Definito il "Citizen Kane dei videogames" l'ultima fatica dei Naughty Dog (Uncharted ma anche Jak and Daxter e Crash) ha raccolto una miriade di premi in tutto il mondo fino a rappresentare ormai di fatto la stessa playstation. Sopravvalutato?
The last of us è sostanzialmente un'avventura zombesca, l'ennesima, con i protagonsti che si ritrovano a dover fronteggiare orde di non morti per salvare la pellaccia, in questo caso 2: Joel ed Ellie. E' qui che sta la prima grande freccia al suo arco: la caratterizzazione.
In una storia a tematica zombie non ti può inventare ormai qualcosa di totalmente originale e sconvolgente, devi lavorare sui personaggi, mostrarci le loro paure, le loro emozioni, le loro sensazioni, costruire un contesto nei quali possano esprimersi.
Grazie ad una grafica meravigliosa e a delle espressioni facciali mai viste i due sopravvissuti riusciranno a coinvolgerci, a farci riflettere, a empatizzare, non mostrando mai o quasi schizofrenia (in Uncharted sappiamo tutti quale era a volte il netto stacco comportamentale di Nate tra le cutscenes e il giocato). Joel resta se stesso fino alla fine eppure allo stesso tempo matura, stessa cosa Ellie.
2. NARRAZIONE.
Cosa dire nell'ambito zombesco che non sia già stato detto da un Resident Evil o da un The walking Dead? Nulla. The last of us infatti non dice nulla di nuovo ma sta in come costruisce la trama più che nella trama in se il suo forte.
Il tutto non è altro che un viaggio, un viaggio dei due protagonsti alla scoperta di un mondo desolato, alla scoperta di se stessi e alla ricerca di una ragione per andare avanti. Tanto basta, il resto è contorno, a volte perfino cliché, ma è tutto funzionale al resto: un lungo percorso verso la speranza. Non serve altro.
Anche il finale da alcuni criticato è invece studiato alla perfezione, senza spoilerare è meno banale di quello che sembri, è anzi molto in linea con quanto visto in precedenza.
3. ATMOSFERA
Un gioco a tematica horror senza l'atmosfera non è nulla, The last of us non è un semplice gioco horror ed infatti gran parte del suo fascino non sta nel gusto per il macabro o nello splatter insistito (che pure ci sono) o nell'inquietante, ma nella contraddizione tra scenari americani di grande bellezza e desolazione e distruzione di uno scenario apocalittico. Il fatto che i due protagonisti provengano quasi da due "ere" differenti (Joe ha visto il pre-apocalisse, Ellie mai) li porta a confrontarsi, a stupirsi e a ricordare. Non a caso una delle scene che ho trovato più riuscite e d'impatto del gioco non è cruda, violenta, paurosa, anzi è una scena che nella sua semplicità e bellezza riesce davvero ad imprimersi nella memoria.
4. VARIETA'
The last of us è un gioco che a prima vista potrebbe sembrare semplice nelle sue meccaniche di gioco ma se poi ci ritroviamo a riflettere su quale sia il genere al quale appartenga ci troviamo spiazzati. E' un action? Si, ma è molto di più. Uno stealth? Si, ma magari un po' semplificato e comunque può essere giocato (però non alle difficoltà più elevate) come se non lo fosse. E' un survival horror? Si, anche, ma è molto più particolare e con delle scelte che appartengono di solito a giochi molto diversi. Cos'è allora? Probabilmente un bel minestrone di generi ma amalgamati alla perfezione: più di una volta durante il gioco ci sembrerà di ritrovarci in qualcosa di diverso anche se il gameplay non muta mai (a volte sembra un fratello di Uncharted, a volte scimmiotta i giochi di David Cage, altre volte flirta con i Resident Evil, con una scena che sa di quasi di omaggio a RE 4). The last of us è quello che noi vogliamo che sia: un avventura settando tutto a facile e avvalendosi degli aiuti, uno stealth se scegliamo di giocarlo in questo modo (settando a difficile e non usando gli aiuti che ci permettono di "sentire" i nemici), un survival horror se scegliamo di specializzarci nelle armi e potenziandole, facendo si che sebbene le munizioni restino scarse la difficoltà però sia bilanciata da armi più potenti.
Insomma il suo più grande pregio e di prendere tutto quello che si è visto negli ultimi anni videoludici e riproporcelo in un unico grande pacchetto.
Difetti? Come in tutti i videogames ne ha, alcuni legati all'approccio che ha Naughty Dog con gli "enigmi" da anni (sposta la cassa, prendi la scaletta, ripetuti troppe volte), altri a precise scelte (l'A.I. dei nemici non rileva la presenza di Ellie, questo evita frustranti sessioni di gioco dove il gioco si interrompe non per colpa nostra).
Insomma The last of us probabilmente non è "il Citizen Kane dei videogiochi", io stesso gliene preferisco altri usciti nell'ultimo decennio, ma è sicuramente un fiore all'occhiello di Playstation e un'esperienza da provare assolutamente per chi si definisce videogiocatore.
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