mercoledì 17 luglio 2019

Stranger Things - terza stagione (2019)

In principio fu il Natale, poi arrivò Halloween, infine fu la volta del 4 luglio. Non si tratta di un calendario sballato che prevede solo le feste più popolari in  U.S.A. ma del periodo dell'anno nel quale sono ambientate le varie stagioni di Stranger Things. Non solo momenti dell'anno, ma vere e proprie stagioni della vita delle persone e dei protagonisti della serie. Se la natività poteva essere accomunata all'infanzia, la notte delle streghe alla crescita con la scoperta delle prime paure, il 4 luglio è una festa profondamente americana, totalmente diversa dalle altre nello spirito e nelle intenzioni. Festa dell'Indipendenza, che nella mente di un adolescente rappresenza la voglia di smarcarsi da tutto ciò che rappresenta il passato e la nascita dei primi amori. Max e Lucas ormaì come fanno coppia fissa. così come Mike e Undi (per il disappunto di Hopper), Will (che vorrebbe che tutto restasse come prima tra i membi del gruppo) e Dustin (tornato dalle vacanze con una nuova fidanzatina, con la quale può però parlare "a distanza") finiscono per restare ai margini. Il primo non riuscirà a celare la sua insofferenza, il secondo si affiderà invece ancora una volta a Steve che lo  asseconderà finendo per cacciarsi in guai grossi. A loro due si affiancherà una new entry, Robin (la figlia d'arte Maya Hawke), collega di lavoro di Steve, che mostrerà uno spiccato spirito d'iniziativa e parecchie capacità.



Non mi sembrava un granchè quel Ritorno al Futuro, pensate all'attore costretto a vestirsi come si vestivano 30 anni prima i suoi genitori e a fingere di avere i loro stessi interessi. Ridicolo

La terza stagione di Stranger Things è insomma caratterizzata da una maggiore "frammentazione" degli eventi e delle interazioni, con scaramucce e litigate piuttosto frequenti e con scontri e riappacificazioni continue, nuovi gruppi e nuovi personaggi (dopo Mattew Modine e Sean Astin, stavolta l'icona rediviva degli anni '80 è interpretata da Cary Elwes). Lo stesso nemico stavolta è rappresentato da qualcosa di più subdolo, nascosto, temibile, divisivo: i sanguinari e immortali comunistoni russi. Siamo d'altronde negli anni '80, nel 1985 per la precisione e (anche se molte cose non sono cambiate) i clichè sui sovietici non potevano mancare. Il famoso "Tutto il mondo può cambiare" di stalloniana memoria era ancora lontano qualche mese nel futuro e i russi non erano che adepti del demonio intenzionati a conquistare il mondo soggiogandolo. Chi potrebbe mai fermarli? I "nostri" naturalmente, con un po' di fortuna e qualche aiuto "soprannaturale". Si, ci troviamo pur sempre di fronte ad una serie fantasy/fantascientifica, nel 1985 uscì un certo Ritorno al Futuro (oggetto di parecchi siparietti citazionistico-umoristici), pur con occhi più adulti lo spirito per le avventure non manca.

Che nazione ridicola la Russia, con tutto il freddo che fa non sanno manco come è fatto un gelato

Il ritorno del famigerato Mind Flayer, sotto mentite spoglie, metterà i nostri di fronte a situazioni che per certi versi ricordano quelle di film come La Cosa o il dimenticato Society The Horror, con più di un interessante colpo di scena (anche la trama in un certo senso prova ad evolversi). Si cerca insomma di flirtare con un titpo di horror più sfaccettato, che contenga anche risvolti psicologici. Niente di particolarmente complesso sia ben chiaro ma non può che far piacere: reiterare all'infinito le stesse situazioni poteva portare a noia. 

Il cliffhangerone finale non può che portare ad una inevitabile e attesissima quarta stagione (già ci si lascia andare con le speculazioni) che si vocifera sarà quella finale. Tutto cambia, progredisce, finisce infatti: scavallato il 1985 anche gli sgargianti anni '80 cominceranmo a mostrare un lato diverso, così come probabilmente la serie stessa. La fine della nostalgia per il passato insomma, il che suona già paradossale di suo, paradossale come una serie fresca e attuale che però non fa che riprendere cose già viste più di 30 anni fa. Tutti siamo stati bambini d'altronde, 10, 20, 30 anni fa o più, poco cambia e in fondo, anche solo per la durata di una serie tv, a tutti piacerebbe tornarci.

PRO

- Una trama a tratti più sfaccettata rispetto al passato
- Le new entry sono ben inserite e arrichiscono il tutto
- Le consuete citazioni che non risultano quasi mai stucchevoli

CONTRO

- La frammentazione dei gruppi e della trama non sempre funzionano
- Qualche ingenuità a livello di sceneggiatura
- Il cliffhanger finale a tradimento

Voto 8

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