sabato 31 gennaio 2015

Locke - di Steven Knight [recuperafilm]

Riprendiamo la rubrica del recuperafilm con questo film inglese (come si intuisce della locandina) uscito nell'aprile dello scorso anno...

Ivan Locke è un responsabile edile che ha vissuto la sua vita all'insegna serietà dello stacanovismo lavorativo. Il classico uomo-lavoro che ama ciò che fa e cerca di non trascurare la famiglia. I pranzi le cene e la partita della sua squadra del cuore. Un giorno però riceve la notizia che sarebbe divenuto di nuovo padre, ma a dargliela non è sua moglie. E' stata solo la scappatella di una trasferta di lavoro, ma Ivan, a sua volta abbandonato da piccolo dal padre, decide di assumersi le sue responsabilità e di dare il nome al bambino. Così molla tutto e parte per Londra per assistere al parto, in un viaggio che rischia di essere di sola andata.

Permettetemi di fare un parallelismo con Buried Sepolto, in fondo si dice che le auto siano delle bare con le ruote, anche se in questo film il protagonista sta bene attento a non superare i limiti di velocità. Pur nella diversità delle tematiche, sono infatti due film drammatici accomunati dal fatto di essere due low-butget con unico protagonista. Come in Buried, gli altri attori intervengono soltanto telefonicamente, nel dispiegarsi di un dramma che riguarda il protagonista nella sua solitudine. Unica differenza di costi, oltre il cachet dell'attore, potrebbe essere quello (facendo una battuta) del costo della benzina.

Come in Buried vi è qui il tentativo di un uomo di mantenere in piedi una cosa che va lentamente sgretolandosi: la propria vita (qui solo figurativamente). Chiuso nella sua auto e nell'impotenza che gli da la distanza, cerca di combattere contro l'entropia pur sapendo che è un match già perso. Ecco dunque che, in questa claustrofobia indotta, il viaggio in macchina diviene un'azione allegorica della situazione del protagonista.

Ivan cerca di mantenere in vita la routine nell'unico modo che conosce: lavorando. Nel suo tentativo di fingere che tutto si possa aggiustare si dipana, (praticamente in presa diretta) la storia di come la sua vita sia ormai avviata verso il punto di non ritorno.

Non c'è dunque bisogno di effetti speciali, ne di altri attori. Qui si rimarca l'assoluta solitudine di un uomo di fronte alle proprie scelte, quelle che devi prendere senza l'aiuto di nessuno. Ruolo affidato all'intensa interpretazione di Tom Hardy, che ben riesce nell'intento di raffiguarci l'uomo qualunque di fronte al suo destino, sempre lì sul punto di crollare.

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