domenica 9 giugno 2013

Sirens Blood Curse–Sony

Tempo fa su questo stesso blog pubblicammo la recensione di un titolo per ps2, Forbidden Siren, titolo molto amato da un certo tipo di videogiocatori e odiato da molti altri (io lo trovai a tratti detestabile e lo inserii in una particolare classifica dei videogiochi che più avevo odiato in assoluto).
Forbidden siren era un survival horror/stealth estremamente difficile, impegnativo, che metteva a dura prova i nervi, pieno di punti in cui andava calcolato al millimetro ogni movimento, dove bisognava studiare attentamente i movimenti del nemico, a volte stare ad osservarlo per molto tempo prima di muoversi perché una volta scelta questa opzione il rischio di essere scoperto significava rifare tutto da capo.
Se ci mettiamo che non adoro gli stealth, che la grafica (anche per una ps2) era abbastanza penosa, che i dialoghi in italiano sembravano usciti da un film di Fulci o di D'Amato, che la storia era molto interessante ma raccontata in uno stile "particolare" e assolutamente non canonico (con sbalzi temporali tra un capitolo e l'altro), che il sight-jacking (la possibilità di vedere con gli occhi dei nemici, ma senza la possibilità di capire dove erano, bisognava andare ad intuito) era un'idea interessante ma mi aveva innervosito non poco...
Tempo dopo fu pubblicato su ps3 il remake di quel capitolo, Siren Blood curse, titolo snobbato dai fan della saga, perché ritenuto "troppo facile" (la mania del gioco difficilissimo=bellissimo non l'ho mai capita, a me piacciono i giochi mediamente difficili ma non quelli frustranti e punitivi e Forbidden Siren lo era). Ma davvero è così, davvero il solo fatto che sia più facile di un gioco difficilissimo basta a definirlo come un capitolo minore della saga? Vediamo le principali differenza tra i due titoli
1) La difficoltà.
Il tasto dolente. Siren è più facile di Forbidden Siren, indubbiamente, ma questo è un male? E' vero che abbiamo in questo caso anche delle armi e dei mezzi per "ammazzare" (si fa per dire, non muoiono mai e rinvengono dopo un po') ma i nemici saranno comunque molto ostici nei tratti avanzati dell'avventura, negli ultimi capitoli i checkpoint scarseggeranno, sarà sempre più difficile capire cose fare e come raggiungere determinati punti, come superare silenziosamente i nemici, spesso questi saranno armati di fucile e noi di una semplice mazza.
Insomma magari per chi è riuscito nell'impresa di finire il primo capitolo della saga questo titolo sarà una sciocchezzuola (io non ci riuscii, ad un certo punto abbandonai), ma per chi non lo ha giocato sarà comuqnue un titolo godibile e abbastanza impegnativo: al confronto un Dead Space, per dire, si gioca da solo.
2) Il sight-jacking.
La sua importanza diminuisce, quasi sempre se ne può fare a meno e quando lo si usa è molto più utile: potremo vedere in split screen sia il nostro personaggio che il nemico e quindi renderci conto di dove più o meno si trova. Ciò porta indubbiamente una diminuzione della difficoltà ma anche a molti mal di testa di meno (vedere con il sight-jacking in Forbidden siren era una tortura).
3) il doppiaggio.
Per foruna l'italiano è stato fatto fuori per un inglese sottotitolato molto più gradevole
4) La grafica.
Non che sia una cosa importantissima in un gioco, ma la grafica di Forbidden Siren faceva pena. Questa di Blood curse è funzionale: non certo meravigliosa, il solito effetto granuloso alla Silent hill, ambientazioni molto buie per mascherare le pecche, ma non ci si può lamentare, su ps3 ho visto di peggio.
5) La storia.
Simile, ma non del tutto, è raccontata qui in maniera sequenziale (che schifo, gnè gnè), si ma anche così sfido a capirci qualcosa senza leggere tutti gli archivi (e trovarli tutti sarà estremamente arduo) e anche con l'ausilio di questi resteranno molti punti oscuri. La trama è raccontata in modo canonico ma è allo stesso modo appassionante e complicata, tanto che alcune cose riusciranno a sorprendere anche un videogiocatore cresciuto a pane e Silent Hill.
Il tutto poi è diviso in 12 capitoli (non comodissimi da scaricare e installare) con tanto di "nelle puntate precedenti" e di "nella prossima puntata" come un telefilm.
Insomma per quanto mi riguarda questo Siren blood curse è superiore all'originale (si, sono una brutta persona) in quasi tutto, magari lo si poteva rendere leggermente più ostico negli enigmi, i personaggi a tratti sono ingestibili, ci sono le classiche parti (rompipalle) in cui devi stare attento ad un personaggio non giocante (parti che odio in un videogame), ma fa il suo dovere.
Siren Blood Curse mette tensione, come i bei giochi di una volta (i primi Resident evil o i primi Silent Hill), ansia, a tratti risulta disturbante, ha una trama davvero interessante, insomma pur avendo parecchie pecche è forse l'unico vero survival horror vecchia maniera di questa generazione.
Peccato che lo abbiano giocato in pochi.
Voto 8--

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