Poche serie tv netflixiane possono essere considerate tanto divisive quanto la prima stagione di "The O.A". Le parole "schifezza" e "capolavoro" hanno invaso per mesi i siti di settore e (soprattutto) i blog. Beh, non poteva essere altrimenti visto che la serie affrontava temi come "il senso della vita", "le esperienze pre-morte", "la religione", "la scienza", la filosofia, condendo il tutto con uno spirito new age e una struttura telefilmica "alla Lost" (misteri su misteri, spesso apparentemente messi "per bellezza"). Un minestrone di suggestioni e citazioni da far venire il mal di testa ma grattata la buccia poi cosa restava? Il succo era buono? A parere di chi scrive si, lo era. Col passare delle puntate e il dipanarsi delle vicende ci trovavamo di fronte ad una bella "storia fantasy", una specie di racconto attorno al fuoco narrato da una ragazza ad una serie di ragazzini che ne rimangono suggestionati (così come lo spettatore). Tutto vero? Pura invenzione? L'allucinazione di una svitata? Sebbene il finale della stagione suggerisse il contario, non c'era una spiegazione ben precisa a tutto quello che avevamo visto, una "soluzione" alle domande, toccava lasciarsi trasportare dalla corrente. Il finale però era piuttosto (anche a causa del fatto che non si sapeva se l'avrebbero rinnovata) "definitivo", un aut aut dal quale, con una seconda stagione, non si poteva tornare indietro. Così è stato.
- Ho sentito un rumore inquietante - Deve essere stato il tuo stomaco |
La seconda stagione di "The O.A" prende una strada e segue quella senza voltarsi indietro. Esiste un mondo dopo la morte, un aldilà, ma è leggermente diverso rispetto a quello che si attendeva. I movimenti (non ci si può fare nulla, anche dopo averli visti 100 volte continuano a sembrare ridicoli) avevano effettivamente un senso ed è possibile viaggiare attraverso mondi paralleli. Così cominciano queste seconde 8 puntate della serie: P.A. "ha fatto il salto" (no, non il salto dello squalo, quanto più una specie di salto alla Quantum Leap) ed è finità in un'altra realtà, nella quale lei è Nina, una se stessa che nonsi è trasferita in America da bambina e non ha mai subito quel cambiamento che l'ha resa P.A. Come fare per tornare indietro nel nostro mondo e ritrovare il suo gruppo di amici? Nella sua ricerca finirà per imbattersi in vecchie conoscenze (più o meno amichevoli) e in un investigatore che sta cercando di scoprire che fine abbia fatto una ragazza scomparsa. Inutile dire che le loro strade si congiungeranno e cominceranno a fidarsi l'una dell'altra.
Sebbene i misteri in questa seconda stagione non manchino (lo strano gioco da risolvere via smartphone, le persone che hanno fatto il salto senza che qualcuno avesse fatto i movimenti, il passato di Nina ecc.), sono misteri che il più delle volte avranno una soluzione e, soprattutto, stavolta lo spettatore avrà gli strumenti per risolverli. Il punto di vista quindi cambia: non è più lo spettatore che (in una miriade di wtf) continuera a chiedersi "Cosa sto vedendo?" "E' tutto vero?". Questo compito spetterà al personaggio dell'investigatore, che si ritroverà ad imbattersi in una serie di "stranezze" delle quali lo spettatore è già a conoscenza. Un andamento insomma molto più lineare e canonico rispetto alla prima stagione, per certi versi più riuscito ma che si presta di più ad un finale "a collo di bottiglia".
- Insomma ogni sera qui mi faccio uccidere da una Piovra Gigante parlante che strozzandomi mi rivela il senso della vita. E io che pensavo che la nostra realtà fosse bizzarra |
Se non puoi giocarti la carta dell'ambiguità dovrai comunque arrivare ad un finale che sia coerente e che risponda all'unica vera domanda finale: dove vuoi arrivare? Eh, è proprio questo il punto, dopo una serie di situazioni coerenti e interessanti, una trama comunque misteriosa per quanto meno affascinante si arriva ad un finale WTF. Non di quelli però che ti fanno pensare "ma cosa ho visto?" ma di quelli che ti fanno domandare "e quindi? Che senso ha?". Già in una serie del genere affidarsi ad un gigantesco cliffhanger può gettare in vacca tutto in mancanza di rinnovo (la prima serie un finale comunque lo aveva, bello o brutto che fosse) ma farlo dopo una stagione nella quale (a parte qualche Piovra Parlante, alberi divini, labirinti che causano pure allucinazioni...) tutto sommato hai avuto un percorso lineare stona non poco. Diciamo che paradossalmente il finale ricorda quello di un'altra serie che aveva per tema i "Mondi paralleli" (ed uno dei protagonisti era pure lo stesso: Jason Isaacs), solo che qui è fatto peggio. Ecco, quella serie non fu rinnovata, fatevi due conti.
Un finale che insomma rovina in parte quella che per certi versi è stata una seconda stagione superiore alla prima: una costruzione più coerente, attori più convinti e meglio inseriti nel contesto (a parte ovviamente a Brit Marling che, così come Isaacs, già in passato aveva avuto a che fare con tematiche simili nella sua filmografia: Another Earth vi dice nulla?), buone idee.
Cosa aspettarsi quindi dal futuro? Sperare in un rinnovo che resetti ancoa una volta tutto e così avanti all'infinito? Auspicare una cancellazione della serie? difficile a dirsi. Certo una stagione finale che chiuda il cerchio e dia un senso al tutto non sarebbe sgradita.
PRO
- Una trama più lineare e coerente
- I misteri hanno molto più senso
- Ottima fotografia
CONTRO
- Finale che butta un po' tutto in vacca
- Qualche superfluo momento weird
- Sperare o meno in un rinnovo?
Voto 7,5
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