della luce come Milik fare tripletta e vedersi togliere il quarto dal Var. Già, perché l’unica cosa che rimane uguale, tra campionato e coppa, è il gol annullato a partita di default.
Finora questa coppa italia è stata per noi un centro benessere. Un luogo tranquillo in cui rilassarci e staccare la spina da un campionato giocato sui nervi e sulle coronarie. Chiamatela deformazione professionale ma, ad esempio, nella rimonta goleada contro la Salernitana ero ancora così teso, per lo svantaggio a freddo, che solo dopo il 4 o 5-1 mi sono sciolto completamente. Ieri invece sono riuscito finalmente a guardarmi una partita intera in pieno relax, tanto che nemmeno il saltello di Milik sul rigore è sembrato disturbarmi.
Juventus-Frosinone è stata anche la partita di McKennie in versione assistman, o forse dovrei chiamarlo assistMac. La triangolazione alla Playstation tra lui e Milik, sul secondo gol, è stata qualcosa di spettacolare, tanto quanto il suo cross per il gol di Yildiz, che mette “l’asterisco” sulla partita. Non ci si crede che sia la stessa Juve. L’unico juventino che ieri sera è tornato a casa deluso, a parte Avsim, è forse stato Luis Hasa, che dopo la convocazione in prima squadra, e date le premesse, sicuramente ci avrà sperato nell’esordio. Allegri gli preferisce Nonge, che aveva già esordito contro la Salernitana agli ottavi. I prestiti Soulé e Kaio Jorge, per nostra fortuna, non sono invece riusciti a mettersi in mostra, tranne in qualche sgroppata di contropiede.
Nota di colore a margine, i due mondi paralleli del tifo in Italia. Parte della curva bianconera ieri è rimasta in silenzio per mezzo primo tempo, come aveva già fatto contro la Salernitana, a causa della solita protesta per gli striscioni. Una protesta sempre più paradossale, sia perché si è dimostrata totalmente inutile e deleteria in questi anni, sia perché da altre parti accade di tutto e di più. Qualcuno dovrebbe scrivere un libro serio, sui soldi che intasca la FIGC dalle multe alle società per colpa dei tifosi, anche solo per colpa dei cori, su quello che concretamente si è fatto e si sta facendo per risolvere il problema del tifo violento e sulla disparità tra tifo e tifo. Pennivendoli per anni hanno trattato la nostra curva come un girone dantesco di ndranghetisti, che seppure santi non sono, sono l’unica curva italiana piena di telecamere, a cui non è permesso di esporre nemmeno due striscioni, mentre a Roma si vedevano le scene viste nel derby di coppa Italia dell’altra sera. Dimostrazione che ancora una volta a Torino si è troppo bravi a reprimere (citando sarcasticamente Chinè) mentre da altre parti si dorme a sonno pieno. E meno male che persino i parlamentari sono stati fatti uscire prima, in occasione di Lazio-Roma. Nemmeno fossero alle scuole medie.
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