domenica 23 giugno 2019

GET EVEN - The Farm 51 (2017) Un bel pessimo gioco

Recentemente su questi lidi abbiamo parlato di What Remains of Edith Finch, un walking simulator che riesce, grazie a tante idee, ad elevarsi dalla mediocrità e restare scolpito nella mente. Non si trattava di videogame vero e proprio ma di una "esperienza", che rinunciava del tutto al gameplay per raccontare una bella storia. Ci sono però altri giochi che provano a narrare qualcosa di profondo pur restando nei canoni videoludici, con esiti alterni. Uno di questi è get Even.
Dovessimo limitarci al puro giocato, infatti, ci metteremmo poco a bollare questo sparatutto fantascientifico come mediocre. La grafica è appena passabile (ma trattandosi di gioco a basso budget ce ne freghiamo). il gameplay è macchinoso e "pesante", le fasi sparatutto risultano noiose quando non frustranti, il sonoro è...ottimo. Si, almeno dal punto di vista uditivo è stato fatto invece un gran lavoro. Dopo un'oretta scarsa si ha l'impessione di trovarsi di fronte ad uno stranissimo ibrido tra un Call of Duty pezzotto, un Silent Hill in prima persona senza mostri e il sottovalutato Murdered Soul Suspect, con i fantasmi sostiruiti da quelli interiori.


Ottima esperienza

Ma mano che ci si addentra però più in prodondità si scopre una lavoro incredibilmente certosino dal punto di vista della sceneggiatura che, poco alla volta, vi farà entrare in sintonia con la storia. Una storia incredibilmente stratificata e piena di ottimi spunti. Senso di colpa, rimorsi, vendetta (da qui il titolo), ambizione...Senza voler spoilerare si può dire che la memoria è lo spunto di partenza per analizzare le scelte (discutibili manco a dirlo) di una serie di persone fortemente legate tra loro. Scelte che hanno cambiato per sempre il loro destino irrimediabilmente. Il tema fantascientifico non è ingombrante ma anzi è perfettamente inserito nel contesto (una macchina che permette di entrare nel passato delle persone ed aiutarle a ricordare e riflettere sui propri errori) e i colpi di scena non saranno mai troppo invadenti o troppo fini a se stessi. Dei tre giochi citati più sopra ecco che quindi il paragone più immediato è proprio Silent Hill: quell'atmosfera opprimente, quella paura data dalle senzazioni più che dallo splatter nudo e crudo, quel "ricordare per espiare" che lì era parte di un pessimismo cosmico (tutto è morte e punizione) e qui viene reinventato sotto la veste di lascito (le nostre scelte sbagliate sono state fatte a fin di bene). Tutto molto bello, tutto molto appassionante e ben fatto...ma poi torna all'improvviso di tanto in tanto il gameplay e non vedremo l'ora di toglierci davanti quelle fasi sparacchine (l'idea della pistola angolare sarebbe ottima, sarebbe, in un gioco ben ideato) così insopportabili e fini a se stesse. Tanta è la tensione nelle fasi esplorative, tanto invece ci si annoia a sparare (nelle prime non sapremo mai cosa potremmo trovarci di fronte, nelle seconde, anche per scelte di trama, ci ritroveremo ad avanzare sempre negli stessi luoghi, contro gli stessi nemici, senza un minimo di interesse che non sia il togliersi davanti quelle fasi il prima possibnile). Sembra un paradosso ma non lo è.

Pessimo gioco


In mano ad una software house piena di pecunia e mezzi insomma ne poteva uscire un capolavoro, invece ci troviamo davanti ad un pessimo videogioco che appassiona. Un mostro bicefalo che funziona e non funziona allo stesso tempo, molto intrigante ma anche noioso, pieno di idee ma messe tutte in un solo campo, due giochi in uno, antitetici e uniti insieme di forza. Si criticano tanto i walking simulator ma Get Even è l'esatta dimostrazione che se non hai i mezzi per fare un gioco imponente devi concentrarti su quello che puoi e sai fare meglio, altrimenti rischi di scontentare tutti.

Una bella esperienza in definitiva, minata da un gameplay indisponente. Se riuscite a passare sopra a questo grosso difetto potreste godervi una trama tra le migliori degli ultimi anni in questo campo.  

Voto 8,5 ma anche 5

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