Prendete una serie TV folle e geniale come The Boys, cambiatene l'ambientazione (dall'intera New York ad una scuola per supereroi) e avrete in estrema sintesi Gen V. Per semplificare ulteriormente il concetto: cosa può venir fuori se mescolate gli X-Men con Animali House? Un concentrato di assurdità supereroistiche a tema scolastico. In buona sostanza Gen V si prefigge lo scopo di ampliare il mondo di The Boys regalandoci una prospettiva diversa e distante (che alla fine, come vedremo, distante non è più di tanto) dalle classiche macchinazioni della Vought e di Patriota. Ci riesce? Si. Anche se a tratti si sente la mancanza delle figure forti e carismatiche presenti nella serie originale.
La Godolkin è una prestigiosa universitá dedicata ai Super. Un luogo nel quale i giovani talenti possono imparare, affinare le proprie capacità e diventare dei supereroi in grado di migliorare il mondo. O almeno questo è quello che crede Marie Moreau, una matricola che spera di lasciarsi il passato alle spalle (ha ucciso involontariamente i suoi genitori appena dopo aver scoperto i suoi poteri) e cominciare una nuova vita da eroina. Ma qui, come detto, non siamo negli X-Men. Non c'è un Charles Xavier a fare da mentore ai giovani superuomini e superdonne. Qui l'università non è che una diretta emanazione della Vought, ergo gli studenti sono tutti dei ragazzi che definire problematici è poco, con professori ancora più folli e un "rettore" che si comporta come ci si aspetta si possa comportare il dottor Mengele: zero morale, puro interesse personale, scuola gestita come un ospedale dove effettuare esperimenti sulle cavie ignare. Ma per quanto cavie, parliamo comunque di esseri dotati di poteri, qualora lo scoprissero cosa potrebbe andare storto quindi? Tutto ovviamente. Lo scintilla arriva dopo la morte di uno di questi studenti, Luke (Patrick Swarzenegger), in circostanze misteriose.
Se in The Boys avevamo una elite costituita dai famosi sette, qui invece abbiamo dinamiche quasi da reality show: una classifica degli studenti più meritevoli (decisa con meccanismi piuttosto discutibili), che ha nei migliori dieci i candidati a fare parte in futuro degli eroi della Vought. Un meccanismo che cela dietro attenzione all'inclusività un vero e proprio gioco al massacro senza esclusione di colpi per raggiungere la prima posizione. Gli studenti sono quindi costantemente messi sotto pressione e costretti a garantire la massima competitività, anche se i loro poteri magari non sono esattamente i più desiderabili al mondo.
Abbiamo ad esempio Emma (Lizzie Broadway) che ha il potere di rendersi piccola vomitando e grande mangiando. Più che una Ant-Woman una Alice nel Paese delle Meraviglie sotto allucinogeni. O la stessa Marie (Jazz Sinclair), che ha il potere di controllare il suo sangue e deve quindi letteralmente "tagliarsi" (almeno inizialmente) per attivare i suoi poteri. Jordani Li? Un ragazzo che ha il potere di trasformarsi in una ragazza e viceversa.
Come possiamo immaginare quindi, ogni ragazzo che frequenta la scuola ha delle capacità che si attivano però regalando loro al contempo una criticità. E' un spunto per parlare apertamente di tematiche come bulimia (o anoressia), autodistruttività, transizione tra i sessi e altre tematiche "adulte" in un contesto altrimenti molto teen e decisamente sopra le righe.
La necessità di affidarsi quasi totalmente ad un cast di giovanissimi è una scelta ovviamente obbligata ed azzeccata visto il contesto, ma a tratti si sente un po' la mancanza di figure carismatiche e questa sensazione diventa ancora più forte quando durante le puntate fanno delle piccole capatine i personaggi della serie madre. Non che questi si comportino più da adulti rispetto a loro (anzi forse sono ancora più infantili se possibile) ma si avverte questa sensazione di maggior carismaticità, per quanto gli attori principali di Gen V se la cavino tutti piuttosto bene. La serie fatica insomma molto di più a mantenere l'attenzione rispetto a The Boys, pur nella sua costante esagerazione.
Anche il contesto appare più "ristretto", almeno fino alle puntate finali, che inseriscono la serie a pieno diritto nelle dinamiche tra i personaggi visti in The Boys.
Gen V insomma è uno spin-off decisamente riuscito, che se all'inizio può fare storcere un po' il naso per la sua presunta natura teen (con annesse incursioni nel college movie) nel corso delle puntate cresce, diventando di fatto un prodotto coerente e perfettamente inserito nell'immaginario creato da Garth Ennis e il suo fumetto. Ad un cast meno carismatico rispetto a quello della serie originale fa da contraltare uno sviluppo più corale delle vicende, dove non ci sono veri e propri gruppi in lotta costante tra loro ma tanti ragazzi che provano a capire cosa vogliono dal futuro, da sé stessi e dal mondo.
PRO
- Stesse esagerazioni e follia della serie madre
- I tanti divertenti cameo e rimandi a The Boys e il suo esserne profondamente collegata anche a livello di trama.
- Gli strambi poteri degli studenti sono un modo per affrontare tematiche delicate, soprattutto giovanili.
CONTRO
- L'aria, soprattutto nelle prime puntate, da college movie
- Personaggi meno carismatici di quelli di The Boys
- un paio di puntate dove accade effettivamente poco.
Voto 8
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